“LOL – Chi ride è fuori”: il successo della risata trattenuta
Dieci comici. Uno studio-teatro. Una sola regola: non ridere. Questo è il semplice schema di “LOL – Chi ride è fuori”, il format di origine giapponese spopolato negli ultimi giorni in Italia sulla piattaforma Amazon Prime Video.
Nello show condotto da Fedez e Mara Maionchi (rispettivamente Host e Co-host) da una “control room”, con un sistema di telecamere e una pulsantiera che ricordano il film Disney “Inside Out”, i dieci comici Elio, Katia Follesa, Gianluca “Fru” Colucci, Michela Giraud, Caterina Guzzanti, Lillo, Frank Matano, Angelo Pintus, Ciro Priello e Luca Ravenna sono rinchiusi in una casa-teatro (con tanto di “spogliatoio” ricco di costumi e oggetti particolari) per ben 6 ore in cui non possono ridere, pena un’ammonizione e una successiva eliminazione. Fattibile, starete pensando, ma il gioco diventa più complicato se si è obbligati a partecipare attivamente al programma cercando di suscitare la risata negli altri.
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Con l’obiettivo di eliminare tutti gli altri per vincere il premio finale di 100.000 €, da devolvere completamente in beneficienza, i concorrenti di LOL si sfidano a colpi di battute, travestimenti, imitazioni, momenti di canto, ballo e sketch, anche grazie agli input per interventi comici che provengono dalla sala di controllo. Per questo arrivano muniti di una valigia con costumi ed oggetti di scena e si alternano sul palco per cercare di far ridere gli altri con esibizioni ben studiate e a volte riprese da altri format, da una vecchia fonte o dal proprio repertorio: lo scopo infatti non è tanto l’originalità quanto la comicità.
Il programma di sei puntate, dalla durata complessiva di tre ore, ha avuto – e continua ad avere – uno strabiliante successo soprattutto tra i più giovani che incrementano l’attenzione sullo show e la curiosità di guardarlo per la prima volta attraverso la condivisione dei più svariati memes sui social. Come mai questo trionfo?
Mai come in questo momento storico, in cui siamo costretti a passare serate e tempo libero in casa, in cui ci sembra di aver visto l’intero catalogo di serie tv e film e i veri teatri sono chiusi, abbiamo bisogno di novità. Ed ecco che arriva LOL un format per la prima volta incentrato completamente sulla risata ma in cui l’unico divieto è quello di (sor)ridere.
Un programma fresco, leggero e breve ma che porta la mano a cliccare in automatico sulla scritta “prossimo episodio”. In un periodo in cui le nostre giornate sono scandite da bollettini quotidiani su contagi, ricoveri e morti, da telegiornali ripetitivi che ci mostrano uno scenario apocalittico, da discorsi su vaccini, varianti e chi più ne ha più ne metta, gli italiani hanno bisogno di spensieratezza, di un teatro dell’assurdo che prende le vesti di una sorta di reality. Dieci amici in una stanza per qualche ora, senza bisogno di usare social e videochiamate per sentirsi più vicini: non è quello che ci manca di più?
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Cos’è che fa ridere lo spettatore? Non solo le gag premeditate, ma la situazione paradossale in cui si chiede questo sacrificio a chi ha fatto della risata il senso della propria vita, la spontaneità di alcuni scambi di sguardi e battute, il dimenticarsi di non poter sorridere, capire attraverso le smorfie che cercano di trattenere un (sor)riso quanti muscoli facciali siano coinvolti in un’azione così piacevole, contagiosa e spontanea come la risata, linguaggio universale che esprime tutto ciò di cui abbiamo più bisogno oggi: la spensieratezza.
Di Sara Paneccasio