Mark Twain, il primo vero scrittore statunitense
Nome d’arte di Samuel Langhorne Clemens, Mark Twain è stato uno dei padri della letteratura statunitense, o per dirla alla William Faulkner “il primo vero scrittore statunitense”.
Dalla sua penna uscirono personaggi come Tom Sawyer e Huckleberry Finn, protagonisti di romanzi per lettori di tutte le età. In particolare il secondo fu per Ernest Hemingway il punto di svolta nella letteratura americana, sottolineando come “Non c’era stato niente di così buono in precedenza” e che tutto dopo partì da lì.
Twain nacque in Florida il 30 novembre del 1835 ma crebbe ad Hannibal, nello Stato del Missouri, in una realtà schiavista che fu uno degli sfondi principali dei suoi romanzi. Il suo nome d’arte deriva dalla sua esperienza sui battelli a vapore del Mississippi, dove il grido “Mark Twain” è parte dello slang marinaresco per indicare la profondità di 12 piedi dell’acqua in un determinato punto.
La sua vita, i suoi viaggi anche in Europa, in particolare Francia e Italia, così come più a oriente in Palestina, furono determinanti per la sua formazione. Viaggiò molto anche negli Stati Uniti, partecipò per poco tempo alla Guerra di Secessioni tra le fila confederate per poi abbandonarle e tornare a fare il giornalista. Tutto questo permeò la sua produzione letteraria, impostata su una forte e severa critica alla realtà contemporanea condita in parte da umorismo, sarcasmo e in ultima parte di pessimismo.
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Una lettura superficiale, che non considera il contesto socio-culturale in cui furono scritte, le opere di Twain potrebbero risultare intrise di razzismo e schiavismo. Spesso ricorre la parola “nigger” in particolare ne “Le avventure di Huckleberry Finn”. Lo scrittore americano ebbe però sempre posizioni avverse al razzismo, al colonialismo e all’imperialismo perpetrato nel periodo a lui contemporaneo. Il tutto emerge con evidenza nel suo diario di viaggio del 1897 “Seguendo l’Equatore”.
La vita vissuta torna sempre in Mark Twain. Nelle trame, nei personaggi, nei luoghi, nei significati profondi.
Gli stessi Tom Sawyer e Huckleberry Finn erano una somma di esperienze personali. Ma anche dei suoi amici. Vissute nell’inventata St. Petersburg in Missouri, sulle rive del grande fiume Mississippi, che molto richiama la Hannibal in cui crebbe.
Storie di personaggi semplici, di amicizie vere e profonde, di lealtà (questa verrà fuori dopo), di coraggio. Ma anche di reati, di disobbedienza, di ideali più o meno virtuosi. Avventure e vite che riportano la mente dei più adulti alla propria infanzia e insegnano ai più piccoli a godere ciò che la propria età regala.
I personaggi dello scrittore americano erano anche fuorilegge, emarginati, figli di ubriaconi. Ma soprattutto dei sognatori.
Mark Twain ha descritto l’America dell’800 con tutte le sue contraddizioni, subendo egli stesso numerose censure. Sia in vita che dopo la morte. Fino ai giorni d’oggi, quando la mania del politically correct in mano a ignoranti che non riescono a capire e interpetare, lo ha fatto passare per il razzista che non era. La paura della n-word che spesso ricorre nei suoi scritti lo ha fatto additare come scrittore da censurare. Come se la lettura dei due amici di St. Petersburg potesse indirizzare i ragazzi nelle fila del KKK.
Evidentemente, ahinoi, di Twain ciò che è più famoso sono i suoi aforismi più di tutti i suoi romanzi. Frasi brevi e forti che hanno attraversato i decenni per essere poi, purtroppo, dati in pasto ai postatori seriali di Facebook. Come ad esempio “Scelgo il Paradiso per il clima e l’Inferno per la compagnia”.
Ma anche “Un banchiere è uno che ti presta il suo ombrello quando c’è il sole, ma lo rivuole indietro appena inizia a piovere.”
Insomma un’ironia pungente che nascondeva una critica alla società e alla religione. Nei confronti di quest’ultima elaborò alcune opere che furono distrutte dalla sua famiglia post mortem. Opere pubblicate solo a metà ‘900 come nel caso di “Lettere dalla Terra” o nel 1916 “Lo straniero misterioso”, fortemente anticlericale. Tutto ciò nonostante provenisse da una famiglia puritana.
In pratica chi vuole capire, e anche imparare ad odiare in parte l’America, deve leggere Mark Twain. Come disse lui stesso, e facciamo un regalo ai signori del buongiornissimo kafeeeee, “È stato meraviglioso scoprire l’America, ma sarebbe stato ancor più meraviglioso ignorarla.”