Quelle favolose colonne sonore: gli anni ‘60
Partiamo per un viaggio che vi condurrà nel mondo delle note che hanno fatto la storia del Cinema. Se è vero che dar vita a un grande film significa far sì che tutti i pezzi del puzzle trovino il loro perfetto incastro, è la colonna sonora, talvolta, che gioca un ruolo fondamentale nella nascita di un capolavoro.
La musica può accompagnare lo scorrere delle immagini ed entrare nel cuore degli spettatori, smuovendo passioni ed emozioni, creando un forte legame empatico coi personaggi. Ecco quindi che, per ogni decade, selezioneremo dieci tra le più iconiche colonne sonore di tutti i tempi, partendo dagli anni ’60.
Gli anni ’60 hanno rappresentato una sorta di “Anno 0” nel mondo del cinema e delle colonne sonore. È l’inizio della cosiddetta New Hollywood e i film non sono più un semplice intrattenimento ma diventano un faro puntato su una società in balìa dei cambiamenti. Gli spaghetti western facevano scuola e i compositori trovavano nuova linfa, sperimentando sonorità fino ad allora impensabili per un film. È lì che le musiche non fungono più da sottofondo alle scene, ma trovano una vera e propria autonomia, sviluppando una personalità talvolta indipendente dallo stesso film.
Non si tratta, quindi, di classifica ma di semplice compilation di alcune tra le più famose colonne sonore degli anni ’60.
“BORN TO BE WILD” by Steppenwolf (Eeasy Rider, 1969)
Quando i cuori erano in tumulto e i ragazzi lottavano per l’uguaglianza sociale e l’amore libero, sfidando la violenza delle guerre e la rigidità della società di fine anni ’60, gli Steppenwolf si piazzavano al secondo posto della Billboard Hot 100. Era il 1968 e il ruggito della band americana accompagnava quello dei chopper di Henry Fonda e Dennis Hopper in Easy Rider, dalla California al carnevale di New Orleans. Born To Be Wild diventa l’inno di una generazione mai doma e dei biker di tutto il mondo.
“THE SOUND OF SILENCE” by Simon & Garnfunkel (Il laureato, 1967)
Nel 1967 Mike Nichols dà scandalo quando un giovane Dustin Hoffman viene sedotto dalla matura e conturbante Anne Bancroft. La colonna sonora del film, nel brano del celebre duo Simon & Garnfunkel, passerà alla storia come uno dei pezzi più suonati dalle radio di tutto il mondo. Incisa nel 1964, in seguito all’uccisione del Presidente J.F. Kennedy, verrà poi inserita nel film, raggiungendo la prima posizione nella classifica Billboard 200 e rimanendo in cima per nove settimane consecutive.
“ALSO SPRACH ZARATHUSTRA” by Richard Strauss (2001: Odissea nello spazio, 1968)
Un Film maestoso per un dei capolavori immortali della musica classica. Stanley Kubrick fa largo uso del poema sinfonico di Richard Strauss per sottolineare tutti i momenti topici del film, facendo sì che il brano diventi ben presto uno dei più celebri e riconoscibili della storia del Cinema.
“C’ERA UNA VOLTA IL WEST” by Ennio Morricone (C’era una volta il west, 1968)
Sergio Leone ed Ennio Morricone viaggiano all’unisono. Anche in C’era una volta il west il sodalizio tra i due artisti dà vita a uno dei più grandi capolavori che il Cinema abbia visto/udito. La maestosità dell’opera è enfatizzata da alcune tra le più belle composizioni di tutti i tempi che, struggenti, accompagnano lo spettatore dal Selvaggio West all’approssimarsi dei tempi moderni. Morricone meriterebbe di essere citato diverse volte in questa lista ma, per dar spazio a una più ampia passerella di compositori si è deciso di tagliare altri capolavori, certi di non far torto al Maestro.
“PINK PANTHER THEME” by Henry Mancini (La pantera rosa, 1963)
Ci sono colonne sonore che, pur prive di parte cantata, entrano prepotentemente nell’immaginario collettivo. Quella della Pantera Rosa è uno di questi. Chi non ha mai fischiettato il leggendario tema di Henry Mancini, vincitore di tre Grammy e meritevole di una nomination all’Oscar nel 1964?
“MOON RIVER” by Audrey Hepburn (Colazione da Tiffany, 1961)
Quando il regista Blake Edwards chiese al compositore Henry Mancini di distaccarsi dalla forza del rock anni ’60 e portare indietro le lancette del tempo, non avrebbe mai immaginato che, di lì a poco, sarebbe nato un capolavoro sognante e stilisticamente perfetto per un film come Colazione da Tiffany. La soundtrack vincerà l’Oscar come miglior colonna sonora e il brano interpretato da Aubrey Hepburn trionferà come miglior canzone. Dove c’è Audrey Hepburn c’è classe.
“EVERYBODY’S TALKIN’” by Harry Nilsson (Un uomo da marciapiede, 1969)
Quando ascolti un brano in un film del 1969 e, dopo cinquanta e passa anni, quello stesso brano viene ancora cantato e riproposto nelle più disparate pubblicità, capisci che qualcosa di buono è stato fatto. La cover di Harry Nilsson è sicuramente la più celebre versione del brano originariamente firmato da John Barry e che compare nella colonna sonora di Un uomo da marciapiede con Dustin Hoffman e Jon Voight.
“A SPOONFUL OF SUGAR” by Julie Andrews (Mary Poppins, 1964)
In Italia la conosciamo come Basta un poco di zucchero e la pillola, va giù…. Un premio Oscar, un Golden Globe e un Grammy Award per la colonna sonora del kolossal Disney che tutti hanno visto. È la voce di Julie Andrews che, sulle note composte dei fratelli Sherman, ci porta nel magico mondo della tata più famosa di sempre.
“JAMES BOND THEME” by John Barry (007 – Dr. No, 1961)
Non servono presentazioni. Non servono giri di parole. “Tre parti di Gordon’s, una di Vodka e mezza di Kina Lillet. Agitato, non mescolato” è tutto quello che occorre. Prima colonna sonora strumentale, per il celebre motivetto che risuona nella mente di tutti noi quando pensiamo all’agente segreto più famoso di tutti i tempi. Realizzato da John Barry, il celebre brano accompagnerà l’apertura anche di 007, dalla Russia con amore e le sequenze di chiusura di numerosi altre avventure di James Bond.
“THE MAGNIFICENT SEVEN” by Elmer Bernstein (I magnifici sette, 1960)
Ancora un western in questa prima selezione di colonne sonore. Il brano di Elmer Bernstein è famoso e potente almeno quanto l’immagine di Yul Brynner che cavalca nelle praterie del Vecchio West. Forse la più iconica colonna sonora degli anni ’60. Di sicuro una delle più coinvolgenti.