“Un concerto ti fa capire il mondo che c’è là fuori”: Manuel Agnelli e la speranza di tornare presto sul palco
Intervistato durante il programma “Non Stop News” di RTL 102.5, Manuel Agnelli, storico cantante – chitarrista e frontman degli Afterhours, ha rilasciato una serie di dichiarazioni che, come al solito non passeranno inosservate. Non si tratta di polemiche né di scontri dialettici, bensì di un messaggio di grande importanza per tutti i fruitori della musica dal vivo intesa come business.
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“Difficile fare musica in questo periodo, la gente sta cominciando a capire quanto è importante perché manca. Perché è una cosa che, oltre ad aggregare le persone fisicamente, ti conforta, dà compagnia, ti fa sentire che c’è un mondo là fuori. In questo momento è veramente dura per tutti”, ha dichiarato Agnelli, anche giudice di X-Factor.
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Nel corso del programma condotto da Pierluigi Diaco, Giusi Legrenzi ed Enrico Galletti, Agnelli, accompagnato dal polistrumentista Rodrigo D’Erasmo, ha anche suonato alcuni brani in chiave acustica. Ma è stata la nostalgia per la musica dal vivo a tenere banco, attualmente in stand-by e senza un preciso programma da portare avanti nei prossimi mesi. Anche Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts, intervenuto in esclusiva ai microfoni di The Walk Of Fame, ha ribadito il concetto. Secondo Trotta, infatti, i grandi eventi non torneranno prima del 2022.
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“I concerti mi mancano tantissimo, mi sono accorto di essere tanto un privilegiato perché sono riuscito comunque a fare della musica, anche se in maniera indiretta in televisione quest’anno”, ha continuato Agnelli. “Mi sono reso conto della fortuna che abbiamo e che ormai, dopo tanti anni, uno dà quasi per scontato, il fatto di uscire e incontrare e suonare davanti a un sacco di gente, un’emozione che non è paragonabile a nient’altro. Mi manca veramente tanto”.
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Altro argomento toccato dall’artista meneghino, altresì interessante e non scevro da riflessioni, è stato in riferimento alle cover di brani famosi. “In teoria non dovrebbero esserci tante differenze, perché spesso gli artisti che si scrivono le cose hanno una visione che poi difficilmente riescono a comunicare fuori. Sai cosa ti è successo ma poi lo devi raccontare e deve funzionare. Quando senti una canzone scritta da qualcun altro un’interpretazione comune c’è già, è più facile poi rendere il senso della canzone, molto più difficile è rendere la personalità. Secondo me, per tutti questi motivi, è più difficile rendere una cover ma, allo stesso tempo, non è facile scrivere le canzoni. Io apprezzo molto di più gli autori interpreti che i soli interpreti”.
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