Mahmood & Blanco si prendono il 72esimo festival di Sanremo con “Brividi”
Mahmood & Blanco vincono il festival di Sanremo 2022 con il brano Brividi con il 51,8% dei voti. Al secondo posto si è classificata Elisa con O forse sei tu; al terzo Gianni Morandi con Apri tutte le porte. Si conclude così la 72esima edizione del Festival. Confermati, quindi, i pronostici.
Non hanno deluso le aspettative di share con il 64,9%: 13.380.000 spettatori hanno guardato ieri la finale di Sanremo 2022.
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Il Premio della critica Mia Martini è andato invece a Massimo Ranieri. Il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla a Gianni Morandi. Il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo assegnato dalla commissione musicale a Fabrizio Moro. Il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale assegnato dall’orchestra va a Elisa.
OMAGGIO A RAFFAELLA CARRA’
Il Festival di Sanremo non avrebbe potuto non rendere omaggio a Raffaella Carrà e lo ha fatto nella serata della finale, alla presenza anche del marito Sergio Japino, tra il pubblico in sala. “Quando mi chiedono di Raffaella Carrà rispondo che semplicemente è stata la più grande di tutte. Aveva una personalità pazzesca, affascinante, brillante, comunicativa, intelligente. Una grande artista che sapeva come arrivare al cuore della gente. Forse non tutti lo sanno, ma era stata una cantante straordinaria. E le sue canzoni continuano a essere cantate in tutto il mondo”, ha detto Amadeus prima di annunciare sul palco dell’Ariston il corpo di ballo del musical “Ballo ballo Explota Explota” con i suoi più grandi successi come “Ballo ballo”, “Tanti auguri” e “Fiesta”, in anteprima mondiale.
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IL NON – MONOLOGO DI SABRINA FERILLI
In tutta la sua spontaneità Sabrina Ferilli, co-conduttrice della finale a Sanremo insieme ad Amadeus, spiazza tutti con un non – monologo, in cui regna la leggerezza, da non confondere con “superficialità”.
“Volevo subito tranquillizzare tutti, perché vi vedo già sull’attenti, carichi di preoccupazione, con lo sguardo, l’orecchio protesi verso l’orizzonte scuro di ciò che sto per dire. Ecco, rilassatevi, perché ho una notizia da darvi: non ho un monologo. M’hanno detto: vai a Sanremo, fai un monologo! So’ due anni che famo monologhi dentro casa chiusi, soli, coi lockdown e io arrivo e faccio un monologo.
Io non ho niente contro i monologhi eh, le mie colleghe qui hanno detto delle cose splendide, importanti, l’ho applaudite insieme a voi, ma io il monologo non ce l’ho. Giuro che c’ho pensato tanto a cosa dire, a quale grande tema scomodare, di quale inarrestabile tragedia dell’umanità parlarvi, su quale grande tema sociale espormi, ma non ne ho trovato uno giusto. Oppure so’ stati già fatti tutti in passato.
M’hanno detto: parla di famiglie, un tema altrettanto importante, di donne che fanno tanto per mandarle avanti, c’hanno figli, lavorano, educano, è roba articolata. Ma figli non ce l’ho, sono un’attrice avviata, ho pure un marito benestante. Perché devo andare a tutti sulle palle così, de botto. Ma chi me lo fa fa’.
M’hanno detto: parla degli uomini che non va bene che abbiano ancora il potere di decidere anche per noi donne, che ricoprono tutti i ruoli della gerarchia nel lavoro. Ho detto, “bella idea”, chiedo se lo posso fa’ sto monologo sugli uomini agli uomini che comandano, e non mi pare il caso.
M’hanno consigliato: parla della bellezza. No la bellezza dell’asino, quella più profonda, bellezza interiore, dell’imperfezione… ma so’ quattro giorni che mangio radici pe’ entra dentro sto vestito, bisogna essere credibili. «La bellezza capita», dicevano, ma ci si lavora anche parecchio.
M’hanno suggerito: parla di amori troppo asfissianti, di dipendenze amorose, di quelle coppie ma qui c’è Amedeo che sui social c’ha il profilo di coppia co’ Giovanna, che voi di’, meglio sorvolare su sto tema, no? Se non so’ dipendenze queste. Poi c’è Morandi che quello senza Anna manco sa mette un post su instagram e a momenti si fa squalifica’ da Sanremo, altro che dipendenze.
