Piero Angela, addio al divulgatore scientifico per eccellenza
Con un post su Facebook Alberto Angela (“Buon viaggio papà”) ha comunicato la morte del padre. Piero Angela aveva 93 anni ma fino alla fine non ha ceduto un centimetro alla vecchiaia.
“Il mio corpo è come una macchina: il motore avrà anche 80.000 chilometri, ma il guidatore ha solo 45 anni”. Così si era descritto in una delle ultime interviste.
Oltre ad essere stato il divulgatore scientifico per eccellenza, è stato conduttore, saggista, scrittore, giornalista. Grazie a lui e al suo modo di raccontare e spiegare milioni di italiani si sono avvicinati a materie solitamente di nicchia.
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Il suo primo programma fu “Destinazione uomo” nel 1971, seguito poi da “Quark”, nel 1981, che lo ha reso famoso al grande pubblico. La sua cordialità, il suo stile, il suo modo di spiegare e rendere interessanti tutti gli argomenti affrontati, lo hanno reso un punto di riferimento di molte generazioni.
Circa 40 anni di trasmissioni televisive. Dai dinosauri ai viaggi nel tempo, accompagnato poi dal figlio, degno erede, con cui dalla fine degli anni ’80 ha cominciato a collaborare. Insieme realizzarono tre serie riguardanti il corpo umano (“La macchina meravigliosa“, in otto puntate), nella preistoria (“Il pianeta dei dinosauri“, in quattro puntate), e nello spazio (“Viaggio nel cosmo“, in sette puntate). Il tutto tradotto in inglese ed esportato in oltre 40 paesi.
In particolare insieme idearono e realizzarono il programma “Ulisse”, cominciato nel 2000 e tutt’ora in produzione.
Negli anni gli sono state riconosciute dodici lauree honoris causa, oltre a una miriade di premi e riconoscimenti, come la cittadinanza onoraria di Padova (città natale di Galileo Galilei), così come Torino nella quale nacque nel 1928.
Nella sua ultima intervista, rilasciata a Fanpage, aveva affrontato molti temi. Dalla sua opinione sul Governo e della politica (“Il mio referente politico non è un capo partito. È il Presidente della Repubblica. È un’istituzione che deve fare l’interesse generale”), passando per i cambiamenti climatici, molto di moda in questo periodo. Riguardo quest’ultimo si espresse così: “È necessario che tutti riducano il consumo di carbone, petrolio, gas, degli effetti serra che possono produrre e del cambiamento climatico che potrebbe seguirne. E dare, per esempio, ai paesi che hanno meno attrezzature, tecniche di facile applicazione per ridurre i consumi di energia inquinante”.
Un gigante della cultura italiana che fortunatamente ha lasciato un’enorme eredità. Lo stesso ministro Franceschini ha sottolineato come fosse “Un grande divulgatore, un uomo di scienza e di cultura che, sfruttando le possibilità del servizio pubblico televisivo, ha permesso a intere generazioni di italiani di avvicinarsi alla scienza e comprenderne i segreti”.
La lettera d’addio
Ha combattuto con una lunga malattia, avendo quindi il tempo di capire cosa stava per succedere. Con una lettera di addio si è voluto congedare ad amici e pubblico che l’hanno seguito per tutta la sua carriera.
“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.
Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.
È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.
A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.
Un grande abbraccio
Piero Angela”.
Piero Angela ha attraversato i cieli dell’infinito, spinto dalla curiosità dell’esploratore e dalla saggezza del bardo. Fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza. Lui, il divulgatore scientifico per antonomasia, ce lo ha ricordato per sessanta lunghi anni di onorata carriera. Ha varcato la soglia delle case degli italiani col suo garbo e la sua pacatezza, col suo sorriso dolce e la sua voce delicata, per raccontarci cosa accadde sessanta milioni di anni fa con i dinosauri, per descriverci l’epoca d’oro del Rinascimento italiano e quella controversa ma sempre affascinante del Medioevo. Ha seguito e rincorso le stelle, i pianeti e gli astri, si è appellato alla scienza per sconfiggere la pandemia da Covid-19 e ha parlato, come un nonno o un padre agli italiani affinché, una volta tornati alla normalità, tornassero a visitare l’Italia. Se ne è andato nel silenzio e nel riserbo, con l’eleganza di chi non vuole disturbare con un ciao che stavolta si, è stato di troppo.