Luca Di Nicola ricorda l’amico Fabrizio Frizzi a due anni dalla scomparsa e svela un aneddoto: una canzone scritta per Alex Baroni
Era il 3 dicembre del 1990 e a mezzogiorno, dallo studio 1 del glorioso centro di produzione Tv di via Teulada a Roma, andava in onda la prima attesissima puntata del nuovo programma del daytime di raiudue: “I Fatti Vostri”. A condurre la trasmissione, diretta dal regista deus ex machina Michele Guardì, Fabrizio Frizzi. Un cast di tutto rispetto, interviste a personaggi famosi, gli immancabili giochi telefonici (sdoganati dalla Rai solo qualche anno prima, nel fortunatissimo programma della Carrà “Pronto…Raffaella?”), momenti musicali con il duo molto in voga in quegli anni, “Antonio e Marcello” e poi il giornalista, il barista, il venditore e la ‘gente comune’.
Nelle idee degli autori, con in testa Guardì, il programma doveva riprodurre infatti efficacemente, ma semplicemente una classica piazza italiana a metà mattina. A fare da contorno ai protagonisti della trasmissione, le comparse e i figuranti che si suddividevano tra ‘generici’ e ‘speciali’. A quel tempo, studente della facoltà di Giurisprudenza a ‘La Sapienza’, vivevo a Roma e, lezioni e studio del diritto permettendo, la mia seconda casa erano proprio quegli studi televisivi: i mitici studi di via Teulada in cui da bimbo ero convinto che abitasse la tv e nei quali in effetti, la televisione aveva mosso i primi importanti passi qualche decennio prima.
Le prove della trasmissione furono estenuanti. Guardì, straordinario autore anzitutto e attentissimo regista, costringeva tutti (protagonisti e figuranti), a fare prove su prove. Raidue, dopo il grande successo del longevo programma di Gianfranco Funari, che sul secondo canale Rai era stato per anni principe incontrastato di quella fascia oraria, non poteva permettersi un flop. La conduzione, non a caso, era stata affidata a quel ragazzone buono e dalla risata trascinante che, per i suoi modi garbati e gentili, aveva già condotto fra alti e bassi, tanti programmi. E’ lì che conobbi Fabrizio Frizzi instaurando una grande e sincera amicizia che si è mantenuta fino alla fine terrena del ‘Frizzolone’ nazionale. In molti, nelle ultime settimane, a due anni dalla scomparsa di questo gigante del tubo catodico, hanno ricordato la bonomia, il garbo, l’affabilità e la spensieratezza di Frizzi.
In una televisione sempre più ‘spenta’ a causa del Coronavirus, tranne rare eccezioni, il sorriso e la gentilezza del conduttore sarebbero stati d’aiuto per sollevare un po’ lo spirito delle persone costrette tra le mura domestiche per evitare qualsiasi tipo di contagio. Il suo entrare nelle case degli italiani in punta di piedi, avrebbe avvolto di calore umano i telespettatori bombardati, da settimane, da notizie di certo non incoraggianti. E’ in questo momento in particolare, che va ricordato un uomo come lui per la sua cifra umana e per la sua generosità: lui che aveva anche donato il midollo osseo ad una persona che ne aveva bisogno.
Fabrizio era simpatico, divertente, umano e caro. Nella prima puntata de ‘I Fatti Vostri’, non lo dimenticherò mai, intervistando uno degli ospiti esclamò: “la generosità è un dovere imprescindibile per ogni uomo corretto”. Le giornate, negli studi Rai, volavano davvero. La diretta al mattino, il pranzetto frugale nel bar interno della famosa sede televisiva e poi le prove della trasmissione del giorno dopo. Fabrizio e io eravamo sempre insieme. Voleva che lo seguissi ovunque perché sapeva quanto amassi quel mestiere, ma soprattutto sapeva benissimo quali fossero le mie aspirazioni e non mi negava mai ne consigli, ne attenzioni.
