David di Michelangelo: il Rinascimento scolpito nel marmo
Il 9 settembre 1501, Michelangelo Buonarroti assesta i primi colpi di scalpello su un gigantesco blocco di marmo per testarne durezza e resistenza. Inizia così la realizzazione di un’opera sorprendente, passata alla storia come il simbolo del Rinascimento: il David.
UN BLOCCO DI MARMO DIFFICILE DA LAVORARE
Dopo l’enorme successo riscosso per la bellissima Pietà del Vaticano, Michelangelo torna a Firenze per una nuova sfida. L’Opera del Duomo commissiona al giovane artista, all’epoca ventiseienne, la statua di un David da collocare su uno dei contrafforti della cattedrale di Santa Maria del Fiore, a circa ottanta metri d’altezza. Nessun dettame specifico sulla raffigurazione del soggetto, ma un unico obbligo: utilizzare un enorme blocco di marmo con difetti strutturali rimasto da tempo inutilizzato presso la bottega della Cattedrale. Gli scultori Agostino di Duccio e Antonio Rossellino, rispettivamente nel 1464 e nel 1475 avevano già provato ad abbozzarlo con scarsi risultati. Il materiale infatti presenta fenditure e fori che lo rendono friabile e poroso, estremamente difficile da lavorare.
Il Buonarroti tuttavia non si scoraggia. Accetta l’incarico e inizia a scolpire senza sosta, con le sue sole forze, all’ombra di un’impalcatura in legno costruita appositamente per impedire ai curiosi di vedere l’opera prima del completamento. I lavori iniziati nel settembre 1501, si concludono a gennaio 1504, in meno di tre anni con un effetto finale strabiliante.
DAVID RAPPRESENTATO COME UN EROE GRECO
Il soggetto biblico del pastore David che sconfigge il gigante Golia e infine lo decapita era già stato affrontato da altri artisti, ma Michelangelo ne offre una versione inedita e rivoluzionaria. A differenza dei colleghi non sceglie di rappresentare la testa del gigante adagiata ai piedi del vittorioso fanciullo, bensì l’istante in cui il giovane prende la mira per colpire con la fionda il nemico.
Il capo voltato, le labbra serrate, la fronte corrucciata evidenziano uno sforzo di concentrazione e, per estensione, il dominio della Ragione sull’Istinto, in perfetta linea con i principi ideologici del Rinascimento. Per la resa anatomica Michelangelo si ispira all’arte classica, in particolare riprende la struttura a chiasmo del canone di Policleto: il braccio destro e la gamba sinistra sono rilassate, in netta contrasto con i loro rispettivi opposti. Il corpo, al culmine della prestanza fisica, rivela uno studio estremamente accurato dell’apparato muscolare e dei vasi sanguigni, tanto che la superficie marmorea sembra prendere vita. Con la sua vertiginosa altezza di 5,17 metri e il suo peso di oltre cinque tonnellate, il David è la prima statua colossale dell’era moderna e rappresenta un unicum nell’iconografia religiosa.
IL SIMBOLO DEL RINASCIMENTO NEL MONDO
Al momento dello svelamento nel 1504, la statua del David suscita una tale meraviglia tra i contemporanei, che si ritiene necessaria una collocazione più evidente e valorizzante. Viene pertanto istituita una commissione di cui fanno parte anche Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci, per scegliere il posto più idoneo. Dopo un acceso dibattito la decisione cade su Piazza della Signoria di fronte al Palazzo del Governo. L’imponente fisicità della statua, i suoi rimandi all’età classica e il suo elevato simbolismo morale, la assurgono ad emblema del potere municipale, ad aulica raffigurazione della forza della città di Firenze nella difesa della propria libertà.
Dopo secoli, nel 1872, su richiesta dello scultore Lorenzo Bartolini che vuole preservarla dalle variazioni climatiche, la statua viene trasferita nella Galleria dell’Accademia, e al suo posto viene installata una copia. Data la delicatezza del marmo, l’opera originale viene sottoposta periodicamente ad interventi di spolveratura ed eliminazione di agenti patogeni.
Un patrimonio di inestimabile valore che ancora oggi unisce più generazioni e veicola il concetto di Rinascimento nel mondo.
di Francesca Massaro