[Recensione] -“Rapunzel il Musical”: gran successo al Teatro Brancaccio per la (nuova) prima con Lorella Cuccarini
Buona la (nuova) prima per Rapunzel il Musical: lo spettacolo scritto e diretto da Maurizio Colombi e prodotto da Alessandro Longobardi per Viola Produzioni, dopo il grande successo della passata stagione con oltre 70.000 spettatori, è tornato al Teatro Brancaccio di Roma dal 15 dicembre.
In realtà questa rielaborazione della celebre fiaba dei fratelli Grimm debuttò proprio al Teatro Brancaccio già nel dicembre 2014 cui sono seguite due stagioni in tour nei principali teatri italiani, diventando a buon diritto un classico del musical, amato da grandi e piccini.
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Anche a distanza di nove anni e con lo stesso gruppo creativo della prima edizione sotto Viola Produzioni, Rapunzel il Musical si conferma un family show che cattura l’attenzione degli spettatori di ogni età.
I più appassionati della Disney, fedeli al cartone animato datato 2010, avranno percepito un piccolo brivido lungo la schiena quando nei primi minuti un cantastorie annuncia che “le storie possono essere cambiate” mescolando un po’ gli ingredienti. Ma niente paura: le modifiche alla storia sono più che sopportabili.
La trama di Rapunzel il musical
Gothel è la principessa di un regno che, a causa di una salute compromessa, comincia a vivere nell’ombra della sorella Gretel che, bella e sana, viene designata regina al suo posto. Sentendosi rifiutata, viene dominata dall’ossessione per la bellezza e si dedica alla stregoneria e allo studio delle erbe officinali: è così che scopre un fiore dallo straordinario potere, capace di donarle nuovo splendore. Gretel, divenuta regina, non riesce ad avere figli e si ammala gravemente. Il Re chiede alla sorella un rimedio che aiuti la moglie a guarire. Gothel prepara così un filtro con il fiore, in cambio di una promessa: il figlio nato sarebbe stato allevato da lei stessa. Nasce una bimba chiamata Rapunzel, dai lunghi capelli biondi che posseggono lo stesso potere magico del fiore, fonte di giovinezza per Gothel. Rapita e richiusa in una torre da Gothel, la bambina cresce senza alcun contatto con il mondo esterno, fino al compimento del suo diciottesimo compleanno. In quel giorno Phil, un ladro scanzonato, scappato dopo un furto, entra nella torre e aiuta Rapunzel ad uscire e a scoprire la realtà circostante. La fuga diventa il momento di crescita e presa di coscienza di Rapunzel che passa tra mille vicissitudini: battaglie tra guardie e briganti, inseguimenti.
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Come si evince, il musical vede come protagonista principale la perfida Gothel interpretata da Lorella Cuccarini, in una trasposizione dell’opera per la prima volta nel genere musical, di impronta tutta italiana.
Sin da subito salta all’occhio la prima modifica alla storia: Gothel è la sorella “sfortunata” di Grethel, prescelta per diventare regina. Ma quando quest’ultima non riesce a dare un erede al regno, proprio il re va dalla sorella per chiederle il fiore Raperonzolo per sua sorella e sigla un accordo segreto con Gothel: sarà lei a crescere la bambina.
Artista versatile e carismatica Lorella Cuccarini riesce a rendere la matrigna di Rapunzel scaltra e affascinante. A dare un tocco in più la modifica del nome: Gothel è in realtà l’abbreviazione di Go To Hell (letteralmente “Va’ all’Inferno“). Le sue coreografie e i suoi movimenti sembrano esser stati creati ad hoc per mettere in mostra le abilità fisiche e la sensualità della Cuccarini che fa del suo mantello e dello spacco inguinale dei suoi abiti una parte integrale del suo personaggio.
Silvia Scartozzoni è la dolce Rapunzel, cresciuta nella torre a pane e immaginazione, con il sogno di vedere dal vivo quelle luci che salgono in cielo, guarda caso proprio nel giorno del suo compleanno. Già al fianco della Cuccarini ne “La Regina di Ghiaccio il musical” nel ruolo della strega Nebbia – conquista il pubblico con la sua voce principesca, essendo un soprano di grande talento. Seppur in alcuni momenti il suo abitino rosa mina la sua credibilità da giovane adulta, l’attrice è incredibilmente fedele al cartone Disney nella mimica e nei movimenti di Rapunzel (qui armata di bastone e non della sua simpatica padella).
