Promossi e bocciati: il meglio e il peggio delle serie tv uscite nel 2022
Sono davvero molte le serie tv di grande qualità uscite nel 2022, alcune erano attese da anni, altre invece hanno piacevolmente sorpreso gli spettatori, regalando momenti di svago in un anno post pandemia segnato da una nuova minaccia, quella della guerra. Purtroppo, però, ce ne sono state altrettante a dir poco deludenti, in cui nemmeno i milioni spesi per il budget hanno salvato la situazione. Vediamo ora nel dettaglio la nostra classifica delle Migliori Serie Tv del 2022:
5. THE BEAR
“The Bear” è sicuramente la rivelazione di quest’anno.
La storia narra le vicende dello chef stellato Carmy (Jeremy Allen White) che, dopo il suicidio del fratello maggiore, deve tornare nella sua città natale per gestire il ristorante di famiglia che ha ricevuto in eredità. Carmy ha solo 21 anni, eppure ha già raggiunto i più alti livelli culinari, tanto da entrar a far parte di uno dei ristoranti più pregiati del mondo. Una volta tornato a Chicago, il giovane dovrà fare i conti con un’attività ormai allo stremo, piena di debiti ed una vera e propria cucina da incubo.
Questa produzione targata FX e distribuita in Italia da Disney +, va molto al di là del solito format culinario, attraverso questo ristornate lo spettatore entra nelle vite disastrate dei protagonisti, vive i suoi drammi e il grande dolore che porta il lutto. La cucina funge da metafora della vita, dove un piccolo errore può distruggere ore di lavoro oppure portare ad un inaspettato capolavoro.
Leggi anche: “Ritorna ogni anno”: Gianni Rodari e i suoi dolci versi natalizi
4. SCISSIONE
“Scissione” è la serie giusta per chi vuole capire il vero significato della parola alienazione.
Immaginate come sarebbe se, una volta trovato lavoro, l’azienda che vi ha assunto vi dicesse che la loro procedura standard è quella di impiantare nel cervello degli impiegati un microchip. Questo chip potrebbe cambiarvi la vita, infatti la sua funzione è quella di separare totalmente il lavoro dalla vita privata. Nel senso che, una volta entrati in ufficio ci si dimentica completamenti di chi si è al di fuori e, una volta volta finita la giornata lavorativa succede il contrario, ci si dimentica di quello che si è fatto a lavoro e ritornano tutti gli altri ricordi. Questo è proprio il caso della Lumon, società al centro della serie targata Apple Tv +,e del nuovo capo reparto Mark (Adam Scott).
Proprio come per i dipendenti della Lumon è vostra la scelta, inizierete questo viaggio oppure no?
3. THE BOYS
Dopo due anni di stop forzato, causato dall’emergeza Covid, nelle nuove puntate di “The Boys” (che trovate su Amazon Prime Video), gli spettatori vengono immersi in un mondo quasi surreale.
E’ passato un anno dagli eventi della seconda stagione e tra i The Boys e i Super è in atto una sorta di tregua. Butcher (Karl Urban) ha molto da metabolizzare dopo aver scoperto che sua moglie è ancora viva, per poi vederla morire per mano del suo stesso figlio, in preda ad un attacco di rabbia. Continua a tenere d’occhio i Sette, ma a causa del suo lavoro per i servizi segreti deve mantenere un profilo basso. Inoltre la squadra, dopo l’abbandono di Latte Materno (Laz Alonso), tornato dalla sua famiglia e di Hughie (Jack Quaid), anche lui alle dipendenze del governo americano, è in difficoltà, ma presto la situazione prende una nuova e inaspettata piega. I Boys riescono a trovare un siero anti-Super che li poterà ad iniziare una vera e propria guerra con i Sette e a scontrarsi con un nuovo villain, il primo supereroe creato dalla Vought, Soldier Boy (Jensen Ackels).
