Recensione di “Fast X”: la fine della saga inizia da Roma
A ben 22 anni dal primo film, la saga più veloce della storia del cinema, Fast&Furious, torna al cinema con un decimo film: Fast X si annuncia come l’inizio dell’ultima corsa, prevista nel prossimo ed ultimo capitolo.
Sinossi
Era il 2011 quando i protagonisti sconfiggevano in Fast Five il boss della droga brasiliano, Hernan Reyes, abbattendo il suo impero criminale, ma non sapevano che il figlio Dante aveva assistito al drammatico destino del padre e aveva covato la sua voglia di vendetta per dodici lunghi anni, un tempo sufficiente a mettere in piedi il piano perfetto per eliminare i responsabili di quel dolore, spingendoli via da Los Angeles, verso Roma, Londra, il Portogallo e l’Antartide.
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Squadra che vince non si cambia. E in Fast X la squadra è più completa che mai: tutti i personaggi che possono venirvi in mente sono presenti in questo film dall’innumerevole cast. Da un revival di Brian al terzo fratello Toretto interpretato da John Cena, fino ad aggiungere un ennesimo membro all’albero genealogico – la nonna dei Toretto. Tornano Cipher, Shaw e sua madre, il signor Nessuno, la “famiglia” di Rio ed altri che non vi spoileriamo.
Si introducono tutti i collegamenti possibili: la sorella di Helena, la figlia del signor Nessuno e il figlio di Reyes, magnate vittima del colpo della banda nel quinto film. Sì, l’uomo a cui è stata rubata la cassaforte da Dom e Brian – e il film si apre con la riproduzione di quella scena facendoci prendere un colpo alla vista di Paul Walker, cui si aggiunge il punto di vista dei “cattivi”- aveva un figlio.
Dante: un figlio sociopatico e psicolabile ossessionato dalla seta e dal balletto, ma soprattutto amante delle terrazze panoramiche da cui lanciare armi, inquietante al punto da prendere il thè con cadaveri cui tiene gli occhi aperti con dello scotch. Un cattivo che -al solito- vuole vendetta ma non uccidendo Toretto bensì procurandogli sofferenza attaccando la sua famiglia e mettendolo di fronte alla scelta di chi salvare. Ottima l’interpretazione di Jason Momoa insopportabilmente sorprendente nel rendere il suo personaggio inquietante e stravagante. riuscendo a non perdersi in una rosa di così tanti personaggi già noti al pubblico.
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Tutte le strade portano a Roma
Il diabolico piano di Dante coinvolge a pieno l’Italia: l’obiettivo è distruggere Roma così che “i sette colli diventerebbero due e mezzo” e far saltare in aria il Vaticano. La capitale è messa a ferro e fuoco da un inseguimento stradale con tanto di una bomba a forma di gigantesca palla di ferro dal diametro di almeno 5m pronta a esplodere, un’invenzione degna dello spirito della saga. Una palla che rotola per le strade di tutto il centro, lungo la via dei Fori imperiali. Delle strade quasi completamente libero dal traffico, se non per un autobus dell’Atac letteralmente spaccato a metà e auto dei Carabinieri distrutte.
In realtà le riprese sono state effettuate anche a Torino e Genzano e, per noi italiani, è qualcosa di sublime scoprire che a metà della torinese Via Roma, c’è la scalinata di Piazza di Spagna della vera Roma. O che il Ponte degli Angeli dove transita la sfera vorrebbe affacciare sul fiume Tevere, ma sono le acque del Po quelle che scorrono sotto.
Non pochi i riferimenti alla cultura italiana nei discorsi dei protagonisti: gli immancabili spaghetti, La Dolce Vita, Vacanze Romane e gladiatori.
Per una sola scena il film si sposta a Napoli, in uno stranissimo bar più che malfamato in cui il barista estrae un fucile.
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In Fast X ci sono tutti gli elementi della saga: c’è azione, onore e famiglia. Ci sono da subito i barbecue da famigliola americana, le Corona di Toretto, il culto delle auto e le gare rocambolesche. Ci sono le note di See you again mentre scorrono le foto di Brian e del padre di Dom, le forze armate corrotte o spietate, macchine che piovono dagli aerei, mercenari pronti ad uccidere un bambino.
L’ennesimo arresto di Dom, la collana con la croce, le cicatrici di Lettie. E ancora le immancabili scazzottate, degne di John Cena appunto. Scene ricche di azione e violenza intervallate a discorsi sull’onore, sulla famiglia e sull’amore.
Di nuovo un inizio con un quadro da famigliola finalmente serena che sarà minacciata dopo qualche frame. Dom che ammette di aver paura di perdere sua moglie e suo figlio: “Non accadrà un’altra volta” dice Lettie. “Cit.“diciamo noi. E infatti la saga non si smentisce mai.
In questo decimo capitolo ci sono tutti gli ingredienti che caratterizzano l’universo di Fast&Furious: sentimenti, macchine, colori sgargianti, giochi di luce, paesaggi spettacolari, musica e velocità. E ovviamente colpi di scena ogni due minuti che ci fanno sentire il solito e prevedibilissimo brivido ma che a volte sfiorano il fantascientifico, al punto da strappare anche una risata.
Il successo del film
Eppure, dopo un nono film un po’ troppo surreale (si ricordi la macchina che va nello spazio), in un solo giorno in Italia il film ha incassato un milione di euro (per la precisione 997 mila euro) nella giornata di giovedì, con una media di oltre 2.200 euro per sala, il tutto in un infrasettimanale. Dopo Super Mario Bros – il film (1.2 milioni di euro), è il miglior debutto dell’anno, battendo anche Guardiani della Galassia Vol. 3 (840mila euro).
Sarà che ormai Fast&Furious si va a vedere al cinema insieme per tradizione, sarà che in venti anni ci siamo affezionati alla saga e a tutti quei colpi di scena nonostante ci facciano dire “Seh vabbè“. O anche solo per vedere fino a che punto si spingeranno questa volta.
E questo film centra tutti gli obiettivi per mezzo dell’effetto nostalgia, dell’omaggio a Paul Walker (i cui fan più appassionati avranno notato il cameo di sua figlia Meadow Rain Walker ormai meravigliosamente adulta nei panni di una hostess) e per la spettacolarità.
Inoltre Fast X assicura l’attesa per l’undicesimo film che si annuncia come il finale della saga: una chiusura dei conti per tutti (ma proprio tutti) i personaggi, dopo un finale letteralmente in sospeso e una sorpresa in cui ormai non si sperava più. Anzi due sorprese.
Piccolo consiglio: restate seduti durante i titoli di coda. A buon intenditor…