[Recensione] – “Romeo è Giulietta”: un piccolo capolavoro con Pilar Fogliati e Sergio Castellitto
“Non esiste motivo alcuno per non raccontare ancora una volta la più grande storia d’amore che mai sia stata scritta“: con queste parole Sergio Castellitto apre il nuovo film di Giovanni Veronesi, “Romeo è Giulietta“.
Con un semplice accento, Veronesi riesce ad elogiare e rinnovare la tragedia shakespeariana, insieme alla sempre più sorprendente protagonista Pilar Fogliati, che collabora anche alla sceneggiatura.
Leggi anche: “Scopate sentimentali” di Filippo Timi è un viaggio visionario dedicato a Pier Paolo Pasolini
Veronesi ci ricorda l’intensità di “Romeo e Giulietta“, opera spesso ingiustamente sottovalutata. Ma lo fa attraverso una perfetta commedia degli equivoci che inevitabilmente ricorda il film “Shakespeare in Love” (Madden, 1998) e le commedie scritte dallo stesso drammaturgo inglese.
Non si tratta di un ennesimo remake della tragedia più amata e ripresa di tutti i tempi – niente pirati, kalashnikov o Giuliette cannibali come viene ironicamente suggerito nel film – ma di una commedia gradevole e pungente, densa di satira e pronta che fa ridere e riflettere lo spettatore per tutta la sua durata. Senza però intaccare l’intensità del testo shakespeariano, anzi offrendocene alcune interpretazioni capaci di “arrivare non all’orecchio ma al cuore” dopo oltre quattro secoli dalla sua redazione.
Questa è l’idea di Federico Landi Porrini (Sergio Castellitto), un regista che ha rivoluzionato il teatro negli anni Ottanta ma che si ritrova a corto di nuove idee e fondi. Nella meravigliosa cornice del Teatro di Villa Torlonia (Roma), il temuto e vulnerabile Landi Porrini annuncia, sempre con il suo stile eccentrico ma di grande effetto, che “Romeo e Giulietta” sarà il suo ultimo spettacolo, da presentare al prestigioso Festival di Spoleto.
Castellitto è credibilissimo nei panni del cinico e quasi teneramente simpatico regista teatrale, aggressivo – ma con “insulti smart” – contro tutti e soprattutto contro un sistema di stage, accademie e agenzie che gli presenta attori teatrali incapaci di interpretare gli sfortunati amanti. Landi Porrini esige il meglio per la sua ultima rappresentazione, esige verità (perciò impone che le attrici recitino con i capelli legati, “per vedere la nudità del volto“). Richiede grande rispetto per il capolavoro shakespeariano che maneggia con cura, quasi sfiorandolo.
Risulta altrettanto credibile negli screzi e negli appena percettibili gesti romantici nei confronti del suo Lorenzo con cui fa coppia fissa da dieci anni e si ritrova a litigare in un’immensa piscina vuota. Una struttura estremamente significativa: è più facile annegare nel vuoto. In quello di una mente geniale che non ha più idee, o in quello di un rapporto duraturo che rischia di esaurirsi quando abbandoneranno il teatro per scelta di Federico.
Leggi anche: “Quarto Potere (Citizen Kane)” torna al cinema: ecco il nuovo trailer
La vera protagonista di “Romeo è Giulietta” è Pilar Fogliati che interpreta Vittoria, un’attrice che esprime tutte le sue doti nel raccontare favole ai suoi piccoli alunni di una scuola materna. Alla ricerca di un riscatto e disperatamente bisognosa di lavorare, la ragazza segue i consigli di sua nonna, Donna Carla (una Margherita Buy molto invecchiata), grande attrice teatrale passata al cinema. Le due attrici ci forniscono una magistrale interpretazione del celebre discorso di Giulietta nella balcony scene.
Eppure Vittoria non ottiene il ben meritato ruolo perché, pur riconoscendone il talento, ma spinto dal suo produttore, Landi Porrini afferma: “non assumo mai bambini, animali e artisti ladri“. La ragazza infatti è stata ripudiata dalla stampa e dalla scena teatrale dopo aver commesso un grave errore quattro anni prima.
