Maria Elisa Gualandris a tutto tondo: l’intervista all’autrice di “Come nel Lago”
Quando si tratta di gialli non manco mai all’appello, soprattutto se a scrivere è una donna come Maria Elisa Gualandris, giornalista professionista, una speaker radiofonica, una scrittrice di gialli con cognizione di causa che, dopo l’esordio con “Nelle sue ossa”, ha deciso di continuare a raccontare le avventure dell’apprendista reporter Benedetta Allegri in “Come Nel Lago”.
Ciao Maria Elisa, conosciamoci meglio. Di cosa ti occupi nella vita?
Ciao Chiara. Allora, io sono una giornalista, specialmente di cronaca nera e giudiziaria. Mi occupo della zona del Lago Maggiore, Verbania e dintorni. Collaboro con diverse testate e lavoro anche in una radio, Rvl (Roma Verona Livorno), dove conduco un programma la mattina dalle 7 alle 9 che si chiama “Giornale e Caffè” e ho anche una rubrica dedicata ad una delle mie più grandi passioni, la lettura. Ho sempre amato leggere e, per condividere questa passione, ho un blog “i libri di Meg” dove raccolgo le recensioni dei libri che più mi hanno colpito.
Sappiamo che sei anche scrittrice, il tuo lavoro giornalistico come ha influenzato il tuo stile di scrittura?
Secondo me, a livello di scrittura, il mio lavoro ha influenzato moltissimo il mio modo di scrivere. Ti spiego subito: il giornalista tende ad avere uno stile chiaro, pulito ed essenziale. Queste tre caratteristiche mi hanno creato dei problemi nel momento in cui ho deciso di scrivere i miei romanzi, perché quando scrivi un libro hai tutto lo spazio per i dettagli, per allargare anche la storia, se ne senti la necessità.
Quindi, da una parte è un aspetto positivo che porta, sicuramente, ad una scrittura scorrevole e semplice; dall’altra parte c’è bisogno di capire le differenze tra scrittura giornalistica e scrittura narrativa. Dal punto di vista dei contenuti, invece, il mio lavoro ha senza dubbio influenzato la trama dato che la mia protagonista è una giornalista e scrive di casi di cronaca (inventati). Insomma, Volevo occuparmi di qualcosa che conoscessi bene perché era la mia prima esperienza e non volevo avventurarmi troppo.
La tua seconda opera “Come nel lago” è da considerarsi un sequel della prima pubblicazione “Nelle sue ossa”?
Sì, è un sequel poiché i personaggi sono gli stessi e la storia la troviamo lì dove l’abbiamo lasciata nel primo libro. La peculiarità è che può essere letto anche senza conoscere la trama del precedente. Si tratta di due gialli, due casi diversi a sé stanti. Ovviamente, le vicende personali della protagonista proseguono ma sono facilmente intuibili.
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Tuffiamoci ora all’interno di “Come nel lago”, raccontaci qualcosa.
In questo giallo racconto la storia di una donna, Annalisa, che viene trovata morta in una laghetto di montagna chiamato il lago delle streghe. Sulla sua morte c’è un mistero: inizialmente non si capisce bene se si sia trattato di un incidente, di un omicidio o di un suicidio. La figlia adolescente della donna, Caterina, è la prima a preoccuparsi affinché il caso venga risolto in modo da scoprire cosa sia successo a sua madre. Per questo motivo è Caterina stessa a contattare Benedetta Allegri, la protagonista del libro.
Benedetta nel primo romanzo era una cronista precaria e adesso la ritroviamo a fare la copywriter in un’agenzia a Milano, stanca dell’instabilità che le dava il primo lavoro. Con la chiamata della ragazza, la vecchia passione per il giornalismo la riporta indietro. Ricordo che Benedetta è doppiamente coinvolta nel mistero della donna perché nel momento del ritrovamento del corpo lei era presente. Forse è stato proprio il destino a volerla lì. Si gioca un po’ tutto sull’indecisione di Benedetta se darsi da fare e rimettersi in gioco per risolvere il caso o lasciar perdere e dedicarsi alla sua nuova vita, lontana dal giornalismo precario.
Beh, questo è un argomento purtroppo reale e molto attuale.
Assolutamente sì, è un tema molto reale e chi fa questo mestiere lo conosce benissimo. Non è solo un problema che riguarda il giornalista di per sé ma è proprio la qualità dell’informazione che ne risente perché troviamo persone sempre più sottopagate, personale ridotto e con mansioni concentrate in pochissime figure che devono barcamenarsi tra mille impegni. Quando la società parla di informazione che fa pena, ecco il perché. Sarebbe opportuno preoccuparsi anche di proteggere questa categoria che ce la sta mettendo tutta per rimanere a galla.
Spesso i lettori si chiedono cosa leggano gli autori dei loro libri preferiti. Ora questa domanda la pongo a te: un autore di gialli legge solo gialli?
No, assolutamente (ride). Voglio premettere che i miei gialli contengono al loro interno anche un po’ di rosa, un po’ di commedia e sentimento. Cerco sempre di alleggerire un po’ la trama. Devo dire che non credo molto nei generi a chiusura stagna dato che amo leggere e spazio molto, forse leggo poco il fantasy. In ogni modo sono fermamente convinta che se un libro è bello lo è a prescindere dal genere.
Hai un nuovo libro in cantiere? Vuoi concederci qualche scoop a riguardo?
Mi piacerebbe scrivere il terzo libro della serie di Benedetta Allegri. Ho già qualche idea e sicuramente la vedremo in un’altra emozionante vicenda. In più, vorrei scrivere anche di altro, ho un’altra storia in stato più avanzato a cui sto lavorando ma per ora non aggiungo altro (ride).