Recensione: follia ed ossessione nel libro “Diario di una stalker mancata”
“Questo non è un racconto autobiografico. È il diario di un’ossessione amorosa, la storia di una donna che ricorre alla scrittura come antidoto per cicatrizzare una ferita. È stata respinta, accusata di stalking; vuole discolparsi. È possibile che menta, che la sua versione dei fatti sia una sequela di distorsioni e menzogne. È plausibile che si sia inventata ogni cosa, che il suo fantomatico uomo senza nome sia solo una proiezione della mente. L’autrice ha deciso di provare ad inscenare il suo dramma, ingannevole e vero come la vita. E si è messa in ascolto.“
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Queste sono le parole che l’autrice Francesca Innocenzi ci lascia come premessa nel suo Diario di una stalker mancata edito nel dicembre 2022 da Edizioni Progetto Cultura per la collana Mangiaparole – Romanzi.
Il volume mostra un carattere poliedrico fin da subito, scritto sotto forma di diario “romanzato” riesce ad intrattenere il lettore fino all’ultima pagina per via del mistero celato dietro la ragazza che scrive alla sua ossessione con complicità, come se stesse lì davanti a lei, come se esistesse. Il lettore percorre la scrittura della ragazza come se fosse un’onda di emozioni travolgente che a volte fa venire i brividi e a volte, invece, fa così tenerezza da sentire il bisogno di voler abbracciare un’anima così fragile e sola.
Le pagine scorrono e con loro i mesi che allungano sempre più la distanza tra i due. Il dubbio è presente in ogni frase, ogni parola compromette le certezze costruite fino ad allora, ogni pagina distrugge un castello di sabbia narrativo che, sapientemente e, forse, volutamente, restituisce la vera essenza ingannevole della vita.
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Spesso si parla di stalker uomini, si conoscono le loro mosse, i loro passi, la rabbia e l’impotenza nel doverli affrontare ma di stalker donne? L’autrice tratta con delicatezza la storia di una donna ossessionata d’amore per un uomo impegnato del quale si nutrono perplessità circa la sua concreta presenza. Una donna che scrive per anestetizzare o cicatrizzare alle volte un dolore nero, profondo, che nessuno riuscirà mai ad estirpare dal suo cuore. E quel male si avverte nello scorrere di quelle pagine di diario che tendono
ad un climax introspettivo che lascia l’amaro in bocca e nel cuore.
Francesca Innocenzi ha vestito i panni della donna senza pregiudizi, si è completamente spogliata di ogni suo pensiero per poter dar voce a quello della sua protagonista. Le pagine sono un’altalena di emozioni, a volte si avverte una fortissima empatia nei confronti di un’illusione romantica e a volte si vorrebbe urlare contro una donna che sta rovinando la vita di altri esseri umani.
Il tema dello stalking, del ghosting, dell’ossessione, sono largamente trattati sotto un’altra luce. Per la prima volta si avverte la paura della stalker nell’essere giudicata e condannata, il senso di colpa instillato in entrambe le parti per aver provocato dolore.
Il lettore non saprà mai se alcuni episodi siano accaduti davvero o se siano frutto di una delirante immaginazione, ciò che sa per certo è che la menzogna è al centro della società come una fonte di ossigeno per continuare a vivere in apparenza senza morire dentro.
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Il romanzo non è solo un racconto di una folle ma un viaggio introspettivo profondo nelle strade più oscure della mente umana, dei meccanismi malati di relazioni fantasma che però emanano odore marcio e persistente. Nessuno saprà mai se l’uomo del libro abbia una precisa identità, quello che si saprà una volta terminata l’ultima pagina è che il mondo altro non è che il frutto di innumerevoli proiezioni, minuscoli frammenti di pensiero volti a formare il mosaico di un universo relativo e spinto al limite della razionalità.