Ma la giovane, con l’aiuto dell’amica truccatrice Gloria (Geppi Cucciari), decide di farsi beffe del regista, vestendosi e truccandosi (con tanto di protesi) da uomo fa il provino per la parte di Romeo per mostrare al regista i suoi pregiudizi. Ma quando Landi Porrini resta affascinato dalla sensibilità e dal talento del suo alterego Otto Novembre, assumendolo per la tournée, Vittoria non riesce a dire la verità.
Così inizia la “commedia degli errori” e la situazione si complica quando il fidanzato Rocco (Domenico Diele), a sua volta candidatosi per il ruolo di Romeo, ottiene casualmente la parte di Mercuzio. Vittoria si trova comicamente al centro delle attenzioni del regista che dopo aver perso il controllo con Otto durante una cena, gli chiede “Non ti voltare indietro perché ogni tuo sguardo, per me, è una fucilata“.
Nei suoi panni maschili conquista anche la giovane Gemma (Serena De Ferrari) ingaggiata per essere Giulietta solo per i suoi innumerevoli follower sui social: una tiktoker che diventa improvvisamente e immeritatamente attrice, fidanzata di Lukaku, con alle spalle la partecipazione al Grande Fratello e a un episodio di Don Matteo – la critica di Veronesi non risparmia nessuno.
In questa commedia, Giovanni Veronesi affronta un topos molto cara allo stesso Shakespeare: il drammaturgo metteva spesso in scena donne (all’epoca interpretate da giovani uomini) che si travestivano da uomo per avere successo nel raggiungere un obiettivo. Risultando perfetta in entrambi i ruoli, la Fogliati sembra quasi superare l’opera di Shakespeare.
Come la sua protagonista, Pilar Fogliati si emancipa dalla comicità con cui ha conquistato pubblico e stampa (Odio il Natale, Romantiche) e rivela le sue straordinarie doti drammatiche, superando se stessa ed ogni convenzione: non è solo una perfetta Giulietta, ma anche un sensazionale Romeo, è Giulietta che fa Romeo, Romeo che è Giulietta. Oseremmo immaginare che Shakespeare ne sarebbe stato soddisfatto.
I veri temi di quest’opera sono l’identità e i retroscena del mondo teatrale, ma ovviamente anche l’amore si ritaglia il suo spazio: l’amore che supera ogni difficoltà e resiste. Geppi Cucciari ci fa un tenero e sincero elogio della “minestra riscaldata“, mentre Federico e Lorenzo si rinfacciano di tutto ma non possono fare a meno l’uno dell’altro. O ancora Rocco che gioca con Vittoria in un tipico topos della commedia degli equivoci .
Quando allo spettatore sembrerà quasi di dimenticare lo spettacolo, ecco che Veronesi ci riporta alla realtà con un finale d’effetto.
Leggi anche: “Lucca Collezionando” tra critica sociale e satira: l’illustratrice Marilena Nardi ospite d’onore
Finalmente il “Romeo e Giulietta” di Landi Porrini va in scena sul palco del Festival di Spoleto: nel tragico momento del suicidio di Romeo, Vittoria/Otto solleva la fiala di veleno rivolgendosi al regista sul balconcino laterale, rimuove le protesi, la parrucca e si spoglia degli abiti maschili, restando sul palco con capelli sciolti e in reggiseno. Modifica la battuta finale di Romeo “E così con un bacio io muoio” in un “E così in un bacio io vivo” prima di lasciarsi andare al bacio con una stupita e entusiasta Gemma.
Il regista ha un mancamento e in platea cade il silenzio, seguito però da una standing ovation. Poco dopo, mentre Vittoria si guarda allo specchio per indossare un rossetto rosso, Landi Porrini la raggiunge in camerino: la tensione è palpabile, il silenzio si fa pesante, il regista prende in mano la spazzola. Ma poi pettina quei capelli corvini che ha sempre imposto di legare, che Vittoria ha nascosto mostrando la nudità del suo volto e del suo talento.
Lo sguardo complice nello specchio, un grazie emozionato e sussurrato, prima che il regista raggiunga gli spettatori che lo acclamano. Attraversa la folla fiero e con il rossetto rosso di Vittoria aggiunge un accento sulla e, rivoluzionando Shakespeare, ma conservandone la tragicità e il pathos che hanno reso “Romeo e Giulietta” una delle storie d’amore più amate di sempre.