“Notte prima degli esami” compie 40 anni: il significato dell’inno della maturità
Ci siamo: oggi 526.317 studenti italiani* affronteranno la prima prova della tanto attesa quanto temuta maturità, quella tappa fondamentale che in molti definiscono “il primo vero esame della vita”. Tra ansie e curiosità, tra nostalgia e entusiasmo, tra malinconia e liberazione, comunque vada, la maturità è uno spartiacque, un momento indelebile che si finisce sempre per ricordare con un sorriso.
Che non sia un voto a definire il valore o la maturità di chi affronta la prova è cosa ben certa. Di fronte a quei temuti fogli c’è chi eccelle, chi fa meglio di quanto si aspettasse, chi semplicemente dà il meglio di sé. Chi prova sconforto con la sensazione di aver dimenticato tutto quel che ha studiato, chi penserà che avrebbe potuto studiare di più e chi capirà che sbagliare non è mai un’inesorabile tragedia.
Ma qualcosa accomuna tutti gli studenti: quell’inestricabile nodo alla gola dovuto all’emozione di sedersi per l’ultima volta dietro quei banchi di scuola che hanno accolto bambini con cartella e grembiulini e, dopo (più o meno) tredici anni, lasciano andare adolescenti pronti a conquistare il proprio futuro.
Non solo: ad accomunare il ricordo dei maturandi delle ultime generazioni (e risveglia le emozioni dei più “grandi”) c’è una canzone inconfondibile. Come ogni momento importante che si rispetti, anche gli esami di maturità sono caratterizzati dalla propria colonna sonora. E che la si ami o meno, si scopre di conoscerne le parole a memoria, solo ascoltandone le prime note.
*dato pubblicato da Ansa.it
“Notte prima degli esami”
“Notte prima degli esami” accompagna le emozioni e i ricordi dei maturandi da ben 40 anni: era il 1984 quando Antonello Venditti toccava le corde del cuore con un brano (uscito su un 45 giri insieme a “Ci vorrebbe un amico“) destinato a diventare un inno della gioventù. Una canzone da cantare a squarciagola reclamando il proprio diritto a conquistare il futuro, con un inevitabile velo di commozione sugli occhi che sorridono.
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Dopo essersi ritagliato un posto d’onore nel panorama musicale italiano, il brano ha subito un improvviso e notevole revival, conquistando una nuova generazione di fan, grazie all’omonimo film diretto da Fausto Brizzi nel 2006: “Notte prima degli esami” prende spunto dal testo di Venditti per raccontare le vicende personali, amorose e scolastiche di alcuni studenti romani alla vigilia dell’esame di maturità, interpretati da Nicolas Vaporidis, Cristiana Capotondi e Giorgio Faletti.
Da allora e grazie alla diffusione sui social, la canzone è continuata a risuonare ancora di più soprattutto nei giorni precedenti le fatidiche prove d’esame. Lo stesso Venditti ha un attaccamento particolare nei confronti di questo brano: oltre a dedicarlo annualmente ai maturandi di ieri, oggi e domani dal vivo o in diretta, il cantante celebra in questi giorni il quarantesimo anniversario di “Notte prima degli esami” con alcuni concerti evento. Dopo l’esibizione all’Arena di Verona lo scorso maggio, in questi giorni – il 18, 19 e 21 giugno – Antonello Venditti canta alle Terme di Caracalla a Roma, per poi proseguire per tutta l’estate su e giù per la penisola.
Il significato della canzone
Con un lungo flashback, “Notte prima degli esami” racconta le emozioni provate dallo stesso Venditti in un’estate romana di fine anni Sessanta in cui anche lui si apprestava ad affrontare l’esame di maturità al Liceo classico “Giulio Cesare”, a Roma.
Nella canzone si intrecciano diverse storie con riferimenti generazionali non proprio semplici da comprendere per gli studenti di oggi. Basti pensare ai primi versi: “Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra / E un pianoforte sulla spalla”. Nella propria autobiografia il cantante ha rivelato che si tratta de “I Giovani del Folkstudio“, ossia Giorgio Lo Cascio, Francesco De Gregori, Ernesto Bassignano e lo stesso Venditti, che ai tempi muovevano i primi passi proprio all’interno del locale romano. Il ragazzo con il pianoforte sulla spalla è proprio l’autore del brano, che si è subito differenziato dagli altri tre per aver preferito questo strumento alla chitarra.
