Palazzo Martinengo a Brescia accoglie la mostra-evento sui Macchiaioli
Brescia inaugura la stagione espositiva invernale con la grande mostra I Macchiaioli. Dal 20 gennaio al 9 giugno 2024, le eleganti sale di Palazzo Martinengo accolgono oltre cento opere del movimento artistico più rivoluzionario dell’Ottocento italiano.
Cento opere in mostra
Allestita nello storico Palazzo Martinengo, a pochi passi dall’area archeologica patrimonio Unesco della città, la mostra porta a Brescia le opere di alcuni celebri pittori che nella seconda metà dell’Ottocento a Firenze fondarono il movimento macchiaiolo.
Fattori, Lega, Signorini, Martelli, Sernese, Cecioni, Abbati, Cabianca, D’Ancona, Borrani e altri famosi artisti diventano così i protagonisti di un evento imperdibile composto principalmente da più di cento dipinti provenienti da collezioni private non accessibili al pubblico, e da importantissimi musei come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il museo della Scienza e Tecnologia di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’istituto Matteucci di Viareggio e la Fondazione CR Firenze.
L’esposizione intende condurre i visitatori nelle serene atmosfere della periferia fiorentina e della bucolica campagna toscana, evidenziando le appassionanti vicende lavorative e biografiche degli innovativi fautori di una svolta fondamentale per l’arte italiana del XIX secolo, in perfetta corrispondenza con le sperimentazioni della pittura europea del tempo, dal Realismo all’Impressionismo.
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Il movimento macchiaiolo
La nascita del movimento macchiaiolo si colloca intorno al 1855, quando un gruppo di giovani pittori inizia ad incontrarsi periodicamente ai tavolini del Caffè Michelangelo in via Larga a Firenze (l’attuale via Cavour). Odoardo Borrani e Telemaco Signorini sono tra i più assidui frequentatori del caffè, nel quale si discute di arte, di attualità, di politica, ma soprattutto di rinnovamento della pittura contro i principi accademici; fino ad allora, secondo le regole classiche, i quadri dovevano esibire colori tenui e una composizione uniforme.
I macchiaioli, invece, decidono di dipingere sotto il sole, direttamente sulla tela o sulla tavoletta, studiano i contrasti di luce e d’ombra osservando direttamente la natura circostante (come i pittori francesi della scuola di Barbizon), prediligono paesaggi rurali e soggetti ripresi dal popolo. Stendono il colore puro accostando tra loro campiture piatte, piccole macchie che, alla giusta distanza, conferiscono una visione d’insieme omogenea.
Il termine “macchiaioli” viene coniato nel 1862 da un anonimo recensore della Gazzetta del Popolo di Firenze, il quale non intende soltanto sottolineare il particolare stile pittorico, ma anche alludere con sottile disprezzo all’espressione darsi alla macchia, ossia agire furtivamente.
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Il percorso espositivo
Sia pure non del tutto compresi ai loro esordi, i Macchiaioli hanno assunto man mano un ruolo sempre più significativo nella storia, quali rivoluzionari rappresentanti di un movimento capace di collaborare con le più importanti comunità artistiche dell’Europa del tempo.
Il percorso espositivo, articolato in dieci sezioni, racconta le diverse fasi della ricerca di questo gruppo di eccellenti pittori, i luoghi che frequentano abitualmente – il Caffè Michelangelo a Firenze, Castiglioncello, Piagentina, la Maremma e la Liguria – il confronto con le diverse correnti artistiche europee, i momenti di crisi, di dibattito e di cambiamento tra i fervori politici (in pieno Risorgimento) e la formulazione di una nuova arte fatta di luce e colori. Un iter costellato di veri e propri capolavori, testimoni non solo di creatività e talento, ma anche di un Paese in lotta e in evoluzione che giunge con tenacia alla tanto attesa unità d’Italia.
Tra le cento opere in mostra, segnaliamo: Cucitrici di camicie rosse di Odoardo Borrani, La raccolta del fieno in Maremma di Giovanni Fattori, I fidanzati di Silvestro Lega e Pascoli a Castiglioncello di Telemaco Signorini.
Nei soggetti e nelle loro vivaci tonalità si ritrova la tenacia di un gruppo di rivoluzionari formatisi sotto l’egida di maestri del Romanticismo come Hayez e Bezzuoli, ma anche la semplicità di persone comuni nelle quali ogni visitatore si può rispecchiare.
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Arte e solidarietà
I Macchiaioli, dal 20 gennaio al 9 giugno 2024 a Palazzo Martinengo, è una mostra a cura di Francesca Dini e Davide Dotti, organizzata dall’associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi.
L’evento non solo si colloca tra le più grandi retrospettive del 2024, ma assume anche una particolare accezione di solidarietà e fiducia nella ricerca scientifica. Una parte del ricavato dei biglietti infatti sarà devoluta a favore dell’Airc – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
Per ulteriori informazioni sull’iniziativa di beneficenza, basta collegarsi al portale https://www.airc.it/iniziative/mostra-i-macchiaioli . Per costi e orari relativi alla mostra, è possibile visitare il sito web www.amicimartinengo.it oppure scrivere una mail all’indirizzo di posta elettronica mostre@amicimartinengo.it
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