Milena Vukotic è Emilie du Châtelet: la recitazione è un gioco
Milena Vukotic, classe 1935, è tra le signore indiscusse della recitazione italiana. Sono quasi cento le produzioni alle quali ha lavorato nell’arco di una carriera settantennale, alternata tra cinema, teatro e televisione, diretta da alcuni tra i più grandi registi e sceneggiatori dell’ultimo secolo: Dino Risi, Franco Zeffirelli, Mario Monicelli, Ettore Scola, Federico Fellini, Carlo Verdone, Berardo Bertolucci, Carlo Lizzani, giusto per citarne alcuni.
Sarà protagonista sul palco dell’OffOff Theatre di Roma con lo spettacolo “Milena ovvero Emilie du Châtelet”, di Francesco Casaretti per la regia di Maurizio Nichetti. Un monologo, non privo di sorprese e colpi di scena, che si muove nello spazio-tempo delle due donne, raccontandoci la vita di Emilie che, con il suo intelletto, è stata tra le menti più brillanti del XVIII secolo.
Nata in una famiglia dal rango riconosciuto, vissuta all’interno di un ceto sociale privilegiato, grazie agli incarichi che suo padre aveva alla corte del Re Sole, Luigi XIV, fu stimolata sin dalla tenera età a sviluppare interessi linguistici e scientifici, all’epoca privilegio solo dei rampolli di sesso maschile. Nonostante gli studi, Emilie non limitava le proprie esperienze di vita, talvolta frivole e mondane che, dopo i 16 anni, furono sempre più frequenti.
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A soli 19 anni sposò il marchese Florent Claude du Châtelet, più grande di lei di più di dieci anni e con cui crebbe tre figli. Eppure, questo non le impedì di vivere amori e relazioni al di fuori del letto coniugale, anche se fu il suo rapporto con Voltaire ad esser ricordato come il sodalizio culturale e sentimentale più importante e duraturo della sua vita.
L’intervista che abbiamo realizzato con Milena Vukotic è avvenuta il giorno dopo l’ufficialità del ritorno in sala al 100%. Lunghi mesi di “battaglie” con le quali gli operatori dello spettacolo e gli appassionati dello stesso hanno inteso chiedere a gran voce al governo un ripensamento circa la presenza del pubblico in sala, considerando il settore cultura come il più flagellato dalla pandemia. Il cambiamento c’è stato. Si torna come prima della primavera 2020.
“Come sto? In fibrillazione, come sempre prima di andare in scena”
Finalmente si riparte con capienza al 100%. “Non se ne poteva più di stare in questa incertezza e in queste condizioni. Già il teatro non è facile da sostenere ma se c’è anche questa limitazione diventa frustrante. Abbiamo tutti avuto fiducia nel tornare alla normalità, oltre che coraggio nell’accettare la situazione che si è creata”, spiega.
Il distanziamento sociale in sala, dunque, è stato annullato e, almeno per ora, archiviato. Adesso, però, slogan e belle parole devono trasformarsi in realtà: sale teatrali, concertistiche e cinematografiche vanno riempite. Il tempo delle scuse è finito.
“Speriamo, questo bisogno c’è da parte del pubblico e della gente di sempre che vuole tornare al teatro. La rappresentazione è vecchia come il mondo, c’è sempre stata la necessità di assistere a questi appuntamenti. Ricordiamoci che in inglese, in tedesco, in francese, la parola che intende l’atto del recitare è “gioco”, prosegue Milena Vukotic. Il gioco della vita, dei bambini che hanno questo bisogno di rappresentare altri mondi e altre situazioni. C’è in tutti il bisogno di fantasticare e di riflettere.
“Il teatro ci restituisce qualcosa in più che troviamo nei sogni e nella realtà”
Le chiediamo di parlarci di questo spettacolo, se arriva nel momento giusto, anche per il contesto storico che viviamo dove la figura della donna è soggetta a rinnovato interesse. Non ultimo, quello da parte delle politiche sociali che cercano di fare giustizia a una disparità di trattamento non più conciliabile con la società odierna.
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“Assolutamente si, è emblematico di ciò che si sta sviluppando da qualche anno ma che adesso sta trovando davvero un apice e che certo non dovrà finire. Lei è stata la promotrice di quello che adesso cerchiamo di equilibrare. E’ stata una donna coraggiosa perché a quell’epoca non era facile imporsi come si è imposta lei, lasciando da parte tutto quello che era determinato dalla società. E’ stata una grande combattente ed è riuscita a lasciare una traccia indelebile della sua energia e della sua forza. Ha avuto la fortuna di poter studiare in un’epoca in cu le donne erano destinate al convento o alla prostituzione perché non c’era la possibilità di vivere una vita libera. E’ un personaggio anche molto simpatico perché non si è posta troppi problemi, per lo meno da quello che deriva dalla sua biografia”.
Come si trova quell’equilibrio necessario a descriverla senza scadere in personalismi?
“In tutte le rivoluzioni ci sono delle difficoltà, degli scivolamenti e delle censure. Se si crede in qualcosa, alla fine, piano piano, ci si arriva. Certo, la difficoltà di congestionare il tempo con un bombardamento di attività simili esiste, ma fa parte del mondo”.
Si riparte anche dal Teatro OffOff, realtà capitolina che come tutte ha faticato a ripartire. Ora è il momento di cambiare marcia, e lo fa con un’attrice il cui blasonato spessore artistico garantisce una pièce di indiscutibile fascino.
Milena Vukotic non nasconde la propria felicità nell’incontro con il Teatro OffOff: “è un teatro che vibra e che con il suo staff, a partire da Silvano Spada, è riuscito a trasmettere energia a noi interpreti. Ho entusiasmo e volontà di fare questo spettacolo con la meravigliosa partecipazione di Michetti. Casaretti ha scritto il testo per me e le sono molto grata. Il teatro è sempre un viaggio particolare, ora sono davvero felice di essere in questa situazione. Ho sempre vissuto esperienze e avventure non sempre sicure, in quanto intenta a ricercare, a tentare, a sperimentare vari generi e anche attività non convenzionali”.