Per la prima volta a Urbino una straordinaria mostra dedicata a Federico Barocci
Dal 20 giugno al 6 ottobre 2024 il Palazzo Ducale di Urbino, sede della Galleria Nazionale delle Marche, accoglie la grande monografica Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna. L’evento, attesissimo nel mondo accademico, si avvale di prestigiosi prestiti a livello nazionale ed internazionale e intende illustrare l’intera parabola artistica di uno dei geni del Cinquecento italiano.
Urbino accoglie le opere del suo illustre concittadino
Il conto alla rovescia è finalmente terminato: da oggi fino al 6 ottobre Urbino ospita nelle storiche sale del Palazzo Ducale Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna. Si tratta dell’evento di spicco del calendario “Pesaro, capitale italiana della cultura”, ma soprattutto di un enorme traguardo a livello locale e affettivo. Per la prima volta infatti Urbino riesce a ospitare una mostra interamente dedicata al suo illustre concittadino, Federico Barocci, il più ammirato e richiesto autore di dipinti sacri della seconda metà del XVI secolo.
Per l’occasione sono giunte in città opere provenienti da prestigiosi musei nazionali e internazionali, che vanno ad arricchire la già cospicua collezione della Galleria Nazionale delle Marche. Settantasei capolavori tra dipinti e disegni si pongono l’obiettivo di illustrare tutte le fasi della sua florida produzione artistica e le peculiarità del suo stile che lo resero noto in tutta Europa e che lo eleggono a buon diritto antesignano della pittura barocca.
L’attuale scarsa notorietà presso il grande pubblico si deve probabilmente al fatto che l’artista non si spostò quasi mai dal luogo natio, ma le sue opere raggiunsero comunque le grandi corti reali e papali, condizionando notevolmente l’arte di contemporanei e successori, tra i quali Caravaggio (quelle di Barocci furono le prime opere che il maestro lombardo desiderò vedere quando arrivò a Roma).
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Barocci e il legame con Urbino
Federico Barocci nacque a Urbino nel 1535 da una famiglia di artisti e artigiani di orologi di origini lombarde. La sua formazione è poco nota, ma è certo che le collezioni e le opere della corte urbinate gli offrirono molteplici spunti e che rimase colpito dai dipinti di Correggio, dalle celebri Madonne di Raffaello e dalle ricercate anatomie di Annibale Carracci.
Il suo talento non passò inosservato ai suoi concittadini: l’ultimo dei duchi Della Rovere lo mise sotto la sua ala protettrice e a soli vent’anni Federico ottenne una commissione dal Papa, che lo invitò a Roma. Nella Capitale tuttavia Barocci restò soltanto ventiquattro mesi; alcuni sostengono a causa di una grave intossicazione alimentare, altri per via di una concorrenza troppo serrata. Probabilmente entrambe le ragioni lo spinsero a rientrare a Urbino dove restò fino alla morte avvenuta nel 1612.
Dalla sua città natia continuò a dipingere importanti opere che viaggiarono al suo posto raggiungendo le più grandi corti europee e non arrestandosi nemmeno nei secoli successivi.
Nel XVIII secolo i suoi lavori trovarono mercato anche in Francia; il re stesso si vantava di possedere la più vasta collezione dei suoi disegni. A colpire in Barocci non fu soltanto la sua elevatissima tecnica incisoria, ma anche e soprattutto l’uso dei colori. Le pennellate setose ma vibranti conferirono alle opere tonalità straordinariamente luminose e vivaci e posero le basi per la rivoluzione della pittura barocca.
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I nuclei narrativi della mostra
Il percorso espositivo si articola in sei nuclei narrativi. Nella prima sala viene analizzato il contesto culturale in cui l’artista iniziò a lavorare, presentando l’Autoritratto giovanile e l’Autoritratto senile, insieme ai ritratti dei personaggi più rappresentativi della corte e del suo principale committente, il duca Francesco Maria II Della Rovere. Qui si ritrovano i capolavori della ritrattistica baroccesca e la celebre tela della Madonna della gatta, solitamente custodita agli Uffizi di Firenze.
Nella seconda sala viene affrontato il tema delle grandi pale d’altare realizzate da Barocci con innovativi effetti di notturno e rivoluzionari bagliori cromatici. Tra i capolavori presenti vi sono la Deposizione eseguita per la cattedrale di San Lorenzo di Perugia, la Madonna di San Simone della Galleria Nazionale delle Marche o la Visitazione alla Chiesa Nuova e l’Istituzione dell’Eucarestia alla Chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma.
La terza sala accoglie il tema degli affetti, della natura e delle emozioni attraverso dipinti di piccola dimensione destinati alla devozione privata. All’interno spiccano opere quali Cristo appare alla Maddalena, la Madonna delle Ciliegie, la Sacra Famiglia del gatto, la Madonna di San Giovanni, la Natività e ancora i suggestivi San Girolamo penitente e San Francesco, provenienti rispettivamente dalla Galleria Borghese a Roma e dal Metropolitan Museum di New York.
La quarta sala si dedica invece all’arte grafica di Federico Barocci con una selezione di disegni, cartoni, incisioni provenienti da raccolte nazionali e internazionali.
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La produzione sacra di Barocci
Nella quinta sala sono esposte le composizioni dalla fase preparatoria al lavoro completo; tra le varie opere è possibile ammirare l’Annunciazione conservata in Vaticano, esposta accanto a numerosi bozzetti preparatori, la Fuga di Enea da Troia, vicina al cartone preliminare custodito al Louvre e la Deposizione di Senigallia, che dal lontano 1608 rientra a Urbino insieme al suo bozzetto originale.
La sesta sala infine svela le ultime opere del pittore, nelle quali appare evidente l’uso vibrante, carico ed emotivo del colore; tra queste troviamo la Beata Michelina, la Madonna del Rosario, l’Assunzione della Vergine e la Presentazione della Vergine al Tempio.
Il nucleo più consistente della produzione sacra di Barocci tuttavia si trova nell’appartamento roveresco del secondo piano del Palazzo Ducale. Qui i visitatori possono guardare da vicino l’Immacolata concezione, la Crocifissione con i dolenti, San Francesco riceve le stigmate, la derivazione dal Perdono di Assisi e le due opere in deposito dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Nazionale delle Marche, ossia la Madonna col Bambino in gloria con i santi Giovanni Battista e Francesco insieme all’Ecce Homo completato da Ventura Mazza, allievo prediletto dell’artista urbinate.
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L’organizzazione dell’esposizione a Urbino
“Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna” è un’esposizione organizzata dalla Galleria Nazionale delle Marche, a cura di Luigi Gallo (Direttore della Galleria delle Marche) e Anna Maria Ambrosini Massari (Docente di Storia dell’Arte moderna all’Università di Urbino), con Luca Baroni e Giovanni Russo.
A tal proposito il direttore Luigi Gallo ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Per la prima volta in Urbino, un’ampia mostra monografica illustrerà l’opera di uno dei massimi pittori italiani: Federico Barocci. L’inconsueta scelta dell’artista di restare nella città natale, pur avendo conosciuto i centri maggiori dell’arte italiana, e in particolare Roma, non gli impedì di diventare famosissimo e ottenere importanti committenze da tutta Italia e non solo. Articolata in sezioni tematiche, la mostra ospiterà eccezionali capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo e sarà impreziosita da un ampio focus sui disegni dell’artista che dimostreranno lo studio lungo e accurato che precedeva la realizzazione di ogni sua opera».
Per informazioni su costi e orari della mostra è possibile consultare il sito web www.gallerianazionalemarche.it
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