Phoenix Rising: la denuncia di Evan Rachel Wood nella docuserie targata HBO
Phoenix Rising è il racconto degli abusi subiti da Evan Rachel Wood, conosciuta per i suoi molteplici ruoli cinematografici e televisivi, come quello della ragazza problematica di Thirteen o di Dolores nell’acclamata serie Westworld, da parte del suo allora marito Marylin Manson. La giovane Wood, nel febbraio 2021, ha trovato il coraggio di denunciare pubblicamente, attraverso la sua pagina Instagram, le violenze di cui è stata vittima e che ora sono al centro di questa produzione, diretta dalla candidata all’Oscar Amy Berg (Janis: little girl blue), già presentata con notevole successo al Sundance Festival.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di contestualizzare la vicenda. Tutto ha inizio nel 2021, quando Brian Warner (vero nome del cantante) viene accusato da molteplici donne di abusi sessuali, fisici e psicologici. Su questo caso viene iniziata un’inchiesta giornalistica dalla testata Rolling Stone, che porta a diverse cause civili intentate contro Manson e un’indagine per violenza domestica della contea di Los Angeles.
Tra le molte testimonianze troviamo anche quelle della modella Sarah McNeilly e dell’attrice del Trono di Spade Esmè Bianco. Proprio quest’ultima ha fatto le dichiarazioni più pesanti, affermando che Warner abbia spesso abusato di lei verbalmente, l’abbia privata del sonno e del cibo, l’abbia morsa e ferita con numerosi tagli e sia arrivato persino a frustarla, tutto questo senza il suo consenso.
L’attrice ha trovato il coraggio di denunciarlo dopo un episodio particolarmente violento quando, dopo essere stata inseguita da Warner con un’ascia, è riuscita a fuggire dopo essersi riparata dietro uno dei muri della casa, colpito varie volte dall’ascia che brandiva Manson. Versione molto simile a quella rilasciata dalla Wood, che ha riferito di essere stata adescata quando era un’adolescente e aver subito mostruosi abusi per anni.
“Mi ha fatto il lavaggio del cervello, mi ha manipolata per sottomettermi a lui – ha spiegato la Wood – sono stufa di vivere nel timore di ricatto o rappresaglia. Sono qui per accusare quest’uomo pericoloso e l’industria che lo ha sempre difeso e protetto, prima che possa rovinare altre vite. Sono dalla parte delle vittime che non vogliono più restare in silenzio.”
La replica del musicista non è arrivata fino a pochi giorni prima del debutto della docuserie, programmato per la giornata del 15 marzo. Infatti, un paio di settimane fa, Marylin Manson ha deciso di fare causa per diffamazione all’ex fidanzata Evan Rachel Wood, per le dichiarazioni da lei rilasciate durante il documentario.
Nella denuncia vengono citate in causa lei e Ilma Gore, che lui chiama “saltuaria partner romantica”, con l’accusa di cospirare ai danni i Manson, con lo scopo di rovinare la sua carriera trentennale nel mondo dello spettacolo (l’uomo oltre che musicista è anche attore e pittore). Il legale di Manson parla di un piano volto a “reclutare, coordinare e costringere una serie di persone a venire allo scoperto simultaneamente con accuse di molestie e stupro ai suoi danni”, tutte falsità “che hanno deragliato una carriera di successo nella musica come nel cinema e nella tv”.
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Un’indagine che va avanti da più di un anno e che ha portato anche ad una perquisizione nell’abitazione di Manson, ma che fino ad ora non ha trovato un finale, né fuori né dentro ad un tribunale.
La docuserie, divisa in due puntante, ripercorre tutta la storia d’amore tra Marylin Manson ed Evan Rachel Wood, dal primo incontro, avvenuto quando la ragazza aveva solo 19 anni, fino al tragico epilogo che ha avuto la loro relazione nel 2011, cinque anni dopo.
Per il momento non è ancora stato reso noto se verrà trasmesso anche in italia e su quale piattaforma (i prodotti HBO sono mandati in onda da Sky).