La grande novità di questa seconda serie è stata sicuramente l’entrata nell’universo di The Boys del personaggio di Soldier Boy, che ha portato la cattiveria dei super ad un livello mai visto prima. La visione distopica dei supereroi continua la sua corsa verso un viaggio di sola andata, dove non esistono confini e bene e male si mescolano, riducendo gli umani al solo ruolo di pedine, in un gioco di potere con risvolti catastrofici.
Leggi anche: La magia del Natale raccontata dalla voce di Frank Sinatra
“Yellowstone”(2018) è uno degli show di maggior successo del palinsesto statunitense.
La serie, arrivata alla quinta stagione, è un western ambientato nei paesaggi mozzafiato del Montana. Trasmessa da Sky Italia, segue le vicende della famiglia Dutton, proprietaria del più grande ranch del paese, confinante con il parco nazionale.
Complice la scrittura del candidato al premio Oscar Taylor Sheridan, e del ritmo incessante creato dal talentuoso cast, composto da Kevin Costner (Balla coi lupi), Luke Grimes (Brothers anda Sisters), Kelly Reilly (True Detective), Wes Bentley (American Horror Story) e Cole Hauser (Rogue), ogni episodio mostra allo spettatore un aspetto della vita americana poco conosciuto. Il mondo dell’allevamento, segnato da sudore e fatica, viene incessantemente attaccato da “forestieri” che vedono quello stile di vita come inadatto al progresso moderno e che cercano in tutti i modi di appropriarsi dei terreni per avere il controllo di petrolio e legname.
Una saga familiare che, insieme a Succession, racconta lo spaccato americano. Ogni stagione è migliore della precendete e questo ha portato a creare un vero e proprio franchise, con la produzione di due spin-off incentrati sugli antenati dei Dutton, 1883 e 1923, il primo disponibile su Paramount + e il secondo ancora inedito in Italia.
“Euphoria” è la prova dell’evoluzione che hanno subito in questi decenni i racconti adolescenziali. Le tematiche affrontate sono passate dalle ovattate scoperte sessuali, culminanti in un semplice bacio, all’affrontare temi delicati come lo stupro, l’abuso di droghe e la dipendenza dai social media. Scava in profondità, ci mostra le verità scomode di una generazione perennemente connessa, ma in realtà sempre sola.
La storia ruota attorno a Rue, interpretata da una notevole Zendaya (Spider-Man: Homecoming, The Greatest Showman). Nella prima stagione, Rue torna a scuola dopo un’estate passata in riabilitazione, conseguenza dell’essere stata trovata in overdose dalla sorella minore.
Nonostante l’apparente recupero, la ragazza non si è mai disintossicata del tutto e continua ad abusare di droghe, oppressa dai ricordi di un passato doloroso che la perseguita.
A gennaio è stata rilasciata la seconda stagione su HBO MAX (in Italia su Sky), dopo la messa in onda di due episodi speciali a dicembre 2020 e gennaio 2021.
Sam Levinson, il creatore della serie, ha preferito raccontare le storie di outsider, che vivono perennemente in bilico su un baratro esistenziale, economico e sociale, giovani che non riescono ad accettare lo status quo.
Euphoria non è una serie per tutti, si deve accettare ed elaborare quello che si vede, ma è una prodotto in cui tutti possono riconoscere qualcosa di sé.
Leggi anche Mercoledì: 3 curiosità sulla nuova serie tv targata Netflix
Leggi anche The Crown 5, il “nuovo” Carlo non convince. Breve guida ai primi 2 episodi
Ed eccoci giunti alla classifica delle Peggiori serie tv dell’anno appena trascorso:
Quello che accomuna tutte queste produzioni, e che forse rende ancora più pensante il fallimento, è il grande potenziale che ognuna di esse poteva avere. Ordinate e volute tutte da colossi dello streaming, come Netflix, Amazon e Disney Plus, ognuna è mancante di qualcosa, nonostante siano tratte da opere già note e da cui si sarebbe potuto estrarre il meglio.
