“Porcile” di Pasolini in scena a Bologna: Arte e Salute insieme a Balletto Civile
Dopo il debutto dello scorso anno, Arte e Salute, compagnia di casa in Ert, torna sul palcoscenico del Teatro Arena del Sole di Bologna dal 27 febbraio al 3 marzo con Porcile, lavoro che ha visto gli attori della storica compagnia guidati dal regista Nanni Garella, in una inedita collaborazione con Balletto Civile e Michela Lucenti, che ne ha curato le coreografie.
Uno spettacolo nato per il progetto Come devi immaginarmi, ideato da Valter Malosti e dallo studioso Giovanni Agosti in occasione del centenario della nascita di Pasolini, che nella Stagione 22/23 ha portato alla messa in scena dell’intero corpus delle tragedie dell’autore.
Una coproduzione di Emilia Romagna Teatro Ert / Teatro Nazionale e Balletto Civile, con Associazione Arte e Salute, Regione Emilia-Romagna – Progetto “Teatro e salute mentale”, Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Bologna.
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Porcile è un dramma ambientato nell’estate del 1967 a Godesberg, città della Germania nei pressi di Bonn, dove gli strascichi del nazismo sono ancora evidenti. Qui vive una famiglia borghese di ricchi industriali, i Klotz, il cui figlio Julian passa le giornate nel disinteresse e nell’apatia.
Il giovane protagonista porta sulle spalle il peso di un’eredità intollerabile, quella che vide gli industriali, e dunque anche la sua famiglia, collaborare con il regime di Hitler. In questo senso Julian si rivela un perfetto eroe tragico, destinato a soccombere per il suo orgoglio e la sua sfacciataggine, ma anche per il suo sincero legame con la natura che al tempo stesso sfida. «Julian assomiglia molto a Pasolini da giovane – nota Nanni Garella – per questo infinito amore per la vita nonostante le difficoltà, le persecuzioni e le angherie»
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Sebbene ambientata in epoca moderna, la pièce pasoliniana ha perciò tutte le caratteristiche e la potenza della tragedia arcaica: «Pasolini non è un drammaturgo, – specifica il regista – è un poeta e un narratore. Quando decide di affrontare il teatro tenta di scavalcare la forma del dramma borghese e anche quella del teatro epico. Per fare ciò Pasolini si tuffa nella tragedia antica, scrivendo in versi le sue opere teatrali, e strutturandole non in atti, ma in episodi».
La versione di Nanni Garella con Arte e Salute – oltre a dare risalto ad alcuni personaggi, come la figura della madre – concentra e amplifica sul piano drammaturgico l’inclinazione alla tragedia arcaica dello scrittore bolognese. Ispirandosi all’omonimo film di Pasolini del 1969, che vide l’attore Jean-Pierre Léaud nel ruolo di protagonista, Garella sceglie di dare più spazio al coro, che in Porcile appare soltanto alla fine per annunciare la morte improvvisa di Julian ed è costituito da un gruppo di contadini – tra cui immigrati italiani – che vivono e lavorano fuori dalla grande villa dei Klotz. Le vicende vengono così intervallate dalle parti corali e abitano una scena classica ed essenziale, costituita da tre uscite e un muro di luce, come era per la tragedia greca.
Da qui prende le mosse la collaborazione con il collettivo nomade e multidisciplinare Balletto Civile: «avevo bisogno del movimento e di una danza – dichiara il regista – capace di coinvolgere i miei attori. Con Michela Lucenti abbiamo dunque lavorato per costruire un coro che attraverso musica e gesti potesse spezzare la prosaicità asciutta e secca della tragedia».
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Nasce così un inedito e virtuoso incontro, in cui il gruppo di attori di Arte e Salute ha avuto modo di confrontarsi con i performer di Balletto Civile acquisendo una tecnica e un linguaggio nuovi: «La nostra è una danza narrativa e gestuale – commenta Lucenti – e forse per questo l’incontro con la regia di Nanni Garella, incentrata sul testo e la parola, e con il suo speciale gruppo di attori è davvero riuscito. Insieme a loro abbiamo affrontato un grande lavoro sullo spazio-corpo e siamo rimasti sorpresi dalle loro risposte e dal desiderio di potersi raccontare attraverso il corpo».
Così come Michela Lucenti e Balletto Civile si sono confrontati con Il padre selvaggio, sceneggiatura di un film mai realizzato di Pasolini in Davidson (produzione ERT, 2023), anche la Compagnia Arte e Salute arriva a misurarsi con la tragedia scomoda, scabrosa e sgarbata di Porcile dopo gli spettacoli tratti dalle sceneggiature di Edipo, Il Vangelo secondo Matteo e Le nuvole.
«Per recitare Pasolini ci vogliono interpreti molto bravi o, come nel nostro caso, attori particolari – conclude il regista – che manifestano il loro talento attraverso una leggera o pensante, in base a come la si vuole vedere, diversità. È proprio questa che li fa emergere dal chiacchiericcio del dramma borghese: sono pasoliniani per natura».