“Love”: sei anni fa usciva il film scandalo di Gaspar Noé
Correva l’anno 2015 e il quarto lungometraggio del regista argentino Gaspar Noé, classe 1963, veniva presentato Fuori Concorso a Cannes. Di fronte agli occhi sbalorditi e scioccati delle persone che, ancora una volta, erano incuriosite e impaurite da cosa stesse per estrarre dal cilindro il controverso e non amante dei filtri Gaspar Noé.
PRIMA DI “LOVE”: L’ICONICA SCENA DEL SOTTOPASSAGGIO
Nel 2002 il regista aveva presentato “Irréversible”, pellicola con protagonisti Monica Bellucci e l’allora marito Vincent Cassel. Un film che fece discutere molto e divise completamente gli spettatori e i critici su due fronti. Il motivo? Oltre alle trovate assolutamente originali, tipiche del regista argentino, come la scelta di cominciare la pellicola dalla fine per poi arrivare all’inizio, quell’anno Noé mise a dura prova lo stomaco e la sensibilità degli spettatori, sbattendo in faccia una scena di stupro della durata di più dieci minuti, subita dalla Bellucci nell’iconico sottopassaggio, la quale avrebbe fatto impallidire anche Stanley Kubrick e il suo “Arancia Meccanica” (1972).
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Ispiratosi, su sua stessa ammissione, al controverso e crudo capolavoro di Pier Paolo Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975), sembra che l’intento primo di Noé sia scioccare e sbaragliare tutte le regole, il politically correct e la morale per abbracciare un cinema puro, vero e senza filtri che, come lo stesso protagonista di “Love” dichiara “è fatto di sperma, sangue e lacrime”.
“Love”, inserito nel genere erotico-drammatico, racconta la controversia storia d’amore, composta da flashback e falsi ricordi, tra Murphy (Karl Glusman) ed Electra (Aomi Muyock).
Murphy appare subito come un uomo estremamente depresso e infelice, il quale si è sposato, a seguito di una gravidanza indesiderata, con Omi (Klara Kristin). La mattina del primo gennaio, il protagonista riceva una chiamata dalla madre di Electra, la ex fidanzata, che gli comunica che la ragazza è sparita e non ha sue notizie da mesi.
Da questo momento, presente e passato si mescolano e Murphy inizia a viaggiare con la mente ripercorrendo la storia con Electra, il primo incontro, l’innamoramento e la fine della controversia e a tratti malata relazione, tutto contornato da sensi di colpa che lo attanagliano e non lasciano scampo.
È un film crudo ed estremamente reale “Love” e non solo per le scene di sesso non simulate, in cui gli attori sono stati lasciati liberi di improvvisare, ma anche per la solitudine e l’estremo nichilismo che traspirano dal protagonista. Angoscia, tristezza, rimorsi e la consapevolezza di non poter tornare indietro. Sono questi i sentimenti che Noé riesce a far arrivare fin dentro le ossa degli spettatori.
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Un film che, esattamente come il precedente “Irréversible”, non è facile da guardare e da digerire, il quale si conclude lasciando un senso di straniamento contornato da mille domande sulla vita e sulle scelte che ogni giorno vengono compiute. Le quali spesso si rivelano essere irreversibili.
TRA LA LEGGE DI MURPHY E IL COMPLESSO DI ELETTRA
Molto interessanti e non scelti a caso sono i nomi dei due innamorati e protagonisti della pellicola. Murphy richiama in primo luogo la Legge di Murphy, la quale afferma che se qualcosa può andare male, lo farà. In secondo luogo il nome è un riferimento alla madre del regista, Nora Murphy. “Love”, come ha dichiarato Noé nasce da un’esperienza traumatica, la morte di sua madre. Per quanto riguarda il nome della protagonista, Elettra è un chiaro richiamo al Complesso di Elettra, versione femminile del Complesso di Edipo, teorizzato dallo psichiatra Carl Gustav Jung nel 1912.
CENSURATO ED AMATO
Nonostante le critiche pesanti e le censure a cui venne sottoposta, “Love” è una pellicola che venne apprezzata ed amata. Tra sentimenti, amore, sesso, paura, gelosia e una voglia sfrenata di vivere, il quarto lungometraggio di Gaspar Noé è un film che incanta ma che, allo stesso tempo, destabilizza e tira pugni allo stomaco, a causa della realtà senza filtri delle immagini e delle dinamiche raccontate.
Negli anni c’è stato chi l’ha giudicato ed etichettato come un lavoro estremamente spinto, volgare e fine e sé stesso. Ma la verità, per chi vuole guardare oltre, è che “Love” è molto di più. È pura introspezione nei meandri della fragilità e delle pulsioni insite nell’essere umano. E a trattare queste dinamiche, Gaspar Noé si rivela, da sempre, estremamente abile.