Lutto nel cinema italiano: addio all’attore e regista Francesco Nuti
Addio a Francesco Nuti. Questa mattina l’attore e regista toscano è venuto a mancare a Roma, all’età di 68 anni. Lo ha reso noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma.
La data e il luogo delle esequie saranno rese note nelle prossime ore. La famiglia, con un comunicato, chiede che sia rispettato il momento di grande dolore e per questo motivo non intendono rilasciare dichiarazioni.
Nel settembre del 2006 è entrato in coma a causa di un ematoma cranico dovuto ad un incidente domestico, venendo ricoverato ed operato d’urgenza alla testa presso il Policlinico Umberto I di Roma. Pare che sia violentemente precipitato dalle scale della propria abitazione.
Nato nel maggio del 1955, Francesco Nuti muove i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo – seppur amatorialmente – quando è ancora studente, portando in scena diversi monologhi scritti di suo pugno. Sul finire degli anni settanta, diviene membro del trio cabarettistico dei Giancattivi – gruppo già composto da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. In quegli anni, i Giancattivi partecipano a trasmissioni di grande successo, come la radiofonica Black Out e la televisiva Non stop. Il trio, dietro la regia dello stesso Benvenuti, compie poi il suo esordio cinematografico nel 1981, con il film Ad ovest di Paperino, che ripropone parte del repertorio storico del gruppo.
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Nel 1982, abbandona il trio, che di lì a tre anni si scioglierà definitivamente, ed inizia una carriera cinematografica “solista”, prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi: Madonna che silenzio c’è stasera (1982), Io, Chiara e lo Scuro (1983) e Son contento (1983), che gli conferiscono una certa notorietà, in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nella seconda delle tre pellicole, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista.
Esordisce, come regista, con Casablanca, Casablanca (1985), ideale séguito di Io, Chiara e lo Scuro, grazie al quale vince il premio come miglior regista esordiente al Festival internazionale del cinema di San Sebastián ed il secondo David di Donatello come miglior attore. Realizza, tra la seconda metà degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, altre pellicole di grande successo: Tutta colpa del paradiso (1985), Stregati (1986), Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988), Willy Signori e vengo da lontano (1989) e Donne con le gonne (1991).
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