Pianista e ballerino esclusi perché pro-Putin
Due artisti sono finiti nel mirino degli organizzatori di eventi e, dunque, esclusi dalla programmazione. È il caso del ballerino Serhij Polunin il cui spettacolo, già più volte rinviato per covid e infortuni, è stato cancellato dal Teatro Arcimboldi. Una decisione presa “d’accordo con la compagnia. Non c’è il clima per rappresentare uno spettacolo d’arte e trarne le sensazioni corrette. Forse”, viene aggiunto con toni tutt’altro che rassicuranti, “il clima è cambiato per sempre”.
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Pochi giorni fa è toccato alla pianista Valentina Lisitsa di finire nel mirino della censura. La musicista, tra le migliori interpreti al mondo di Rachmaninoff si è vista annullare il proprio concerto, che si sarebbe dovuto tenere nel teatro La Fenice di Venezia. Il paradosso è che entrambi sono cittadini ucraini, anche se il primo ha anche il passaporto russo e serbo. Polunin definito il presidente russo Vladimir Putin “la mia luce”. Un’ammirazione a parole che si è tradotta in fatti con i tatuaggi del volto dello zar che gli campeggiano sul petto. Assieme a Putin, poco più in basso, c’è il “sole nero”, la runa che Heinrich Himmler, la mente dietro l’Olocausto, ha usato per i pavimenti del proprio palazzo. Polunin sta cancellando i tatuaggi con il laser.
La seconda, durante le prime fasi dell’invasione di Putin, espresse soddisfazione a seguito dell’occupazione di Mariupol, uno dei centri più cruenti dell’intera guerra, fino ad arrivare ad esibirsi nella bombardata città. E proprio a causa delle sue radicali prese di posizione, già l’orchestra sinfonica di Toronto decise di cancellare una sua esibizione lo scorso anno.