Parole & Suoni, Gabry Ponte tra la Vispa Teresa e Dottor Jekyll
Quando si parla di Gabry Ponte viene subito in mente, giustamente, la musica dance. E quando si pensa a questo genere musicale in testa partono subito ritmi che fanno muovere testa, braccia e gambe. Più o meno a tempo.
Ma chi penserebbe alla letteratura? A chi verrebbe in mente, mentre sorseggia un gin tonic (o un invisibile per i più attempati), di poter scorgere richiami letterari tra un mashup e l’altro? A uno dei dj italiani più importanti in questo settore.
Gabry Ponte non è solo gli Eiffel 65, “Viaggia insieme a me”, il remix di “Geordie” di De André, “Figli di Pitagora” o “La danza delle streghe”. Se la melodia di quest’ultima si rifà alla “Lacrymosa” di Giuseppe Verdi, il noto tastierista ha messo in musica pietre miliari della poesia e della letteratura studiate a partire dalle scuole elementari.
“La farfalletta”, più conosciuta come “La vispa Teresa” di Luigi Sailer, e “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde” hanno ispirato il dj di Torino.
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La versione dance della filastrocca del 1850, intitolata “Radioattività”, rivisita la storia saileriana. Ispirandosi ai toni dissacranti di Trilussa che nel 1917 ne scrisse un continuo alquanto ironico, il brano di Gabry Ponte parla degli insetti “ionizzati” che trasmettono la radioattività. La vispa Teresa quindi anche qui arrossisce, dischiude le dita ma…muore. Un finale sicuramente più macabro e adatto a un pubblico più adulto rispetto alla libertà riconquistata dalla farfalletta di Sailer.
La canzone dance vede anche un alternarsi di voci. Prima quello di una bambina che ripete la filastrocca originale su una base musicale più tranquilla, rispetto alla maggiore aggressività, sia della voce maschile che della melodia, della seconda parte in cui si parla appunto della morte della vispa Teresa. Un ritmo martellante, quasi da musica hardcore, che cresce in un climax ascendente che si stoppa quasi improvvisamente con l’ultima tragica frase “Confusa, pentita, Teresa arrossì dischiuse le dita e in sei mesi morì”.
L’altra fonte di ispirazione per Gabry Ponte la si rintraccia sempre nel XIX secolo. Questa volta è il 1886 e l’autore è lo scozzese Robert Louis Stevenson. Noto soprattutto per “L’isola del tesoro” e appunto per “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde”.
La rivisitazione in chiave dance è intitolata “Dottor. Jekyll & Mister DJ” che fornisce il nome anche al suo secondo album uscito nel 2004.
La doppia personalità, gli abissi dell’io, l’irrazionalità che prende il sopravvento sono i protagonisti del romanzo di Stevenson quanto del brano musicale di Ponte. Se nel libro ottocentesco Mr Hyde di notte, con la sua aggressività, prende il sopravvento del Dottor Jekyll del quale è l’alter ego.
Se il personaggio uscito dalla penna dello scrittore scozzese è un antagonista, un cattivo esempio, la musica di Gabry Ponte ribalta ancora una volta la storia originale. Vi è infatti una velata critica alla normalità, alla monotonia rappresentata dal professore universitario Dottor Jekyll che ammette: “Vivo giorni tutti uguali condannato per due soldi alla normalità”.
Ma la sua trasformazione lo rende ribelle e schivo alla società. Lo fa sentire vivo. Prima che l’alba lo riporti all’Università dove è “uno schiavo come tutti voi”.
La musica rigorosamente dance, che ricorda vagamente toni di film horror, accompagna una voce che non cambia sottolineando proprio la peculiarità dei personaggi: essere l’uno l’altra faccia della stessa medaglia. Da un lato l’uomo schiavo della sua vita standardizzata tra lavoro e casa. Dall’altro la voglia di emergere, di uscire fuori dai canoni e anche dal se stesso costruito sul modello imposto dalla società. Quest’ultimo rappresentato da Mr DJ, la rivisitazione dance di Gabry Ponte del Mr Hyde di Stevenson.