“Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna”: venti anni fa usciva il primo capitolo della saga
– Non so se è pazzia o genialità.
– Incredibile quanto questi due tratti coincidano.
Pazzia o genialità: di fronte alla riflessione di Will Turner, gli stessi creatori di Pirati dei Caraibi avrebbero quasi scommesso sulla prima.
L’idea di creare un film a partire da un prodotto crossmediale -precisamente una delle attrazioni del parco tematico di Disneyland create negli anni Sessanta- non sembrava destinata al successo. Al punto che i produttori decisero di aggiungere un sottotitolo solo alla fine dei lavori, non fiduciosi nella possibilità di creare un sequel.
Eppure nel 2003 il film Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna (titolo originale Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl) ottenne un incredibile successo di critica e pubblico con ben 5 nomination agli Oscar e un incasso di oltre 650 mila dollari, risultando il quarto film con il maggior incasso.
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Gore Verbinski firmò così il primo capitolo di una saga che ha conquistato il mondo, dagli adulti ai più piccoli, creando una spettacolare e affascinante storia intorno al singolare triangolo formato da Jack Sparrow, Elizabeth Swann e Will Turner.
Piccola curiosità: i cognomi dei tre protagonisti di Pirati dei Caraibi sono tutti ispirati al mondo degli uccelli. Sparrow in inglese significa “passero”, Swan senza la doppia n finale significa “cigno”, mentre William Turner è stato un famoso ornitologo.
La maledizione della prima luna – sinossi (da comingsoon.it)
Will Turner è segretamente innamorato di Elizabeth, fanciulla che otto anni prima lo aveva salvato da morte certa in mare. La ragazza, seppur costretta a convolare a nozze con il commodoro James Norrington (Jake Davenport), prova un sentimento molto forte per il giovane Turner.
La giovane, tuttavia, gli nasconde un segreto: dopo averlo salvato dal naufragio, gli sottrasse un misterioso medaglione, terrorizzata dal fatto che suo padre potesse crederlo un pirata e condannarlo a morte.
Nel giorno della sua investitura ufficiale, Norrington propone ad Elizabeth di sposarlo ma lei perde i sensi, cadendo in mare da una grande altezza. Fortunatamente, la ragazza è soccorsa dal pirata Sparrow, giunto nel villaggio per acquistare una nave.
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L’impatto in acqua attiva inavvertitamente il medaglione pirata che la ragazza porta al collo, richiamando la ciurma della Perla Nera e lo spietato capitano Hector Barbossa (Geoffrey Rush). Quando il pirata rapisce Elizabeth, convinto di aver finalmente trovato l’erede di “Sputafuoco” Bill Turner, Will e Jack si alleano per raggiungere i pirati.
La ragazza, intanto, scopre che il medaglione fa parte di un tesoro risalente al genocidio commesso da Cortés nel 1521. Ogni moneta è stata maledetta così che, chiunque venga in possesso del bottino violentemente sottratto ai nativi aztechi, sia costretto a trasformarsi ad ogni luna piena in non-morto.
Per spezzare il maleficio, Barbossa ha bisogno del sangue Turner ma non sa che Sparrow è sulle sue tracce, deciso a vendicare l’ammutinamento che gli costò nave ed equipaggio. Mentre i due si incontrano e si scontrano con la Perla Nera, il commodoro Norrington tenta di scovare e punire i pirati, ma ignora che alcuni di essi sono ormai alleati…
La ricetta perfetta
“Questo è il giorno che voi tutti ricorderete come il giorno in cui avete quasi catturato il capitano Jack Sparrow!“.
Inizialmente concepito come un personaggio secondario, Capitan Jack Sparrow è diventato un tutt’uno con Johnny Depp che sorprese la troupe e il resto del cast apportando al suo pirata numerosi cambiamenti e modellandolo con tono moderno e rock ispirato al chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards e all’atteggiamento del personaggio dei Looney Tunes, Pepè la puzzola.
Difficile fissare Capitan Jack in una definizione. È un antieroe, fiero ma al tempo stesso comico. Sguardo freddo e sottile, sorriso enigmatico, mani agitate e un passo ciondolante tutto suo: un pirata dedito a rum, donne e scorribande. Astuto calcolatore ed eccentrico narcisista, ma anche leale e affascinante. Un pirata-gentiluomo, insomma.
A quello che è forse il più riuscito alterego di Johnny Depp si aggiungano il talento e il fascino di Keira Knightley, nei panni di una determinata e impavida sognatrice troppo stretta nel suo corsetto e nella sua vita aristocratica, e di Orlando Bloom che interpreta il coraggioso e fedele innamorato di Elizabeth che si scopre figlio di un pirata.
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La storia adattata per lo schermo da Ted Elliott e Terry Rossio (veterani dell’animazione già responsabili di Shrek, Il pianeta del tesoro) è un riuscito mix di epica piratesca e frizzante ironia, con una componente action di primissimo livello, dialoghi ispirati e una storia, seppur un po’ ingenua, assolutamente coinvolgente.
In Pirati dei Caraibi l’elemento fantastico si unisce al filone avventuroso di classico cappa e spada creando una saga che continua ad aver successo a vent’anni dall’uscita del primo film, giocosamente paurosa per i più piccini e ricca di smaliziato divertimento per gli adulti.
Affascinanti effetti speciali ed emozionanti duelli all’arma bianca, storie d’amore e di rivalsa, ma anche rocamboleschi arrembaggi e gag originali. Il risultato è un concentrato di ritmo e passione.
Ciliegina sulla torta: l’irresistibile colonna sonora firmata da Klaus Badelt e Hans Zimmer, tra le quali spicca l’iconico motivetto di He’s a Pirate, divenuto uno dei pezzi di soundtrack originale più famosi della storia.