M’hanno detto: parla di femminismo, di body positivity, di mansplaining, di schwa, ma poi me so’ detta che di inclusione. Per parlare ‘sti temi bisogna che lo faccia chi si sporca le mani tutti i giorni da palcoscenici un po’ meno scintillanti di questo, chi queste cose le studia seriamente.
E io sono rispettosa delle competenze altrui, sennò qui a Sanremo nel sottopancia mi sarei fatta scrivere attrice, e poi virologa, allenatrice di calcio, esperta di calamità naturali, tutti i temi dell’italiano medio sui social. Sanno parlare di tutto.
E poi m’hanno detto parla di riscaldamento della terra, di sovrappopolazione, di disparità salariale, ma alla fine mi so’ detta: ma perché la presenza mia deve essere legata a un problema? Non basto, io?
Perché devo cerca’ un senso alla mia presenza oltre quello che sono, che faccio, che mi ha portata fin qui? La mia storia, le mie scelte, i mie affetti, la mia professione, la tenacia con cui mi sono presa quello che mi dovevo prendere sono le cose migliori che mi possano accompagnare su questo palco e che possano accompagnare ogni donna, ovunque, la nostra storia.
Se io ho scelto questa strada non è che non sappia cosa succede, quante cose sono da cambiare, non sono uno di quegli stolti tanto ben raccontati nel film “Don’t look up” che mentre la cometa punta dritta verso la terra si gira dall’altra parte o crede a quello che ha letto su Telegram.
Ho scelto questa strada, stasera perché, come scrisse Italo Calvino, in tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose con leggerezza, senza macigni sul cuore, perché la leggerezza non è superficialità”.
MARCO MENGONI
Ospite della finalissima di Sanremo Marco Mengoni, reduce della vittoria al Festival del 2013 con “L’essenziale”. Esordisce sul palco insieme a Filippo Scotti, l’attore di “E’ stata la mano di Dio“ leggendo una serie di messaggi e commenti di haters sulla gara canora e ricordando anche l’art.21 e 3 della Costituzione Italiana. Mengoni, poi, ripropone il suo brano del 2013, riapparendo a ridosso della classifica generale con il nuovo singolo “Mi fiderò”.
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POLEMICA MORANDI-JOVANOTTI
Se dici “Sanremo”, dici anche “polemica”. Non c’è un’edizione del Festival senza. E forse, potremmo anche pensare che abbia un pizzico di fondamento. Al centro delle discussioni Gianni Morandi e Jovanotti. Quest’ultimo sarebbe accusato di aver favorito Morandi nella serata delle cover (vincendola e permettendogli di salire in classifica, fino al podio di ieri) perchè non solo suo braccio destro nelle esibizioni, ma anche super ospite della serata.
BRIVIDI
Brividi è una ballad romantica con pianoforte e archi che richiamano l’arrangiamento d’orchestra, ma allo stesso tempo ha un sapore moderno in cui le voci e i punti di vista dei due artisti, nonostante i 10 anni di differenza, si intrecciano in perfetta armonia per raccontare come la paura di essere inadeguati, quando si parla d’amore, appartenga a tutte le generazioni.
Mahmood e Blanco si sono casualmente incontrati negli studi del produttore e da un accordo sbagliato da Michelangelo quasi per gioco è nato il ritornello di Brividi. Poi i due cantanti si sono rivisti solo tre mesi dopo, quando hanno consegnato ognuno la propria strofa (scritte rispettivamente da Mahmood nella casa materna in Sardegna e da Blanco nella cantina di casa).
Come dice Mahmood: “le due parti per quanto diverse in realtà si compensano, io sento molto di me nella sua strofa e viceversa. Infatti nell’amore e nella vita ci vuole equilibrio tra romanticismo e concretezza”.
“Brividi – commenta Blanco – è un incrocio di vite: la mia, che trova un punto in comune con quella di Mahmood e in un certo senso con quella di tutti, perché ad ogni età i sentimenti -soprattutto l’amore- ci rendono fragili e felici nello stesso momento.”