Picasso lo straniero: a Milano una mostra svela la sua complessa vita da emigrato
Fino al 2 febbraio 2025, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra Picasso lo straniero, iter espositivo che indaga la parabola artistica e politica di Picasso da un punto di vista assolutamente inedito: quello della sua condizione di emigrato in Francia.
Picasso a Palazzo Reale
Palazzo Reale di Milano accoglie una mostra che svela un lato poco indagato e profondamente umano di Pablo Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973) ossia quello dell’emigrato che ha trascorso gran parte della sua vita in Francia senza riuscire a ottenerne la cittadinanza. Dal titolo Picasso lo straniero, l’esposizione raccoglie oltre 90 opere, 40 delle quali mai esposte in Italia, provenienti principalmente dal Musée National Picasso-Paris.
Attraverso dipinti, fotografie, lettere, video e documenti, la mostra racconta non solo l’evoluzione artistica del grande maestro spagnolo, ma anche la sua condizione esistenziale di straniero guardato con sospetto. Non a caso tra i documenti è esposto anche un importante fascicolo dell’archivio della Polizia di Stato francese che, per errore, nel 1901 ha schedato Picasso come anarchico sottoposto a sorveglianza speciale.
In che modo un artista spagnolo, in un secolo caratterizzato da grandi turbolenze politiche e da esacerbanti nazionalismi, è riuscito a imporre le sue rivoluzioni estetiche in tutto il mondo? Grazie a un approccio multidisciplinare e a otto anni di ricerca negli archivi della polizia francese, i curatori della mostra tentano di rispondere a questa domanda accostando il percorso artistico ai temi estremamente attuali dell’emigrazione, dell’inclusione e del confronto multiculturale.
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Picasso uno straniero a Parigi
Nato nel 1881 a Malaga, Picasso giunse per la prima volta a Parigi nell’ottobre del 1900 in occasione dell’Esposizione Universale, senza conoscere minimamente la lingua francese. Nel 1901 venne schedato per sbaglio con il numero 74.664 come anarchico dalla polizia e nel 1904 si stabilì a Parigi, dove si affermò quale leader dell’avanguardia cubista.
La Francia divenne a tutti gli effetti la sua casa eppure non ottenne mai la cittadinanza francese. A tal proposito Il 3 aprile 1940, infatti, temendo di essere in pericolo a causa dell’imminente invasione nazista di Parigi, inoltrò allo stato francese la domanda di naturalizzazione, che però venne rigettata. Ma questo non fu l’unico rifiuto ricevuto da Picasso. Risale ad esempio al 1929 la ferma opposizione del museo del Louvre alla donazione del capolavoro Les Demoiselles d’Avignon; basti pensare che fino al 1947, nelle collezioni pubbliche francesi erano presenti solo due opere di Picasso, nonostante il grande successo di cui godeva nel resto del mondo.
Il clima di diffidenza respirato a più riprese a Parigi lo spinse nel 1955 a trasferirsi nel sud della Francia, preferendo la provincia alla capitale e circondandosi dei colori e dei profumi del Mediterraneo al quale sentiva di appartenere.
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Il percorso espositivo
Il percorso espositivo adotta un ordine cronologico – dal 1900 al 1973 – e presenta ogni dipinto, ogni scultura, ogni ceramica quale testimonianza della difficile vita di Picasso da straniero in Francia.
Nel dipinto La lettura della lettera (1921), l’artista rappresenta sé stesso accanto a un amico, che potrebbe essere il poeta Guillaume Apollinaire o il poeta Max Jacob, oppure Georges Braque e in questo modo esalta il potere dell’amicizia che, nella sua condizione di esule, ha costituito una vera e propria ancora di salvezza alla quale aggrapparsi per contrastare l’emarginazione e la diffidenza generali.
Altra opera degna di nota, tra le inedite presenti in mostra, è Gruppo di donne (1901). Picasso nei primi mesi a Parigi realizza a tempo di record 64 opere che ritraggono personaggi umili, ripresi dalla strada e resi attraverso tonalità vivide di rosso e di blu: è il popolo di Parigi rintanato nei bassifondi della città, nei caffè e nelle stradine di Montmartre e dal quale l’artista rimane ipnotizzato.
Nell’ultima sezione del percorso, infine, troviamo una ceramica dall’alto valore simbolico. Si tratta del Plat aux trois visages, un piatto decorato con tre volti: a destra il profilo di un autoctono, a sinistra quello di uno straniero; al centro il volto del métoikos, un uomo privo di diritti politici, proprio come probabilmente si è sentito Picasso durante la sua permanenza a Parigi.
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Il parere degli esperti
«La mostra Picasso lo straniero rappresenta un’occasione straordinaria per riflettere non solo sull’opera di uno dei più grandi artisti del Novecento, ma anche sulle dinamiche storiche e sociali che hanno influenzato la sua vita e il suo percorso creativo. Milano, con la sua tradizione di accoglienza e apertura culturale, si conferma ancora una volta un centro internazionale in cui l’arte diventa strumento di dialogo e inclusione. L’approccio innovativo di questa esposizione ci invita a riscoprire Picasso sotto una nuova luce, quella dell’uomo, oltre che dell’artista, segnato dall’esperienza dell’essere straniero», afferma Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
«Guardato con sospetto come straniero, uomo di sinistra, artista d’avanguardia, Picasso si destreggia con abilità e acume politico in un paese che poggia su due grandi istituzioni: la police des étrangers e l’Académie des beaux-arts, che tutelano ossessivamente la ‘purezza della nazione’ e il ‘buon gusto francese’. Nella mia ricerca appare costantemente l’immagine di un Picasso vulnerabile e precario, perché sapeva di poter essere espulso in qualsiasi momento. Tuttavia, seppe navigare da grande stratega contro la xenofobia diffusa», spiega Annie Cohen-Solal, una dei curatori della mostra, scrittrice originaria di Algeri e attualmente docente all’Università Bocconi di Milano.
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L’organizzazione della mostra
Picasso lo straniero è un progetto espositivo nato da un’idea di Annie Cohen-Solal, curatrice scientifica con la cooperazione speciale di Cécile Debray, presidente del Musée National Picasso-Paris e la collaborazione di Sébastien Delot, direttore delle collezioni del Musée.
L’iniziativa è promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, con la collaborazione del Musée national Picasso-Paris, principale prestatore, del Palais de la Porte Dorée e del Musée National de l’Histoire de l’Immigration.
Ad accompagnare la mostra c’è un catalogo edito da Marsilio Arte. Il pregiato volume si apre con un capitolo introduttivo contenente interventi istituzionali e un testo dello scrittore Niccolò Ammaniti. Seguono quattro sezioni riccamente illustrate, volte all’analisi cronologica dell’opera di Picasso e che svelano il suo complicato rapporto con la Francia.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni relative alla mostra è possibile collegarsi al sito web www.palazzorealemilano.it