Seguono riferimenti letterari, come i “pini di Roma” che rimandano al poema sinfonico di Ottorino Respighi, che “non si spezzano“, per descrivere i sogni dei quattro artisti in erba. E riferimenti politici, con “le bombe delle sei” che richiamano il clima d’incertezza e i tumulti legati al terrorismo e ai movimenti studenteschi. Per altri le bombe delle sei sono più semplicemente i dolci farciti di crema appena sfornati nelle panetterie o nei bar che aprono di primo mattino, al termine di una nottata passata con amici o prima di andare a scuola.
L’atmosfera si fa infatti più intima e ci porta nel cuore di un ragazzo che si strugge per la lontananza dalla sua amata Claudia, che incontra proprio la notte prima degli esami. I due non si vedono da una settimana, probabilmente a causa dello studio intensivo precedente la maturità. In quelle ore di ansia “Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto“, ma nonostante l’imminenza della prova, dà appuntamento a Claudia “al solito posto” proprio quella notte. Nei versi successivi Venditti racconta come i due facciano l’amore, forse per la prima volta, mentre la vita notturna di Roma continua a scorrere tra sirene, ambulanze e polizia.
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Qui il brano di Venditti diventa un inno senza tempo, cantando temi facilmente assimilabili dai ragazzi di ogni generazione: “la notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni / notte di sogni, di coppe e di campioni, / notte di lacrime e preghiere” è il racconto di un rito di passaggio, fatto in fondo di gesti e pensieri che appartengono ad ognuno di noi. Il racconto di una notte di bilanci in cui si finisce sempre a provare nostalgia, anche per “le mamme e i papà con il biberon in mano e le nonne alla finestra“.
Immancabile, ovviamente per Venditti, il riferimento alla sua Roma che appena due mesi dopo l’uscita del brano, arriverà proprio in finale di Coppa dei Campioni (oggi Champions League) contro il Liverpool. Dopo un ultimo riferimento alla politica dell’epoca – gli aerei che volano “tra New York e Mosca“, attraversando la Cortina di ferro che ancora divideva l’Europa e il mondo durante la Guerra fredda -, il cantante torna a cantare le ansie di quella notte che esorcizza affermando che “La matematica non sarà mai il mio mestiere” e portando i giovani degli ultimi 40 anni a rivendicare a squarciagola: “Questa notte è ancora nostra“. A prendersi ancora una notte per essere “piccoli” e spensierati, con ancora molte porte da aprire, per decidere della propria vita e godersi la tanto amata libertà.
La canzone si conclude con un ritorno al presente, in cui Venditti, cantautore ormai affermato, sale sul palco di un concerto (“Si accendono le luci qui sul palco“). Un traguardo che offre la consapevolezza dei molti cambiamenti rispetto a quei ricordi giovanili di quasi vent’anni prima, ma che non gli impedisce di abbandonare “la voglia ancora di cambiare“, che lo ha accompagnato proprio in quella notte prima degli esami.
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Il testo
Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra
E un pianoforte sulla spalla
Come i pini di Roma, la vita non li spezza
Questa notte è ancora nostra
Ma come fanno le segretarie
Con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati
Le bombe delle sei non fanno male
È solo il giorno che muore
È solo il giorno che muore
Gli esami sono vicini e tu sei troppo lontana dalla mia stanza
Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto
Stasera al solito posto, la luna sembra strana
Sarà che non ti vedo da una settimana
Maturità, t’avessi preso prima
Le mie mani sul tuo seno, è fitto il tuo mistero
E il tuo peccato originale come i tuoi calzoni americani
Non fermare, ti prego, le mie mani
Sulle tue cosce tese
Chiuse come le chiese quando ti vuoi confessare
Notte prima degli esami, notte di polizia
Certo, qualcuno te lo sei portato via
Notte di mamme e di papà col biberon in mano
Notte di nonne alla finestra
Ma questa notte è ancora nostra
Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni
Notte di sogni, di coppe e di campioni
Notte di lacrime e preghiere
La matematica non sarà mai il mio mestiere
E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca
Ma questa notte è ancora nostra
Claudia non tremare, non ti posso far male
Se l’amore è amore
Si accendono le luci qui sul palco
Ma quanti amici intorno, che viene voglia di cantare
Forse cambiati, certo, un po’ diversi
Ma con la voglia ancora di cambiare
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore