Pittura e Cinema, un amore passionale in grado di suscitare grandi emozioni
Come diceva il grande regista giapponese Akira Kurosawa: «Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla Pittura, alla scultura ed alla musica.»
Esiste una forte simbiosi tra pittura e cinema. Entrambe possono avvolgere lo spettatore, creare un’atmosfera e suscitare emozioni attraverso il colore e la composizione, spesso senza parole. Molti tra registi di tutte le epoche e di tutte le età fanno riferimento all’interno dei loro film ad alcune delle opere più famose di sempre. È questo il caso, tra i tanti, di Martin Scorsese.
Nel suo capolavoro thriller “Shutter Island” risalta agli occhi dello spettatore l’incredibile analogia del bacio scambiato tra Leonardo Di Caprio e Michelle Williams con il famossissimo “Bacio” di Gustav Klimt. Il color oro, emblema dell’arte prodotta dal pittore austriaco, ricorre anche nella scena del film incorniciando così le figure dei tue attori.
Altro esempio lampante della stretta relazione che intercorre tra arte e cinema è quella tra il film “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick e l’opera “La ronda dei carcerati” di Vincent Van Gogh. Kubrick, regista tra i più importanti e rivoluzionari di tutto il mondo cinematografico, non ha fatto mancare all’interno di uno dei suoi film cult, il riferimento ad un opera celebre come quella di Van Gogh, conferendo così alla scena un’atmosfera completamente introspettiva.
Ultima, ma non per importanza, è la relazione tra il film “Labyrinth” di Jim Hanson e la litografia “Relatività” di MC Escher. Il film, appartenente al genere fantastico, vanta un cast con figure di spessore, tra le quali troviamo il grande David Bowie nelle vesti di Jareth, re dei goblin. Nella sovrapposizione tra fantasia e realtà ritroviamo nel film l’influenza della produzione di Escher. Le sue litografie non sono costruite a caso sulla base del solo estro illusionista, ma hanno un solido legame con la geometria creando così mondi improbabili capaci di trasformare l’immagine quotidiana in un universo parallelo dove tutto è possibile; proprio per questo motivo il senso della sua opera trova un posto giusto in “Labyrinth”.
Cinema e Pittura un connubio perfetto. Due mondi che spesso si sono fusi tra loro creando straordinarie sinergie. Possiamo dunque affermare che la bellezza, ancor prima di rimanere impressa in una pellicola, ha vissuto per secoli sulla tela.
Di Erica Ciaccia
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