[Recensione] – “Damsel”: Millie Bobby Brown (non) è una perfetta damigella in pericolo
Millie Bobby Brown è la protagonista assoluta di Damsel, il nuovo film di Juan Carlos Fresnadillo, da poco su Netflix.
L’attrice veste i meravigliosi panni della Principessa Elodie (pronunciato con l’accento sulla prima e aperta) che accetta di sacrificarsi e sposare un giovane principe di un regno lontano per salvare il proprio popolo dalla carestia del duro inverno del Nord. Ma di certo non immagina che, subito dopo il matrimonio e aver salutato la propria famiglia, parteciperà ad un inquietante rito in cui lei sarà letteralmente sacrificata. La famiglia reale di cui è divenuta parte con un patto di sangue ha infatti un debito con un drago cui bisogna offrire in tributo tre principesse, figlie (acquisite) della famiglia reale, per ogni generazione.
Nel disperato tentativo di sopravvivere, Elodie scopre la verità dietro quella contorta storia e che purtroppo nessuno verrà a salvarla…
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Dopo aver combattuto contro creature provenienti da una dimensione parallela negli Stati Uniti degli anni ’80 e poi contro criminali nella Londra vittoriana, ecco che Millie Bobby Brown si ritrova contro un drago. Forte del successo della serie Stranger Things – che l’ha rivelata nel ruolo emblematico di Eleven – e dei film Enola Holmes -sulle indagini della sorella minore di Sherlock Holmes – la giovane star prosegue così, con Damsel, la sua proficua collaborazione con il colosso dello streaming Netflix.
Dotata di un vero talento, la Brown sembra aver di nuovo scelto bene il suo progetto. Questo, come i precedenti, si rivolge a un pubblico di adolescenti e giovani adulti, ma anche a appassionati di drammi in costume e avventura.
Risulta infatti difficile incasellare Damsel in un solo genere: in esso si mescolano elementi fantasy e orrorifici, a metà tra un film d’azione e un anti-romanzo cavalleresco. Se Damsel si dimostra abbastanza convincente nell’intrattenimento, il film si fa anche portatore di un messaggio: ribaltare il cliché della «damigella in pericolo» e lottare al fianco di tutte le donne vittima di scelte prese al loro posto.
Un messaggio esplicito fin dall’apertura del film, quando la principessa Elodie ci avverte:
Ci sono molti racconti cavallereschi in cui l’eroico cavaliere salva la damigella in difficoltà. Questo non è uno di quei racconti.
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Realizzato da Juan Carlos Fresnadillo, noto per 28 Weeks Later, questo film è visivamente impressionante. Il budget, stimato tra i 60 e i 70 milioni di dollari, è “visibile” sullo schermo, in particolare attraverso eccellenti effetti speciali: basti pensare al drago e ai danni che provoca, alla scalata della parete di cristalli usando una corona, alle nubi di uccelli in fiamme con getti di fuoco che si trasformano in onde di lava a contatto con la pietra.
Ciò che cattura lo sguardo dello spettatore è la cura dei dettagli: dalle innumerevoli sfumature di rosso negli abiti, nell’arredamento e nei fiori, alla minuzia dei gioielli tutti rigorosamente in oro, dalle rappresentazioni del drago in ogni oggetto e angolo del regno.
Per quanto si tratti di un film fantasy, Damsel si rivela particolarmente realistico: anche se un drago che parla fa storcere un po’ il naso anche agli appassionati del genere, stupisce il modo verosimile in cui vediamo le fanciulle lanciate nel vuoto, o come l’oro delle corone fonda ad alte temperature, colando sul viso, o ancora le urla di dolore di Millie Bobby Brown ad ogni ustione che fanno contorcere lo stomaco, per non parlare degli uccellini che prendono fuoco e bruciano fino a morire.
Dai più piccoli dettagli a quelli più grandi: anche il panorama è mozzafiato. Anche se due terzi del film si svolgono nel ventre oscuro della montagna dove si nasconde la creatura, altrettanto spettacolare.
Proprio qui avviene la graduale trasformazione fisica dell’eroina, che riecheggia abilmente la sua evoluzione psicologica accelerata dalle tribolazioni e dai tradimenti di cui è vittima.
La sua liberazione inizia nella fuga attraverso uno stretto tunnel, quando la ragazza riesce a tirarsi fuori dalla crinolina (la struttura in legno sotto l’ampia gonna) che sta per prendere fuoco. Man mano si libera degli innumerevoli strati da cui è composto il suo abito da sposa, dagli accessori alle maniche a buffo trasformate in lanterne. Finché Elodie non è più ostacolata da nulla, sia fisicamente sia psicologicamente.
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A parte una rivelazione ingegnosa, la trama è ben prevedibile, ma il film tiene lo spettatore in pugno con effetti speciali incantevoli e un ritmo che non rallenta mai. E poi, va sottolineato, Millie Bobby Brown dimostra di saper tenere da sola un intero film nei panni di un’eroina irresistibilmente determinata e accattivante, trasformandosi da eroina fantasy a corpo action, portandosi dietro i turbamenti e la rabbia sepolta del suo personaggio di Eleven in Stranger Things e lo spirito d’avventura di Enola Holmes.