Paura e coraggio, rabbia e amore: Luframilia presenta il nuovo album
“Migliaia di Frammenti di Luce” è il titolo che Luframilia ha scelto per il suo album d’esordio come solista. Un disco frutto del lavoro di anni che vede finalmente il suo coronamento con l’uscita il 20 novembre. Pur non essendo un concept album, è collegato da una sorta di filo conduttore che lo caratterizza come espressione di estremi: il contrasto fra buio e luce, staticità e movimento, paura e coraggio, rabbia e amore. Apparenti dualismi, evidenti con il progredire delle tracce, vogliono in realtà evadere dall’estremismo, e rappresentano semmai un tentativo di affrontare tutte le sfumature che esistono tra due poli opposti.
Benvenuto sulle pagine di The Walk Of Fame. Dalla gavetta al debutto con il primo album solista, come giudichi il tuo percorso artistico fino a questo momento?
Un percorso pieno di dettagli, veri e imperfetti, ma tutti uniti dalla necessità di scrivere canzoni. Questo è di sicuro il punto fondamentale, che ricordo di aver cercato di sperimentare sin da subito, non appena ho iniziato a strimpellare i primi giri di accordi sulla chitarra. E come tutte le attività, più le pratichi, più ci prendi confidenza e sicurezza nel provare a migliorare quello che stai facendo, e negli anni mi sono ritrovato a cercare di raccogliere tutti i pezzetti d’ispirazione sparsi tra le note del telefono e PC, fino ad avere delle canzoni a cui ho dato fiducia e sono cresciute con me, e oggi suonano sul mio primo album Migliaia di Frammenti di Luce.
Quali sono le tappe principali che hanno portato alla realizzazione del disco?
Di sicuro la prima tappa sono state le sessioni notturne ed embrionali di scrittura delle canzoni nella mia cameretta, che ho fatto per anni, e che appuntavo nelle registrazioni vocali del cellulare per non scordarle il giorno dopo. Poi un’altra tappa essenziale è stata contattare Alessio Mauro, ormai il mio sound engineer di fiducia, con cui abbiamo iniziato le registrazioni del disco, e ci siamo davvero divertiti a dargli la giusta direzione sonora, per la quale siamo stati da subito in sintonia. In seguito è arrivato il debutto del mio primo singolo in assoluto, L’Eremita Postmoderno, e l’incontro con l’ufficio stampa Conza Press che è stato uno di quei momenti nei quali puoi enunciare al mondo “Ehi, da adesso ci sono anch’io!” L’altro passo è stato quello di essere entrato a far parte del roster dell’etichetta indipendente torinese The Boring Label, con la quale ho iniziato a progettare la vera e propria uscita dell’album, anticipato da altri singoli. Cito infine anche la collaborazione con l’artista torinese Perla Giraudo, autrice della copertina dell’album e di tutte le altre grafiche, che è stata davvero essenziale per esprimere l’immagine che avevo in mente.
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Riguardo il processo di songwriting, durante questi mesi difficili e controversi, c’è stato qualche episodio o riflessione che lo ha influenzato?
In realtà no, perché sono tutti brani di una scrittura antecedente a quest’ultimo anno di pandemia e lockdown. Ma devo dire che mi sono reso conto che la maggior parte dei pezzi risulta davvero agro-dolcemente molto attuale e ben immersa nel caos che abbiamo vissuto e che ancora dilaga. Ho comunque abbozzato qualche nuova canzone durante questi mesi grigi, e ve lo prometto: la tristezza non mancherà!
Ti va di descrivere i brani in esso presenti?
Certo, allora vado così, dai:
Eclisse è una ninna nanna che ti culla verso un tortuoso viaggio.
Caos è come precipitare su una metropolitana nel tuo inferno interiore.
Resisto E Non Combatto è un paradossale battagliero punk grunge grido di pace.
L’Eremita Postmoderno è una presentazione epica e rock di un alter ego che potremmo avere un po’ tutti noi.
ROAC è uno strattone punk-autorale emancipato, con dei super ritornelli.
