Recensione: Barbie è davvero il film dell’estate da vedere al cinema?
L’attesa per il Barbie di Greta Gerwig è finita: dal 20 luglio è possibile vedere sugli schermi di tutto il mondo il film che vede Margot Robbie nel ruolo della bionda bambola e Ryan Gosling nel ruolo di Ken.
In meno di ventiquattro ore, Barbie ha già fatto la storia del box office italiano: è il migliore debutto del 2023, con 2,1 milioni di euro e quasi 285mila spettatori.
Il lungometraggio segue la storia della bambola ideata da Ruth Handler e commercializzata dalla Mattel a partire dal 1959, che vive nel mondo perfetto di BarbieLand. Ma purtroppo non più perfetto come una volta.
Quando per la prima volta Barbie si preoccupa della morte, deve recarsi nel mondo reale per trovare le risposte che cerca ed incontrare la bambina che gioca con lei, accompagnata dal suo fedele aiutante, Ken.
Una delle strategie usate da produzione e marketing per pubblicizzare Barbie è stata quella di far parlare moltissimo del film, per mesi, mostrando però poche immagini e raccontando ancor meno della trama. Dai pochi minuti di trailer possiamo vedere la biondissima Barbie nel suo mondo tutto rosa insieme ad altre decine di barbie iper caratterizzate e decine di Ken.
Uno degli elementi che ha più colpito i fan con l’uscita del trailer è stata la posizione assunta dal piede di Barbie. Anzi, di Margot Robbie, che ha dichiarato di essersi esercitata e di aver voluto girare senza controfigure la scena in cui scende dal letto con i piedi “a punta”, nella classica posa dei piedi della bambola, pensata per farle indossare più facilmente le scarpe. Dopo aver visto quella scena, gli utenti sui social hanno provato a ricreare la scena, rimanendo sulle punte con il piede arcuato mentre si levavano le scarpe.
L’idillio della protagonista nel suo mondo di plastica inizia a mostrare delle crepe e a perdere la sua perfezione quando Barbie si ritrova con i piedi “piatti”, perdendo una delle caratteristiche più distintive delle bambole Mattel.
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Le recensioni
Il film è uscito lo stesso giorno di Oppenheimer: sin dalla comunicazione della data d’uscita i due film sono protagonisti di una forte concorrenza che porta a un’eccitazione di molti fan per andare a vederli.
Nonostante i commenti siano soprattutto positivi, la critica cinematografica statunitense è divisa in due. Da una parte i critici entusiasti, secondo i quali il film è abbastanza femminista, ironico, e intelligente da superare i timori che si trattasse solo di una gigantesca operazione di marketing.
Dall’altra invece chi crede che la spinta travolgente si esaurisca nell’impacchettamento. «La confezione di Barbie è molto più divertente del noioso giocattolo all’interno della scatola», secondo il New York Post.
Secondo altre recensioni, Barbie valeva la pena dell’attesa. Su Rotten Tomatoes ha, infatti, 89% di voti positivi con 109 recensioni. Digital Spy lo descrive come “una satira tagliente, esilarante e felicemente contagiosa dei ruoli di genere“.
Ancora una buona critica per Inverse, ma che sfuma le sue parole: “Anche se non è così pungente o tagliente come si immagina, la sfilata di plastica di Barbie e le sue buffonate lasciano poco a poco spazio al tipo di emozione tenera e poco sicura di sé che Gerwing sa maneggiare così bene“.
Una denuncia del patriarcato che non passa per alcuni media come per il New Statesman che afferma che le scene propongono “solo vuote aperture al femminismo.”
Ad alcuni invece non è piaciuto affatto, come sottolinea il New York Post, che ne conclude che il progetto “è una delusione estenuante, spasmodica, egocentrica e sopraffatta“.
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“Barbie è uno dei film mainstream più fantasiosi, immacolati e sorprendenti della memoria recente” scrive The Independent “sebbene sia impossibile per qualsiasi film in studio essere veramente sovversivo, specialmente da quando la cultura del consumo ha preso piede nell’idea che l’autocoscienza fa bene agli affari, Barbie riesce a farla franca molto più di quanto si pensasse fosse possibile“.
La critica italiana
Ma vediamo anche le recensioni italiane. Su Vogue Italia leggiamo: “un film che apre conversazioni ma che non mette punti, rimanendo politicamente corretto e fedele al mondo “terribile”, per citare Gloria (la proprietaria della Barbie, ndr), in cui viviamo.” IGN Italia assegna un 7.5 (discreto) al film scrivendo che “la sceneggiatura di Barbie, pur con diverse trovate pungenti, gioca secondo le regole del sistema capitalistico che vorrebbe mettere in discussione, finendo per bilanciare in maniera ecumenica e conciliatoria elementi di rottura e tradizione.“
Di diverso avviso Cinematografo.it che lo definisce “un po’ musical, un po’ commedia demenziale (ma mai fino in fondo, sarebbe stato forse meglio)“. O ancora Grazia: “la Barbie stereotipo incarnata da Margot Robbie è lo stesso simbolo di non inclusività e di canoni estetici irraggiungibili che purtroppo attanagliano il mondo femminile e lo relegano a una continua rincorsa di approvazione e apprezzamento sociale guarda caso proprio in forza di una società patriarcale.“
Scrive invece Tgcom24: “Un film che riesce a dare un’anima alla plastica e persino a certe operazioni di marketing. E tra frizzi, lazzi, gag, battute, rollerblade, numeri musicali di altissimo livello e ciabattine con piume di marabù, il lungometraggio offre spunti di riflessione sulla società in cui viviamo, sul maschile e sul femminile. Insomma, non crediamo si possa chiedere di più a un’opera con protagonista una bambola giocattolo.”
I voti della stampa internazionale
Metacritic : 81%*
Rotten Tomatoes : 89%*
* (Percentuale di recensioni positive sul totale)
BBC : 100/100
Collider: 91/100
Chicago Tribune : 88/100
NME : 80/100
Empire : 80/100
The Guardian : 60/100
Public : 5/5
Le Figaro : 4/5
Le Parisien : 4/5
Le Monde : 2/5
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