“Mare fuori”: al via la terza stagione
I ragazzi detenuti all’Istituto di Pena Minorile (IPM) di Napoli stanno per tornare. I protagonisti di “Mare fuori”, dopo il successo delle prime due stagioni, dal 1° febbraio andranno in onda in anteprima su Raiplay, mentre dal 15 febbraio su Rai 2 in prima serata.
La serie con Carolina Crescentini e Carmine Recano è stata trasmessa nel 2020 e nel 2021 sulla Rai per passare poi a Netflix dove ha fatto registrare numeri di alto livello. Filippo “O’ Chiattillo”, Carmine “O Piecoro”, Ciro (Giacomo Giorgio), Naditza (Valentina Romani), Pino (Artem Tkachuk), Cardiotrap (Domenico Cuomo), sono diventati in poco tempo personaggi in grado di raccontare la realtà del carcere minorile e di come diverse realtà si incontrano dietro le sbarre di una cella.
Da una parte Filippo (Nicolas Maupas), della Milano bene, che impara a conoscere e ripudiare la vita legata alla malavita dividendo la cella con Carmine (Massimiliano Caiazzo), appartenente ad una famiglia camorrista ma che cerca di sfuggirne. Dall’altra chi quella vita la cerca e la insegue, pagando anche il prezzo della privazione della libertà.
Ognuno con la sua storia, i suoi perché, le sue forze e le sue debolezze. Sopratutto queste ultime vengono raccontate nelle prime due stagioni di “Mare fuori”. L’ideatore Cristiana Farina, con i registi Carmine Elia, Milena Cocozza e Ivan Silvestrini, hanno voluto dare risalto proprio a questo. Un viaggio nell’io dei personaggi, delle loro personalità. Puntata dopo puntata il risultato è l’abbattimento di preconcetti. Un susseguirsi di vicende che si allontana dalle solite serie tv dove il malavitoso ne esce quasi come un personaggio positivo. Vengono infatti risaltate tutte le conseguenze di alcune scelte.
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Morte, dolore, perdita di libertà, paure, ansie. Tutto è figlio delle scelte dei protagonisti. Trattati come adulti perché le loro decisioni li hanno portati a crescere in fretta. Anche non volendo.
E il mare fuori, che i detenuti minorenni vedono dalle loro celle, rappresenta tutto ciò che stanno perdendo. Ma è anche l’idea della speranza, dell’obiettivo da riconquistare. Perché c’è sempre una seconda opportunità.
Il carcere proposto sembra infatti un percorso rieducativo e quasi mai punitivo. Un po’ troppo idealizzato rispetto alla realtà, in effetti. I corsi di musica, di arte, i laboratori, gli educatori che empatizzano con i giovani detenuti sembrano lontani dalle situazioni reali. I percorsi all’interno degli istituti carcerari oggi sono, in molti casi, ancora lontani da questo modo di scontare la propria pena.
L‘idea di “Mare fuori” diventa quindi anche un piccolo tassello nella sensibilizzazione al tema della detenzione, nel far capire che i detenuti sono persone, hanno una loro storia e stanno già pagando per le loro colpe. Senza dover essere continuamente emarginati dalla società. Come dice il personaggio della Crescentini, il direttore dell’IPM, è forse anche colpa della società che non li ha capiti e non li ha saputi integrare.
Torna quindi questa serie, con una serie di nuovi personaggi come “Micciarella”, interpretato da Giuseppe Pirozzi. Ma anche la varesotta Clara Soccini, nel ruolo di Giulia, un trapper milanese “cinica e senza Dio”. Insomma i cancelli dell’Istituto di Pena Minorile, liberamente ispirato al carcere di Nisida, si stanno per riaprire. Per mostrare che nonostante le sbarre il mare è sempre fuori ad aspettare.