Migliaia di Frammenti di Luce è il piccolo, intimo, bisbigliato, cuore pulsante, e luccicante, di tutto l’intero album.
Nel Vuoto è una traccia spaziale dalle chitarre profondissime.
Gravitazionale è un salto di bungee jumping, distorto ed emozionale.
Viaggio Nel Tempo è una passeggiata appena fuori dall’atmosfera, sospesi tra contraddizioni e speranze.
Non Pulite Questo Sangue èlo slogan a cassa dritta, che si dovrebbe cantare contro ogni fottuta ingiustizia di questo mondo.
Amori Telecinetici è una danza di sentimenti cibernetici tra le nostre coscienze che si incontrano di notte mentre noi dormiamo.
Estrema Unzione è un epitaffio di emozioni e di baci tra stelle perse nel buio.
Dimenticare La Polvere è l’ultimo tentativo per cercare la verità nelle periferie artificiali delle nostre menti e cuori.
Apocalisse è un acustico mantra rivelatore e disilluso, ma non del tutto senza speranza.
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La speranza è che nei prossimi mesi, soprattutto quelli estivi, si possa sbloccare la situazione per tornare a esibirsi dal vivo. In che modo tutto quello che stiamo vivendo influenza la promozione della musica di un’artista?
A dire la verità non è che prima della pandemia per gli artisti emergenti ci fosse il pienone di occasioni per suonare dal vivo purtroppo, ma senz’altro sembra che la situazione stia esageratamente soffocando questa possibilità davvero fondamentale per chi crea e suona la propria musica. Quello che è accaduto ha assolutamente influenzato le promozioni musicali, spostandole quasi esclusivamente nel mondo online. Mi ricordo la sensazione che avevo nelle prime settimane di lockdown a marzo dello scorso anno: “e adesso? Mi devo mettere a fare dirette anch’io?”, ed è stato così alla fine, perché la musica doveva continuare live e “palpabile” in qualche modo. Vorrei però che nei prossimi mesi l’argomento virus non venisse abusato e strumentalizzato da chi è del settore per poi sbarrare certe strade e possibilità, non venisse usato come scusa insomma: mi auguro davvero che si possano trovare delle soluzioni che garantiscano in assoluta sicurezza lo svolgimento almeno delle piccole attività di intrattenimento dal vivo. Che non si possa ancora fare il Glastonbury mi sembra ovvio, ma magari dei piccoli live in spazi aperti di club/pub mi sembra una possibilità ottimista, anche perché non facciamo gli ipocriti, non è che negli ultimi anni l’interesse della musica dal vivo emergente sia qualcosa andato per la maggiore, è un settore che purtroppo ha sempre dovuto combattere con l’interesse e presenza del pubblico. Spero di non vedere di nuovo discoteche aperte e teatri chiusi, perché in tal caso dobbiamo metterci a fare davvero la nostra rivoluzione artistica.
Se dovessimo parlare di progetti futuri, come ti porresti? Preferisci parlare di tappe da seguire man mano oppure ti fissi un solo obiettivo da raggiungere, costi quel che costi?
Penso che essere concentrati su un unico grande obiettivo alla volta sia un’ottima strada per un buon risultato, ma credo che anche gli obiettivi siano a loro volta connessi con un sacco di altri sotto-punti essenziali per la riuscita dei propri piani, si deve sempre affrontare un mucchio di roba. Per adesso sono molto concentrato sulla promozione del mio album, e come prossimo obiettivo vorrei portare il mio progetto di nuovo dal vivo! Non vedo l’ora di suonare live i brani del disco.
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Lascio a te le ultime “parole famose” per salutare i nostri lettori…
Grazie mille, The Walk of Fame, per le belle domande e spunti di riflessione, e grazie mille a chi ha letto, con coraggio, sin qui. Vi voglio lasciare con questo pensiero: anche se sembra tutto così veloce che non abbiamo più il tempo di fare nulla, cercate di ritagliarvi lo stesso un momento per ascoltare, per fruire davvero di qualcosa, magari oggi di una canzone, domani di un film o un libro, perché è davvero emozionalmente nutriente creare un legame solo nostro con quello che ci colpisce e piace.