Réclame: dalla New Wave al cantautorato italiano. Intervista alla band romana
Da pochi giorni è uscito “Voci di corridoio”, il disco d’esordio dei Réclame, il gruppo nato dall’incontro tra Marco Fiore con i fratelli Edoardo, Gabriele e Riccardo Roia che ha debuttato lo scorso dicembre tra i finalisti a ‘Sanremo Giovani 2019’. “Voci di corridoio”, prodotto da Daniele Sinigallia, è il primo album di questa promettente formazione, che si è distinta fin dalle prime ore per la capacità di creare una perfetta sintesi tra la forza poetica della narrazione e l’espressività delle sperimentazioni sonore.
Una genesi del tutto particolare quella del primo disco di inediti della band romana. “Il disco nasce dall’idea di narrare 8 storie. Ci sono 8 personaggi che sono i protagonisti dei brani, allocati all’interno di 8 diversi appartamenti. Ci piaceva molto l’ immagine di 8 arredi sonori differenti che condividono uno spazio comune che è un corridoio – racconta Marco Fiore, cantante del gruppo – Lo spettatore, in questo caso l’ascoltatore, è come se percorresse il corridoio osservando i personaggi contenuti all’interno dei singoli. Osservandoli dall’uscio può vedere una parte della loro quotidianità che è il frammento che proponiamo all’interno del disco e di ogni singolo brano”.
Le differenze si individuano anche per ciascuna canzone, sia per tematica sia per sonorità. “Man mano che si procede in questo corridoio le sonorità diventano sempre più rarefatte e più frammentate. E’ come una sorta di ascesa o discesa a seconda di come si vuole interpretare il progetto”. L’intero lavoro discografico si nutre di materiale proveniente da ogni arte, come tende a specificare il musicista: “I testi nascono in maniera abbastanza differente, ci piace lavorare sù alcune suggestioni che non siano direttamente collegate ad altra canzoni o alla musica in generale. Attingiamo dall’arte, dalla letteratura, anche dal cinema. C’è infatti un pezzo liberamente tratto dal film “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet, che narra la fuga, disperata e surreale, di due fratelli a seguito di una rapina finita male“.
In “Voci di corridoio” si inserisce anche “Il viaggio di ritorno”, singolo che la band romana portò a Sanremo Giovani lo scorso anno e con cui arrivò in finale. “L’esperienza è stata magnifica e formativa perchè, sebbene suoniamo da molti anni insieme, questo è stato il nostro primo lavoro edito. Prima cantavamo in inglese, poi abbiamo deciso di spostarci sul cantautorato italiano che ci ha condotto a Sanremo. E’ stato un onore e siamo molto orgogliosi di aver portato un pezzo come quello, non esattamente un singolo tipico che ci si aspetterebbe per quel palco, ma che comunque ha trovato terreno fertile perchè stato molto apprezzato sia dagli addetti ai lavori sia dal pubblico“.
I Réclame sono una band di Roma. Il gruppo nasce dall’incontro fra Marco Fiore (voce) e i fratelli Edoardo Roia (batteria), Gabriele Roia (basso), Riccardo Roia (tastiere).
“Ci conosciamo fin dalle elementari. Abbiamo condiviso la passione per la musica e l’abbiamo coltivata anche singolarmente, ma suoniamo veramente da tempo immemore – racconta Marco – All’inizio ci dedicavamo ai nostri modelli New Wave anni ’80, ma anche al progressive rock italiano.
“Poi siamo riusciti ad approdare all’italiano anche in maniera coraggiosa e ci siamo innamorati del grande cantautorato, come De Andrè, De Gregori, Gaber o Guccini, solo per citarne alcuni. Abbiamo allora deciso di avvicinare le sonorità estere ad una logica prettamente narrativa da un punto di vista compositivo”.
Il progetto musicale del gruppo, ben radicato nella tradizione cantautorale italiana, volge tuttavia lo sguardo alle sonorità alternative contemporanee. L’intento è quello di creare canzoni che siano storie, all’interno delle quali convivano narrazione, sperimentazione sonora e strutture pop. “Mi meraviglio che la gran parte del pop contemporaneo non abbisogni del cantautorato italiano anni ’60 e ’70. Sono due cose differenti ma non comprendo perchè non bisogna partire da una sorta di DNA italiano che ogni musicista che voglia confrontarsi con la canzone dovrebbe avere. Sono poche le figure che riprendono qualcosa“.
“Per noi è fondamentale la narrazione, quella fatta per immagini poetiche che unite creano una canzone da cui emerge un significato importante. Una specie di montaggio alternato. Da un lato c’è la volontà di sperimentare col mezzo, cosa fondamentale per progetti che vogliono piantare i piedi nella contemporaneità. Contemperiamo il recupero nel passato e la ricerca nel presente. Speriamo di esserci riusciti“.
Musica e tanti live, questi gli ingredienti giusti per un futuro soddisfacente. “Non sappiamo neanche noi cosa aspettarci dal futuro – conclude il cantante – Ovviamente vogliamo scrivere più musica possibile, raggiungere le persone e soprattutto portare in giro per concerti il nostro progetto discografico. Bisogna tornare a fare musica live. E’ l’unico modo per poter risollevare questo settore. L’esperienza dal vivo non ha nulla a che vedere con gli eventi online e sicuramente il pubblico è contento di sobbarcarsi un costo per un momento decisamente più coinvolgente. Ripartire in totale sicurezza, concentrarsi sulle norme sul distanziamento sociale ma ripartire, semmai con concerti più piccoli”.