“Tu sei bravissimo e molto portato”, mi ripeteva affettuosamente con la sua manona appoggiata fraternamente sulla mia spalla “e devi crederci”. Quei consigli, quelle frasi e quelle affettuose rassicurazioni, nella testa di un ventenne che proveniva dalla provincia e che gironzolava sognante negli studi Rai, erano già più di un ‘telegatto alla carriera’. A proposito di carriera, Fabrizio Frizzi nel suo onorevole percorso televisivo, ha condotto più di 70 programmi, ma lo show per cui viene ricordato di più è sicuramente “Miss Italia”. Frizzi infatti, è stato il padrone di casa del concorso di bellezza per sedici edizioni: dal 1988 al 2002 e dal 2011 al 2012. Anche questo ci ha legato moltissimo: seguiva attentamente ed affettuosamente, seppur da lontano, le mie scorribande regionali tra le avvenenti miss che
ambivano alla corona della più bella del reame. Indimenticabili tuttavia, i suoi esordi in tv con alcuni programmi per ragazzi come “Il barattolo”, “Tandem”, “Pane e marmellata” (condotto con Rita Dalla Chiesa che sposerà qualche anno dopo), e i varietà del sabato sera di raiuno quali: “Europa Europa” e “Scommettiamo che…” fino al pre-serale “L’eredità” che ha condotto fin quando le forze glielo hanno permesso, dopo la staffetta con l’amico di sempre Carlo Conti. Nei momenti più bui (nei quali, ad onor del vero, sembrava che mamma Rai assumesse nei suoi riguardi più le sembianze di una ‘matrigna’), Frizzi non si era mai tirato indietro, annoverando altri tipi di esperienze.
E’ stato concorrente di “Ballando con le stelle” e della gara musical canora di “Tale e quale show”, ma fu anche doppiatore: inconfondibile la sua voce che ha animato il cowboy Woody di “Toy Story”. Impossibile inoltre, non ricordare quanto si sia speso in prima persona in campo con la solidarietà, prima con “Telethon” e poi con “La partita del cuore”. E poi tanti, tantissimi premi e riconoscimenti ovunque in Italia. Mi rende ancora particolarmente felice, a distanza di otto anni, l’averlo avuto ospite d’onore al Festival di Avezzano.
Era il 2012 e insieme ai miei collaboratori di quella celebre manifestazione (che nel 2019 ha festeggiato il venticinquennale), decidemmo di conferire a Fabrizio, il prestigioso Premio Civiltà dei Marsi. Come suo solito, Frizzi arrivò con largo anticipo e partecipò anche alle prove con entusiasmo e la consueta gioia di vivere che traspirava da ogni poro. Anzi, sul palco del festival, prima di ricevere orgogliosamente lo scudo-corazza dei guerrieri Marsi, volle andare ben oltre il semplice ruolo dell’assegnatario del premio: cantò per omaggiare un suo grande amico che è ancora nel cuore di tutti, Alex Baroni. Emozionatissimo ed entusiasta, raccontò di aver scritto una canzone per l’amatissimo cantautore milanese scomparso tragicamente dieci anni prima, nel 2002 a Roma.
Il pubblico apprezzò moltissimo la performance canora del presentatore ed il suo dolcissimo ricordo di un grande artista che il destino ci ha sottratto troppo presto. Insomma, anche al festival di Avezzano, il conduttore simbolo della tv garbata che è entrato per più di trentacinque anni nelle case degli italiani donando momenti di elegante leggerezza e divertimento, non si smentì e negli annali di quell’evento da me ideato, diretto artisticamente ed organizzato per un quarto di secolo, resta di sicuro una gemma preziosa e memorabile. Proprio come l’inaspettata e pregevole storia di affetto e di amicizia che mi ha legato a lui. Grazie ancora Fabrizio, sarà impossibile dimenticarti.