[Recensione con spoiler] “Iron Fighter”: un action fighting movie che non ci convince affatto
Attenzione: la recensione contiene SPOILER
“Iron Fighter“, opera prima del pluricampione di arti marziali Claudio Del Falco, è stato presentato al Cinema Adriano di Roma, dove numerosi ospiti hanno assistito all’anteprima mondiale di quello che è stato orgogliosamente definito “il primo action fighting italiano, un genere ancora inesplorato in Italia ma ricco di appassionati“.
Ecco, cari appassionati, se deciderete di guardare “Iron Fighter” su Amazon Prime, dimenticate immediatamente la trilogia “Taken – Io vi troverò” con Liam Neeson o “Giustizia privata” con Gerard Butler, o ancora i film con Jason Statham, le vicende alla “Jason Bourne” e di “Attacco al potere“. Anzi tenetene a mente solo gli elementi principali perché li ritroverete mescolati all’interno di questo film.
Leggi anche: Chagall e il suo sogno d’amore: cento opere in mostra al Castello di Conversano
Più che un omaggio o “una dichiarazione d’amore ai film americani di action fighting degli anni Ottanta” – come sostiene il regista e attore protagonista – “Iron Fighter” è un tentativo non pienamente riuscito di realizzare un film del genere.
La sinossi ufficiale di “Iron Fighter” recita:
“Campione di Karate e K1, Claudio (Claudio Del Falco) è pronto per il suo ultimo incontro: un evento memorabile con un montepremi di dieci milioni di euro. L’enorme cifra fa gola ad Alpha (Hal Yamanouchi), boss di un’organizzazione criminale che, mentre Claudio è impegnato a combattere, irrompe nella sua villa con i propri crudeli e feroci uomini per prenderne in ostaggio la seconda moglie, Camila (Camila Cruz Escobar), ignorando che nell’abitazione vi sia anche la figlia quattordicenne Sara (Aurora Minasi). Quando Claudio apprende che Alpha è responsabile della morte della prima moglie, mette al sicuro Sara e decide di affrontare da solo l’intera organizzazione per vendicarsi.“
SPOILER ALERT: la recensione contiene spoiler
Rispettando ogni cliché, il film inizia con rombi di Ferrari – rigorosamente rossa -, zoom su una coppa ricoperta da pietre preziose, panorami marittimi mozzafiato e un’intensa scena di sesso all’alba in cui gli atletici corpi dei protagonisti sono accarezzati dai primi raggi del sole.
È Natale ma c’è un sole che spacca le pietre, Claudio indossa il giubbino di Top Gun (sì, proprio con la scritta sul petto) mentre la sua seconda moglie Camila “indossa” solo bikini troppo piccoli e tacchi 14. Tra shopping e ring, l’atmosfera natalizia non sembra molto sentita nella casa di Claudio, in cui nel salotto campeggiano due moto e sulle pareti foto molto sensuali della coppia. Mentre la figlia di lui, Sara, disegna nel seminterrato decine e decine di caricature sexy della sua matrigna – che chiama amabilmente “Quella“.
Il clima e il panorama da sogno suggeriscono un’ambientazione quasi esotica.. ma più tardi in un inseguimento compariranno le fermate Atac (l’azienda di mobilità di Roma) e l’insegna di una tabaccheria.
Per la prima mezz’ora, in attesa del rapimento, i dialoghi della coppia si alternano agli incoraggiamenti dell’allenatore (Danny Quinn) del tipo “Il tuo avversario è sempre un’opportunità per te di superare te stesso“, mentre in sottofondo continua la telecronaca dello scontro tra Claudio Del Falco e un campione egiziano che lo sfida sui social.
SPOILER ALERT
L’allenamento prima e il combattimento poi sembrano molto più vicini al mondo del Rocky di Sylvester Stallone (citato dichiaratamente nel film) che al karate. Anche qui gli occhi neri, il sangue che cola a fiumi e gli ematomi che si vedono nelle scene in cui i campioni sono all’angolo per ricevere consigli e incoraggiamenti, spariscono quando si riprende il round successivo, per poi ricomparire.
Leggi anche: “Shibatarian”: il primo fumetto di Iwamuro tra cinema, fuga e suspence
Mentre il campione è sotto la doccia, la sua seconda moglie viene sequestrata nel suo salotto dopo aver fatto un bagno nella sauna. Indossa un bikini bianco e vertiginosi tacchi a spillo come fossero ciabatte, ovviamente.
Qui fa il suo ingresso il crudele boss interpretato da Hal Yamanouchi (Wolverine – L’immortale, Hard Night Falling). Ma il modo in cui si pone, le sue espressioni e i lunghi discorsi filosofici in cui si protrae troppo a lungo, lo fanno apparire come una caricatura di se stesso. Durante il lungo discorso del criminale, Claudio, legato a sua volta, riesce a liberarsi dalla corda che gli bloccava le mani dietro lo schienale della sedia – anche se poi le ritroviamo davanti allo stesso schienale.
Nel frattempo il boss gli spiega come tre anni prima ha causato la morte della sua prima moglie, inscenando un infarto nel sonno: nel flashback uno dei suoi uomini versa del veleno (conservato in una bottiglietta di vetro con il disegno di un teschio e la scritta “Poison“, a scanso di equivoci) in un bicchiere d’acqua che la donna berrà prima di addormentarsi a fianco alla sua bambina piuttosto piccola che dorme al centro del letto.
I cattivi portano via Camila in una scena che rimanda ad un film per adulti poco credibile, perché non si accontentano dei dieci milioni appena vinti dal campione per risanare il debito di scommesse della defunta moglie. Claudio lascia la figlia dall’allenatore e si prepara alla sua vendetta personale a suon di sciabole (a indicargli l’arma giusta è stato il ricordo della prima moglie). A creare suspense e far salire l’adrenalina c’è l’enfatica colonna sonora firmata da Demo Morselli. Perché la vendetta del protagonista scorre liscia come l’olio.
In definitiva: “Iron Fighter” è un film non ci ha convinto appieno, pur apprezzando l’idea ad origine del progetto e la volontà di portare in Italia un genere che non appartiene alla nostra cultura cinematografica. Certamente non è cosa facile, proprio per questa ragione, e sicuramente si potrà migliorare in futuro.
Leggi anche: Napoli finirà come Pompei, il doc “horror” della tv svizzera sui Campi Flegrei