Mamma mia! A Gaeta la chiusura del tour estivo del musical
Erano gli anni Settanta e una band svedese, il cui moniker derivava della somma delle iniziali dei nomi dei suoi componenti, conquistava il pubblico internazionale a colpi di canzoni leggendarie e hit immortali. Nel 1974, dopo neanche un quinquennio di attività, la consacrazione con la vittoria dell’Eurovision Song Contest. Parliamo dei mai troppo amati ABBA, (Agnetha, Benny, Björn e Anni-Frid). L’attività del gruppo si interruppe poco più che un decennio dopo a causa di conflitti interni tra i suoi componenti i quali, oltre a essere colleghi, erano anche partner nella vita. Un sodalizio sentimentale e artistico con pochi eguali nella storia. Una miscela di talento e caparbietà che diede vita a uno tra i gruppi più celebrati di tutti i tempi, anche se purtroppo non tra i più longevi.
I quattro rinnovarono e stravolsero la musica pop, portandola a un livello mai esplorato fino a quel momento. Per molti sono i veri genitori della pop music ma, al netto delle singole opinioni, l’impatto degli ABBA sulla musica leggera fu straordinario.
Tessero nuove trame compositive, puntarono forte sulla coralità delle voci e sfoggiarono look che ribaltarono totalmente il modo di stare sul palco delle band loro contemporanee. Furono come una Supernova che cambiò il corso dei tempi. Oggi viviamo il primo ventennio degli anni Duemila e le loro note riecheggiano ancora, più vive che mai. Un’orizzonte temporale lungo cinquant’anni all’interno del quale la formazione svedese ha venduto oltre quattrocento milioni di dischi e impresso, in modo indelebile, il proprio nome nelle pagine della storia della musica. Perché gli Abba sì, sono immortali.
In questi mesi ce lo hanno ricordato Luca Ward, Sergio Muniz, Paolo Conticini e Sabrina Marciano, protagonisti del musical Mamma Mia!. Il debutto, avvenuto al Teatro Sistina di Roma, ha generato un’escalation di entusiasmo attorno alla band così come all’opera teatrale, al punto da imbastire repliche su repliche e tour estivo. L’ultimo si è concluso ieri, sabato 13 agosto, all’Arena Virgilio di Gaeta.
Massimo Romeo Piparo, regista, produttore e autore dell’adattamento oltre che direttore artistico del Sistina, ha allestito un musical frizzante e dinamico, dal ritmo crescente e dai dialoghi semplici ma efficaci. Una versione “italianizzata” della più celebre commedia musicale degli anni Duemila. Ward, Conticini e Muniz vestono i panni che nel film furono di Stellan Skarsgard, Pierce Brosnan e Colin Firth, mentre la Marciano indossa quelli che valsero a Maryl Streep una pioggia di consensi tanto dagli addetti ai lavori quanto dal pubblico internazionale. I paragoni tra le parti non stanno in piedi e non sono neanche necessari, quindi rifugiate da chi azzarda parallelismi. Altri tempi, altro stile, altro contesto e altra attitudine: questo Mamma Mia! funziona come funzionava la pellicola cui si ispira. Non per questo si deve parlare di devozione o, peggio ancora, di influenza. Due vite artistiche da guardare e giudicare separatamente.
La musica degli Abba fa da sfondo ai due atti da settanta minuti cadauno dove, prima dell’esplosione di giubilo conclusiva, vengono eseguiti ventiquattro brani che, proprio per volere degli autori originali, sono stati tradotti in italiano e, come i dialoghi, curati direttamente dal regista. “The winner takes it all”, “Mama mia”, “Dancing Queen”, “Gimme gimme gimme”, “Waterloo”, “Take a chance on me” sono solo alcune delle canzoni portate in scena e cantante da tutti i presenti. Nella cornice dell’Arena Virgilio, Raimondo Sasso, promoter dello spettacolo, non ha nascosto l’emozione nell’affermare di “aver portato a Gaeta” il musical più visto di tutti i tempi. A giudicare dal risultato, la scommessa è stata ampiamente vinta. Alla fine dello show, tra gli applausi del pubblico, Luca Ward dedica un ricordo a Piero Angela, il divulgatore scientifico scomparso nella giornata di ieri. Un gesto che vale più di mille parole.