Renato Crudo, beniamino del pubblico dei musical avendo interpretato il ruolo di Abdul e del narratore in “Aladin il musical geniale” e di Toto nell’ultima edizione di “Aggiungi un posto a tavola” – tenore eccellente, è Phil (sì, Phil e non Flynn e tanto meno Eugene) il ladro scanzonato e giocherellone dal cuore generoso, che si innamorerà di Rapunzel.
In questa rivisitazione della fiaba, che vanta la presenza di 19 artisti tra attori performer, ballerini, acrobati e cantanti, sono stati inseriti alcuni personaggi assolutamente inediti: la guardia reale Segugio, dalle fattezze canine (Mattia Inverni), che si esprime solo in Grammelot; Rosa e Spina (Martina Lunghi e Matilde Pellegri) i due fiori parlanti (e canterini) con cui Rapunzel può confidarsi quando è rinchiusa nella torre o ancora lo specchio Spiegel che riflette la coscienza della principessa e dà voce ai suoi desideri.
Come in tutte le fiabe non possono mancare i briganti, le guardie, i popolani e soprattutto la figura del cantastorie, interpretato da Giacomo Marcheschi.
Se ad un pubblico adulto alcune scene possono sembrare un po’ troppo brillanti -nel senso teatrale del termine- e pensate per uno spettacolo per bambini, a ribaltare il risultato e trasportare il pubblico in mondo incantato sono due scene perfette: la famosa e romantica notte delle lanterne sul lago (in cui le luci in sala del Brancaccio diventano stelle sopra gli spettatori) e la scena “in sovrapposizione” della canzone “Dove sarai“.
Le musiche e i testi delle canzoni sono originali e composte da Davide Magnabosco, Alessandro Procacci e Paolo Barillari: 19 brani coinvolgenti come la “Rapunzel Dance”, romantici come “Dove Sarai” ed emozionanti come “Una suite a 5 stelle” – anche se i riferimenti attuali non rientrano proprio nel linguaggio da fiaba. Ma l’unione di stili musicali diversi si amalgama perfettamente creando situazioni emozionali in simbiosi con i personaggi, le scene e i costumi.
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Ciò che rende Rapunzel il musical un prodotto eccezionalmente spettacolare è il progetto scenografico di Alessandro Chiti che rilegge in chiave moderna le ambientazioni della fiaba medievale. L’impianto scenico si compone di oltre 15 quadri in continuo movimento grazie al lavoro esperto, dei tecnici. La chiave sembra essere stata quella di trovare un elemento univoco, un filtro, nel quale immergere tutti gli elementi della fiaba: l’intreccio di rami, di cui è rivestita la torre, è una sorta di leitmotiv, ossia il vero motivo ricorrente di tutto lo spettacolo, attraverso il quale si è riuscita a creare, con effetti speciali di luci, quell’atmosfera fiabesca fondamentale per raccontare la storia.
Gli effetti speciali -non mancano esplosioni che vi faranno saltare sulle poltroncine -arricchiscono di stupore l’intero spettacolo lasciando sognare gli spettatori. Dopo aver varcato la soglia del teatro si entra in un immaginario fantastico, per vivere l’avventura di Rapunzel il Musical.
D’altronde, la cifra stilistica che Maurizio Colombi dà ai suoi spettacoli è nota e richiama la sua passione per l’effetto “cartoon”, ripreso nei costumi, nel trucco, nelle coreografie e anche in alcuni momenti recitativi come nella mimica degli attori – caratteristi. Gran parte dei recitati sono accompagnati e ritmati da effetti sonori suonati dal vivo da tastiere e percussioni.
Nello spettacolo viene realizzata anche una sorta di “double fiction” in teatro, in cui i personaggi reali sul palco si trasformano in disegni animati in video, in un continuo scambio tra realtà e animazioni. Un lavoro davvero strabiliante.