5. RESIDENT EVIL
“Resident Evil” ha alle spalle un franchise di videogiochi e film di grande successo, eppure nella serie, in cui chiaramente Netflix non ha investito granché, la storia è piena di lacune e gli effetti speciali sembrano usciti da un film a basso budget degli anni 80’. Dando vita un evento puntate si sarebbero potuti esplorare particolari che nei capitoli precedenti erano stati messi in secondo piano, così da completare ed arricchire l’arco narrativo. Possibilità che non è stata colta dai creatori e showrunner, che hanno elaborato una trama scontata e priva di azione.
4. UMBRELLA ACADEMY
Per quanto riguarda “Umbrella Academy”, possiamo dire che non è del tutto una sorpresa. La qualità della serie è calata stagione dopo stagione, non riuscendo a mantenere lo standard eccellente della prima, nonostante, anche qui, la storia fosse già nota grazie ai fumetti di Gerard Way. Le prime puntate hanno dei buoni momenti, come l’omaggio al cult movie Footlose della prima puntata, ma poi si spengono gradualmente, perdendo tutto il colore e la caratterizzazione tipica dei protagonisti. Molti sono i temi affrontati in questi nuovi episodi, prima fra tutti la trasformazione di Vanya, interpretata da Elliot Paige, in Viktor. Forse anche troppi per questo tipo di genere, come si dice il troppo stroppia.
Arriviamo forse al più discusso tra gli insuccessi di questi ultimi mesi, “Gli Anelli del Potere”. Flop a livello di audience e a livello di lavorazione. La serie più costosa mai realizzata ha toppato e lo ha fatto perché ci si è concentrati così tanto sulla perfezione tecnica da dimenticarsi che la CGI non può costruire una storia dove di base non c’è. L’universo di Tolkien è talmente vasto e magnifico che fa male vederlo trattato così, come un prodotto volto solo al guadagno, dove i personaggi sono buttati nella mischia, giusto per dare una parvenza di trama, e dove nulla viene effettivamente raccontato. Questa serie doveva spiegarci come tutto ebbe inizio, come gli uomini, gli elfi e i nani sono diventati quello che sono nei film campioni di incassi di Peter Jackson e invece nulla, intuiamo qualcosa si, ma tutto è sospeso per aria, come le parole non dette.
Che dire, “Blockbuster” aveva dalla sua la potente arma della nostalgia e invece nemmeno un sentimento così forte è riuscito a tenerla a galla.
Per chi non lo conoscesse, Blockbuster è stato, a fine anni 80’ e per tutti gli anni 90’, il luogo dove si andava a noleggiare un film o un videogioco. Arrivati nel nuovo millennio le cose iniziano a cambiare, i primi servizi streaming iniziano ad acquisire pubblico e proprio il successo di Netflix decreta il fallimento della catena, con la chiusura di quasi tutti i negozi, sia in America che nel resto del mondo.
Solo un punto vendita riesce a sopravvivere alla bancarotta, quello della cittadina di Bend, in Oregon.
La serie Netflix voleva raccontare proprio la vita degli impiegati di questo piccolo luogo rimasto immutato nel tempo, ma purtroppo, a differenza del negozio, la serie è stata cancellata dopo la prima stagione, a causa degli scarsi ascolti e delle recensioni negative.
“She Hulk” è stata una sorpresa, in negativo però. La qualità delle serie Marvel non ha mai deluso gli spettatori, fino a questo momento almeno. La meno famosa cugina di Bruce Banner (Mark Ruffalo) non ha nulla di eccezionale, se non la sua amicizia con Daredevil (Matt Murdock), attraverso cui è stato annunciato il ritorno nell’universo MCU. Oltre a questo cameo non ci sono altri momenti rilevanti, gli episodi serie vanno avanti perché devono, obbligati, perché tutto nel MCU è collegato e ogni episodio fornisce dettagli importanti per i prossimi capitoli, ma nulla di più.