“Orione”, album-debutto di Matteo Nativo tra Folk, Blues e Rock

“Orione” è il primo disco di inediti del chitarrista e cantautore fiorentino Matteo Nativo, in uscita oggi. Un concentrato di folk, di blues, di quel rock americano intriso di tradizione e sentimento. Un storia, la sua storia, la storia di una vita intera. Sette inediti arricchiti anche da due omaggi a Tom Waits tradotti in italiano da lui e dalla cantautrice toscana Silvia Conti. Ancora una pubblicazione per la RadiciMusic Records.
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L’idea del disco nasce nel dicembre del 2023, partendo da due canzoni scritte di getto subito dopo il dramma della separazione. La necessità di raccontare il vissuto, la storia, come manifesto di rinascita ma anche come ad esorcizzare se stessi dalle ombre. Si intitola “Orione” in pubblicazione per la RadiciMusic Records di Arezzo. Oltre agli inediti troveremo anche due omaggi a Tom Waits con i brani “Clap Hands” tradotto in italiano da lui e “Jockey Full Of Bourbon” per la traduzione della cantautrice toscana Silvia Conti. Un punto e a capo. E poi quel suono ben preciso, evocativo delle atmosfere Folk-Blues americane e della tradizione di chitarra acustica Fingerstyle raccolta durante la permanenza negli Stati Uniti. Tutto questo è il primo disco di inediti di Matteo Nativo.
TRACK BY TRACK
1. Che ora è – Una sera di giugno del 2022 mia moglie tornò a casa dicendomi, dopo 17 anni insieme, che se ne sarebbe andata. La canzone è stata scritta a ferragosto di quell’estate. Da solo, nella città deserta, con un caldo soffocante nel cortile di una casa provvisoria ricavata in un sottosuolo deprimente. Così senza sapere cosa fare della mia vita, immerso nel dolore sordo e profondo, l’unico appiglio per non sprofondare nella depressione era la chitarra, era la musica. Vomitando fuori il dolore, trasformandolo in parole e musica, cercavo di superare tanta sofferenza, descrivendo quella giornata in quel cortile.
2. Clap Hands – Ho scoperto questa canzone durante la mia permanenza negli USA. Tom Waits fu una rivelazione. Con le sue parole visionarie, un suono che ti stringe l’anima, una voce che scava nel profondo. La sua musica mi riportò immediatamente ai libri letti in adolescenza degli scrittori della Beat generation, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Borroughs… Decisi che dovevo farla mia, parlava del mio mondo. Per il disco ho tradotto il testo in Italiano adattandolo ma cercando di rimanere fedele all’originale, dando continuità con le altre canzoni.
3. Ovunque tu sarai – Scritta in tempi non sospetti, nel 2018, di nuovo mia moglie a cui venne diagnosticato un cancro maligno ad un polmone, oggi fortunatamente sta bene. La canzone venne di getto in quel periodo altalenante tra paura e speranza, una canzone che parla di amore.
4. Oradur – Testo scritto da Michele Mingrone, autore con cui collaboro. Racconta della cittadina francese Oradur, distrutta dai tedeschi durante la guerra e mai ricostruita. La Francia decise di lasciarla cosi, senza ricostruirla, come monito per il futuro, testimonianza delle atrocità della guerra.
5. Un’altra come te – Un testo scritto a quattro mani con Michele Mingrone, dedicata ad una ragazza conosciuta in un pub durante un mio live. Una storia fugace, mi baciò dolcemente donandomi un poco del suo amore per poi, poco dopo, fuggire via confessando di essere sposata con un figlio.
6. Fantasma – Testo scherzoso di Michele Mingrone che si è subito incastonato su un giro di accordi che avevo da tempo nel cassetto.
7. Ultima stella del mattino – All’indomani della mia nuova vita. Parla di promesse, di ricordi, del tempo e di rinascita. La necessità di lasciare andare ma anche del desiderio di non dimenticare.
8. Jockey Full Of Bourbon – Secondo pezzo di Tom Waits, testo tradotto e adattato da Silvia Conti, da me arrangiato mantenendo l’atmosfera originale della canzone.
9. Orione – Ultimo brano scritto, anche questo a quattro mani con Michele Mingrone. È per la morte di un caro amico, dopo averlo visto un’ultima volta nella camera ardente immobile e svuotato della vita. Tornai a casa e di getto scrissi il testo e la musica. In seguito il testo è stato rivisto con Michele per arrivare alla forma definitiva.
BIO
Matteo Nativo, nato nel 1972 a Firenze, è un chitarrista, cantante e cantautore. È cresciuto tra la musica del padre e quella scoperta di nascosto dal fratello, e ha cominciato a suonare la chitarra elettrica a 12 anni. Dopo le prime esperienze in band, si è trasferito a Milano nel 1992, dove ha lavorato alla composizione di jingle pubblicitari. Nel 1996 è partito per gli Stati Uniti per studiare al Berklee College of Music di Boston. Qui ha iniziato la sua esperienza “on the road”, suonando in locali del New England e immergendosi nella scena folk-blues americana. In Vermont ha approfondito il fingerpicking, vivendo esperienze intense, anche difficili, tra lavori saltuari e musica suonata ovunque. A New York ha lavorato come cameriere e ha continuato a suonare nei piccoli club, perfezionando la tecnica fingerstyle ispirato da artisti come Leo Kottke. È tornato in Italia nel 2000 e si è diplomato con il massimo dei voti in chitarra fingerpicking alla Lizard di Fiesole. Nel 2003 ha scritto ed eseguito dal vivo la musica per le coreografie di Keith Ferrone con la Florence Dance Company di Firenze. Nel 2006 ha fondato e diretto per dieci anni l’Accademia di Chitarra a Firenze, dove ha regolarmente portato dal vivo composizioni inedite e cover arrangiate per chitarra acustica Fingerpicking, voce e armonica. Venerdì 11 aprile 2025 è uscito il suo primo disco di canzoni d’autore, “Orione”, pubblicato dalla RadiciMusic Records di Arezzo.
LINE UP
Matteo Nativo: voce, chitarra e armonica
Fabrizio Morganti: batteria
Lorenzo Forti: basso
Con la collaborazione di:
Francesco Moneti: violino su “Che ora è” e “Ultima stella del mattino”
Elisa Barducci: coro su “Che ora è”
Bob Mangione: armonica su “Clap Hands”, “Oradur” e “Jockey full of bourbon” – coro su “Un’altra come te” e “Fantasma” – Ebow su “Orione
Michele Mingrone: chitarra solista su “Oradur”
Claudia Moretti: coro su “Ovunque tu sarai”, “Jockey full of bourbon “ e “Orione”
Lele Fontana: Piano Fender Rhodes e organo Hammond su “Un’altra come te” e “Fantasma”
Silvia Conti: coro su “Un’altra come te”, “Fantasma” e “Jockey full of bourbon”
Registrazione – Dpot Art Studio di Prato
Produzione & Mix – Gianfilippo Boni e Matteo Nativo