Parole & Suoni, Manuel Agnelli ritorna come un novello Ulisse
Manuel Agnelli ritorna in studio. Questa volta senza il resto degli Afterhours. Oltre al singolo “La profondità degli abissi”, colonna sonora del film “Diabolik”, il 10 giugno ha pubblicato il nuovo brano “Proci”.
Un richiamo totale all’Odissea. Al re di Itaca Ulisse che, tornato a casa dopo anni erranti per i mari, trova i nobili della sua terra che bivaccano nella sua dimora contendendosi la mano della moglie Penelope. Essa è sicura che il marito non sia morto. E allora la notte disfa la tela che cuce durante il giorno. Il completamento della stessa, infatti, l’avrebbe obbligata a scegliere tra i Proci il nuovo marito.
Odisseo, una volta tornato a casa, grazie all’aiuto di Eumeo e Filezio, del figlio Telemaco e della dea Atena, uccide tutti i traditori e parassiti.
Manuel Agnelli parte da questo mito. Uccide il vecchio Manuel. Lo uccide non solo nella musica, dove a differenza degli After il piano è il protagonista rispetto alla voce e soprattutto alle chitarre, ma anche nella grafica. Come lo stesso cantante ha sottolineato è stato Thomas Berloffa a proporgli questa immagine a rappresentazione del brano.
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Il testo, la musica e la produzione sono infatti interamente curati dall’ex giudice di X Factor. Un nuovo progetto difficile dopo essere stato per decenni il frontman degli Afterhours che ha voluto spiegare questa scelta musicale: “Mi sono divertito a suonare tutto: la chitarra, i synth, le percussioni, il beat box, la batteria e soprattutto il pianoforte, che qui uso in maniera del tutto singolare come strumento ritmico, come strumento rumoristico e come strumento principale, quello che fa i riff del pezzo”.
E con questa canzone, che anticipa un album che non ha ancora un titolo, Agnelli vuole affrontare i proci moderni. Chi vive sulle spalle degli altri come un parassita. Chi sfrutta l’occasione. Chi non ha un’etica. E lo fa attraverso parole forti, anche volgari.
Già dall’inizio, urlando, mette in chiaro le cose e il riferimento al poema di Omero.
“Si scopano Penelope, si bevono il mio vino gratis
Diciamo qui a palazzo: “Amico chiama amico, amico un cazzo”
Amici miei che usano il pensiero radicale
Per darsi un senso, perdonarsi, potersi nuovamente masturbare
Una tragedia greca dove l’uso della sega acceca”.
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I proci di allora e quelli di oggi hanno nel tradimento il denominatore comune. Pronti a sfruttare ogni distrazione. Ogni passo falso. Lo stesso Agnelli ha voluto sottolineare questo tema e questo filo che lo lega all’Odissea.
“Proci è la mia Odissea, un’Odissea nello squallore. Parla di amicizia, di tradimento, di speranze e mediocrità, di ambizioni, vanità e delusioni. Soprattutto, parla del punto di vista, che è il vero protagonista della canzone e trionfa sempre sulla realtà. Ne parla senza mezze misure, a diga aperta”.
Photo by Bartolomeo Rossi