Come Orson Welles terrorizzò l’America dando vita alla Guerra dei Mondi
Non era il 1 aprile, ma il 30 ottobre del 1938, precisamente le 20.00, quando Orson Welles, regista e sceneggiatore statunitense, annunciò al suo paese che a Grovers Mills, New Jersey, erano appena sbarcati gli alieni. Ed erano ostili. Lo fece nell’ambito del Mercury Theatre on The Air, format dell’emittente radiofonica Cbs nel quale venivano letti e interpretati romanzi più o meno celebri. Dunque, le premesse perché non si scatenasse il putiferio che poi si è concretamente scatenato c’erano tutte, ed erano state ampiamente palesate.
“Signore e signori, vogliate scusarci per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra a enorme velocità”.
Non solo il programma aveva la sua identità ben precisa, ma anche grazie a diversi avvisi (prima e dopo la puntata) che affermavano che si trattava di uno “show”, non tutti reagirono allo stesso modo e vi fu un’ondata di panico che con estrema difficoltà si riuscì a domare. Si potrà obiettare che al tempo non c’erano internet e social network, non c’era messaggistica istantanea e regnava il passaparola o poco più. La diffusione della notizia – o la sua smentita – dunque, non avvenne con i tempi a cui ora siamo abituati. I mezzi di comunicazione, insomma, erano quelli che erano.
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Welles quel giorno interpretò “The War Of The Worlds“, romanzo del 1897 di H.G. Wells, su adattamento di Howard Koch. L’intenzione, esattamente come l’idea, sulla carta era sembrata vincente fin dall’inizio: recitare parti del testo come fossero dei comunicati stampa, delle flash news, su ciò che stava realmente accadendo nel New Jersey. Insomma, un aggiornamento costante circa lo sbarco degli alieni sul pianeta Terra. Tutto ciò, scusate se dico la mia, fu semplicemente geniale. Risulterebbe esserlo adesso che siamo abituati a cose folli, esagerate, esasperate, figuriamoci nel 1938. Avanguardia.
Ma qualcosa – giusto qualcosina – andò storto. L’umore della gente venne completamente stravolto da quella notizia improvvisa, inaspettata, incredibile. Nessuno, quel giorno, si sarebbe aspettato un attacco alieno. Nessuno avrebbe profetizzato una guerra extraterreste. Ma poi, perché proprio nel New Jersey? La popolazione, insomma, fu talmente colta alla sprovvista che credette davvero di essere sotto attacco.
Dopo il primo annuncio, la trasmissione venne a tratti interrotta per brevi passaggi pubblicitari, a loro volta interrotti da news contenenti la descrizione di ciò che si stava verificando. Era iniziata “La Guerra dei Mondi” e gli Stati Uniti erano il teatro dello scontro. La guerra per la sopravvivenza si sarebbe combattuta in un paesino sperduto della provincia americana. Poco prima delle 21.00 venne comunicato l’impatto di un meteorite che, però, in un secondo momento venne descritto come “un grosso cilindro”. Una forma inusuale per un meteorite. E infatti, ecco, con un nuovo bollettino, cosa fu svelato:
“Un momento! Sta accadendo qualcosa! Signori e signore, è terrificante! L’estremità dell’oggetto comincia a muoversi! La sommità ha cominciato a ruotare come se fosse avvitata! La cosa deve essere vuota all’interno”. Panico! Letteralmente. A rendere il tutto ancora più drammatico, le voci fuori onda e di sottofondo alla narrazione. Urla, schiamazzi, frasi di puro terrore: “State indietro, si muove, state indietro”…”si sta svitando, caspita, sembra che ci sia qualcuno in procinto di scendere”…”state lontano, è rovente, ci ridurrà in cenere”.
Carl Phillips, fantomatico cronista della Cbs in diretta dal luogo dello sbarco, affermò in diretta radio: “E’ la cosa più terribile alla quale abbia mai assistito… Aspettate un momento! Qualcuno sta cercando di affacciarsi alla sommità… Qualcuno… o qualcosa. Nell’oscurità vedo scintillare due dischi luminosi… sono occhi? Potrebbe essere un volto. Potrebbe essere….” . Fu interrotto da grida disperate. Riprese a fatica il collegamento, giusto il tempo di affermare:
“Devo riferirvi qualcosa di molto grave. Sembra incredibile, ma le osservazioni scientifiche e l’evidenza stessa dei fatti inducono a credere che gli strani esseri atterrati stanotte nella fattoria del New Jersey non siano che l’avanguardia di un’armata di invasione proveniente da Marte. La battaglia che ha avuto luogo stanotte a Grovers Mill si è conclusa con una delle più strabilianti disfatte subite da un esercito nei tempi moderni“.
Quello che accadde immediatamente dopo fu quanto di più lontano previsto e immaginato da Orson Welles. Un’ondata di panico travolse gli Stati Uniti, con la gente che scappava per strada, prendeva d’assalto supermercati e farmacie ma, soprattutto, armerie. Se guerra doveva essere, guerra sarebbe stata, dunque. Le chiese, nel pieno rispetto del “God bless America“, furono riempite da esaltati e persone disperate, confuse, senza avere idea di cosa fare, con chi farlo e, più di tutto, perché farlo.
Quel giorno fu scritta una delle pagine più controverse, ma geniali, dell’informazione. Nacque anche un certo tipo di fantascienza che iniziò a prendere piede, a diffondersi e affascinare una sempre più vasta platea di appassionati. Quel 30 ottobre del 1938 nacque però anche una delle cose peggiori che l’informazione avrebbe imparato a conoscere: le fake news. Non era un pesce d’aprile, ma è passato alla storia come uno tra gli scherzi più incredibili mai realizzati.