Palazzo dei Diamanti ospita una grande mostra sull’arte del Cinquecento a Ferrara
Dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025, Palazzo dei Diamanti a Ferrara ospita la grande rassegna Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso. Un’approfondita indagine storico-artistica rivela lo sviluppo della cultura rinascimentale nella città estense agli inizi del XVI secolo.
Il Rinascimento ferrarese a Palazzo dei Diamanti
Palazzo dei Diamanti a Ferrara si prepara ad accogliere una grande mostra incentrata sulla rivoluzione stilistica che nuove generazioni di pittori avviarono nel Cinquecento a Ferrara, elevando così la città estense a caposaldo della cultura rinascimentale italiana. Gli inizi del XVI secolo per la penisola settentrionale e centrale furono talmente densi di stimoli creativi, avvenimenti storici e talenti artistici, da dover simbolicamente suddividere il periodo in molteplici tappe.
Presentata come naturale prosecuzione di Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa (18 febbraio – 19 giugno 2023), questa retrospettiva si focalizzerà sugli anni del passaggio di consegne tra il duca Ercole I d’Este e il figlio Alfonso I (1505) fino alla morte di quest’ultimo (1534).
Alfonso I fu un prolifico mecenate che si occupò sia del rinnovamento degli spazi urbani, sia del reclutamento di nuovi talenti artistici. Dopo la morte di maestri quali Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, nel 1496, Alfonso reclutò Boccaccio Boccaccino, con il preciso intento di orientare la cultura locale verso un gusto più moderno.
Da tale lungimirante scelta nacque una nuova scuola pittorica ferrarese gravitante intorno alle brillanti personalità di Ludovico Mazzolino, Giovan Battista Benvenuti detto Ortolano, Benvenuto Tisi soprannominato Garofalo e Giovanni Luteri, conosciuto come Dosso Dossi.
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La rivoluzione stilistica di Mazzolino e Ortolano
Ludovico Mazzolino (1480 circa – 1528 circa), si formò seguendo Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa e si distinse per un linguaggio anticlassico, influenzato dalla pittura e dalle incisioni tedesche, come quelle di Albrecht Dürer e Martin Schongauer.
Nonostante l’accenno all’arte di Boccaccino e ai pittori veneti, il suo stile crea atmosfere oniriche e visionarie, dalla spiccata vivacità. I dipinti di Mazzolino sono gremiti di personaggi dalle fisionomie grottesche e caricaturali, ben lontane dagli ideali di grazia e leggiadria promossi da Perugino e Raffaello e che hanno conferito al pittore la qualifica di bizzarro ed eccentrico.
Giovan Battista Benvenuti, detto Ortolano (1480/85 circa – 1530 circa), sperimentò la pittura in modo più naturalistico. Influenzato dallo stile veneto di Giorgione e dalle novità compositive di Raffaello, i suoi dipinti mostrano personaggi circondati da una luce chiara e una resa dei dettagli minuziosa e veritiera. La sua indubbia abilità nel rendere realisticamente la scena compositiva lo qualifica come uno dei più interessanti artisti ferraresi del XVI secolo.
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L’eleganza figurativa di Garofalo e Dosso
Benvenuto Tisi detto Garofalo (1481 – 1559) allenò le sue abilità artistiche seguendo i dettami di Boccaccino e Domenico Panetti. I suoi dipinti rivelano una comprensione profonda dello stile di Raffaello al quale mescolò l’eleganza della pittura veneta (studiò l’opera di Giorgione) e le grandi novità dell’Italia centrale.
Per il fatto di avere uno stile estremamente simile a quello raffaellesco, ricevette molte commissioni. I suoi lavori di spiccata morbidezza e leggiadria popolano sia collezioni private che molte chiese di Ferrara e dintorni.
Giovanni Luteri detto Dosso Dossi (1486 circa – 1542) si distinse nella corte estense per i suoi dipinti realistici e raffinati, molto simili allo stile di Giorgione, Tiziano e Michelangelo. Originario del Ducato di Mirandola, esordì a Mantova nel 1513 e in seguito venne chiamato a Ferrara per realizzare la sua più grande opera, il Polittico Costabili nella chiesa di Sant’Andrea (oggi alla Pinacoteca Nazionale) in collaborazione con il Garofalo.
I dipinti mitologici e allegorici di Dosso spiccano per i colori intensi e per l’uso sapiente della luce. La prima opera datata dell’artista è la Madonna col Bambino in gloria e santi per il Duomo di Modena, risalente al 1521, nella quale risulta già evidente lo studio di Michelangelo e della cultura romana.
A partire da questa data, Dosso sviluppò uno stile personale che conquistò la corte estense; per i duchi l’innovativo pittore elaborò temi allegorici, mitologici, ma anche letterari, ispirati nello specifico alle opere di Ariosto.
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Il percorso espositivo
In aggiunta ai quattro protagonisti citati, il percorso espositivo presenta opere di molteplici altri artisti, quali ad esempio Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino, Lazzaro Grimaldi, Niccolò Pisano, il Maestro dei Dodici Apostoli. L’obiettivo è quello di offrire ai visitatori una panoramica completa della produzione artistica ferrarese nel Cinquecento, periodo in cui sacro e profano, mitologia e storia si mescolano dando così vita ad un ambiente culturale fervido, vivace e assolutamente innovativo.
Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso, a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, con la direzione di Pietro Di Natale, è un evento organizzato dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara con il contributo della Regione Emilia-Romagna, il patrocinio del Ministero della Cultura coadiuvato dalla Direzione Generale Musei e dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero stesso.
Per informazioni e prenotazioni è possibile collegarsi al sito web www.palazzodiamanti.it oppure inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica diamanti@comune.fe.it .
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