“Parigi, 13Arr”: nelle sale italiane il film di Jacques Audiard, adattamento della graphic novel “Killing and Dying”
Dopo aver conquistato il pubblico e la critica dell’ultimo Festival di Cannes, arriva nelle sale italiane Parigi, 13Arr. (titolo originale Les Olympiades) diretto da Jacques Audiard, considerato uno dei registi francesi più talentuosi, già vincitore, tra gli altri, di una Palma d’Oro e un Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes, due Premi César, un Leone d’Argento a Venezia e due BAFTA.
Il film – adattamento della graphic novel Killing and Dying di Adrian Tomine, edito in Italia da Rizzoli con il titolo Morire in piedi – racconta una moderna storia di amore e amicizia, giovinezza e sessualità, filmata in un sontuoso bianco e nero. Quattro vite con i rispettivi interrogativi esistenziali, quattro destini che si intrecciano sullo sfondo dei grattacieli parigini di “Les Olympiades”, quartiere nel XIII arrondissement.
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A vestire i panni dei giovani protagonisti, Lucie Zhang (Happy Night), Makita Samba (The bunker game), Noémie Merlant (Ritratto della giovane in fiamme) e Jehnny Beth (frontwoman delle Savages).
Candidato in 5 categorie ai prossimi Premi César (attrice e attore rivelazione, sceneggiatura non originale, fotografia e colonna sonora), Parigi, 13Arr. sarà distribuito in Italia da Europictures a partire dal 24 marzo 2022.
Così il regista, Jacques Audiard
“In principio c’erano le tre graphic novel di Adrian Tomine. Mi è piaciuta la loro brevità, la loro profondità discreta, i loro caratteri pieni di fantasie e malinconia, l’uso sapiente dei puntini di sospensione e quindi il modo in cui considerano ogni essere umano un piccolo abisso insondabile. Prima di questo punto di partenza, era da un po’ che desideravo scrivere una commedia”.
“Collegando la commedia alle opere di Tomine, ho potuto scrivere una storia fluttuante, che rispecchiasse i personaggi di Tomine. Un film costruito con discrezione, i cui eroi, tuttavia, avrebbero parlato costantemente. Ancor prima del principio, c’era La mia notte con Maud di Rohmer, e senza accorgermene, il desiderio di fare un film, un giorno, conversando d’amore, o più esattamente: quando e come si parla di amore oggi? Ne La mia notte con Maud, due uomini e una donna, ma soprattutto un uomo e una donna, parlano tutta la notte”.
“Parlano di tutto: di loro, ovviamente, ma anche di Dio, Blaise Pascal, la neve che cade, la vita di provincia, il fascino delle giovani cattoliche, e così via. Alla fine, nonostante siano stati mostrati e riconosciuti tutti i segni di un’attrazione reciproca, quando dovrebbero abbracciarsi e amarsi, non lo fanno”.
“Come mai? Perché è stato detto tutto e la seduzione, l’erotismo e l’amore sono stati tutti incanalati solo nelle parole. Dar loro un seguito sarebbe stato superfluo. Come funzionerebbe questa situazione oggi, quando ci viene offerto esattamente l’opposto? Cosa succede realmente nell’epoca di Tinder e del “farlo al primo appuntamento?” Può esserci un discorso amoroso in queste condizioni? Sì, certo, come potremmo dubitarne. Ma quando entra in gioco? Quali sono le parole e i protocolli? Questo è uno dei principali fili narrativi di Parigi, 13° ARR”
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