“Marmo Italiano” di Jago arriva sul Ponte Sant’Angelo a Roma
La scultura, intitolata “Marmo Italiano“, è stata realizzata da Jago nel 2022 in marmo nero Cattani e raffigura un giovane uomo disteso su un fianco. L’opera intende focalizzare l’attenzione su temi quali l’integrazione, l’accoglienza e ci racconta delle sofferenze affrontate da tutti coloro che sono costretti a fuggire dalla propria terra, a causa della guerra o delle difficoltà più disparate, nella speranza di un nuovo inizio.
La scultura, dopo un mese in mare sulla nave Ocean Vikings di SOS Mediterranee e dopo l’abbraccio dello Stadio Olimpico, ora prosegue il suo pellegrinaggio sul selciato di Ponte Sant’Angelo a Roma, tra gli sguardi dei santi lapidei del Bernini.
Il titolo dell’installazione su ponte Sant’Angelo, “In Flagella Paratus Sum – Sono pronto al flagello”, si rifà alla frase inscritta nel basamento dell’Angelo del Primo Flagello, una delle dieci differenti statue che accompagnano il percorso e che raccontano la Passione di Cristo.
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Nel crocevia tra l’antica prigione di Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro, l’opera si affranca quindi, nuovamente, dalle acque, in attesa di un approdo sicuro: il futuro di Marmo Italiano è incerto, come lo è per tutti coloro che affrontano l’incognita del viaggio.
Il ricavato dell’opera, che sarà venduta all’asta (con un valore stimato di 1,250 mil di euro), sarà devoluto alla SOS Mediteranee per aiutare i profughi.
Jago è un artista italiano che opera nel campo della scultura. Nasce a Frosinone (Italia) nel 1987, dove ha frequentato il liceo artistico e poi l’Accademia di Belle Arti (lasciata nel 2010). La sua ricerca artistica fonda le radici nelle tecniche tradizionali. Jago utilizza il marmo come materiale nobile, ma tratta temi fondamentali dell’epoca che abita, instaurando un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo di video e dei social network, per condividere il processo produttivo. All’età di 24 anni, su presentazione di Maria Teresa Benedetti, è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, esponendo il busto in marmo di Papa Benedetto XVI (2009) che gli è valso la Medaglia Pontificia. La scultura giovanile è stata poi rielaborata nel 2016, prendendo il nome di Habemus Hominem e divenendo uno dei suoi lavori piùnoti. Dal 2016, anno della sua prima mostra personale nella Capitale, ha vissuto e lavorato in Italia, Cina e America.
È stato professore ospite alla New York Academy of Art, dove ha tenuto una masterclass e diverse lezioni nel 2018.A seguito di un’esposizione all’Armory Show di Manhattan, JAGO si trasferisce a New York. Qui inizia la realizzazione del Figlio Velato, esposto permanentemente all’interno della Cappella dei Bianchi, nella chiesa di San Severo Fuori le Mura a Napoli.Nel 2019, in occasione della missione Beyond dell’ESA (European Space Agency), JAGO è stato il primo artista ad aver inviato una scultura in marmo sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’opera, intitolata The First Baby e raffigurante il feto di un neonato, è tornata sulla Terra a febbraio 2020 sotto la custodia del capo missione, Luca Parmitano. Nel novembre dello stesso anno realizza l’installazione Look Down, che viene collocata in Piazza del Plebiscito a Napoli, per poi essere successivamente esposta nel deserto di Al Haniyah a Fujairah (UAE). Il 1 ottobre 2021 JAGO installa la sua Pietà nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, in Piazza del Popolo (Roma) e il 12 marzo 2022 inaugura la mostra JAGO – The Exhibition presso Palazzo Bonaparte a Roma.
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