Ohio – il primo romanzo di Stephen Markley: “Quattro voci per raccontare il midwest”
«Un romanzo epico che racconta con rispetto e compassione vite danneggiate e ostacolate. Perché è proprio dalla dimensione umana che dobbiamo partire per comprendere il mondo in cui viviamo». Con queste parole il New York Times definisce Ohio, il primo romanzo dello scrittore statunitense Stephen Markley, edito in Italia da Enaudi.
La storia narrata da Markley è ambientata a New Canaan, città immaginaria dell’Ohio che, proprio come Springfield nei Simpson, vuole dare al contesto un valore universale. Attraverso quattro narrazioni, rispettivamente di quattro ragazzi ed ex compagni di liceo, si verrà catapultati in una storia interconnessa. Un thriller che, come dichiarato dall’autore:
«vuole ripercorrere e approfondire una regione, l’Ohio, così difficile. Attraverso l’incrocio e la connessione delle storie dei 4 ragazzi capiamo meglio il luogo e gli eventi. Avevo bisogno di una città inventata per rappresentare e caratterizzare gli aspetti più importanti degli USA. Nella città post industriale girano droghe e ci sono abusi. Tutti elementi riconoscibili che, però, puntualizzano una cruda realtà»
L’intento di Markley è anche quello di sensibilizzare e raccontare quali sono i contraccolpi della guerra e della cultura legata ad essa. Ne sono un esempio i costanti rimandi all’attentato alle torri gemelle -di cui quest’anno ricorre il ventennio-. Attraverso la narrativa americana l’autore sfocia nel thriller, mettendo a nudo la società statunitense. Il tutto visto tramite un intreccio di quattro linee narrative, separate nella trattazione, ma indissolubilmente legate all’interno degli eventi.
«Le ramificazioni della guerra sono ancora ben presenti nella nostra società, anche se i media non gli danno più un peso così importante come in passato. Da un mio punto di vista un grande fallimento è stato sicuramente l’intervento in Iraq. Ancora oggi stiamo tutti pagando le conseguenze di quell’operazione militare. Con il mio romanzo ho parlato degli effetti collaterali della guerra sulla persona ed a livello sociale»
La cosiddetta Grande Recessione è il fulcro attorno al quale si dirama la tentacolare narrazione di Ohio. La disoccupazione, la dipendenza, il terrorismo, la sessualità, la religione e il sesso sono tutti elementi con cui la società americana deve fare i conti. Ma non solo gli USA. Markley, che ha studiato anche in Italia, vuole offrirci una finestra dalla quale è possibile dare uno sguardo all’era moderna. New Canaan è semplicemente il pretesto per dare vita ad una denuncia del tradimento dei governi nei confronti dei popoli. Due facce della stessa medaglia che, insieme, mostrano una società solo in apparenza funzionante.
«C’è un aspetto molto importante da tenere in considerazione per uno scrittore, ossia la capacità di un romanzo di essere universale. E ciò indipendentemente dalla nazionalità del lettore o dall’ambientazione. Mi auguro che i lettori italiani abbiano avuto modo di mettersi nei panni dei miei personaggi»