Live Report. Lenny Kravitz – Lucca Summer Fest (12/07/2024)
A distanza di cinque anni dall’ultima volta, Lenny Kravitz è tornato al Lucca Summer Fest per il primo dei due appuntamenti del suo tour in Italia. Uno show atteso ed a lungo richiesto. Cantante e chitarrista, anche se sarebbe meglio definirlo polistrumentista, produttore e attore, scrittore e attivista, il nativo di New York è da tre decadi un’icona di stile e fascino a trecentosessanta gradi. Il suo carisma, sopra e lontano dal palco, ha pochi eguali nella scena internazionale, e non stupisce se in quel di Piazza Napoleone era presente un pubblico trasversale, composto da persone di ogni età e dai gusti musicali più disparati. Una pluralità di teste e pensieri che determinato il sold out con mesi di anticipo.
“Blue Electric Light” è il dodicesimo studio album di Kravitz nonché l’occasione per tornare a scaldare i palcoscenici di tutto il mondo con la sua miscela di hard rock, funky, blues e black music: un sound contaminato e ricercato che dagli esordi a oggi ha subito molteplici influenze e varie evoluzioni, passando anche attraverso i richiami alla disco music degli anni Settanta. Due ore di concerto e diciotto pezzi in scaletta sono stati il biglietto da visita di questo eterno ragazzo, che a vederlo si fatica a credere che possa avere sessant’anni. Energia, carisma e personalità da vendere, oltre a una padronanza dello strumento che, agli albori della carriera, gli consentì di essere paragonato a sua maestà Jimi Hendrix prima di trovare una propria strada e un proprio stile, complice una timbrica vocale perfettamente riconoscibile.
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Brani più rocciosi e carichi di groove (Are You Gonna Go My Way, American Woman, Fly Away)
si sono alternati a ballate più romantiche e suggestive (Again, I Belong to You) nel mentre i musicisti che condividevano il palco con lui trovavano spazio per mostrare la propria perizia tecnica nel mentre Kravitz si lasciava andare a pose ammiccanti e dialoghi con il pubblico. “Grazie per essere qui stasera, sono davvero fortunato ad essere in Italia, amo questa città. Questo è il vostro salotto dove possiamo stare insieme e condividere la musica per vivere e amare”.
Non è mancato un siparietto a dir poco sui generis. Prima di rientrare sul palco per lasciarsi andare al bis conclusivo, Kravitz è stato raggiunto telefonicamente da una video chiamata di Denzel Washington, premio Oscar come Miglior attore non protagonista in “Glory – uomini di gloria” e Miglior attore per “Training Day”. “Mio fratello mi sta chiamando e voleva salutarvi. Conoscete Denzel Washington?”, ha detto il cantante e chitarrista tra l’incredulità del pubblico leggermente stordito prima di poter vedere il suo faccione sorridente e divertito sullo schermo dell’IPhone del protagonista di serata.
Un concerto coinvolgente e dinamico grazie a una setlist capace di spaziare attraverso tutte le principali hit dell’artista, salvo lasciare fuori, per ragioni di spazio, qualche successo. Ma poco importa perché, in fin dei conti, il pubblico è stato accontentato da un’esibizione che ha rasentato la perfezione, almeno a livello strumentale e vocale. Non a caso qualcuno tra il pubblico si è lasciato andare a qualche commento malizioso relativo a presunti aiutini ricevuti per la performance. Vero o non vero, conta il giusto. Abbiamo assistito a un grande show, e va bene così. Alla prossima.
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Setlist
Are You Gonna Go My Way
Minister of Rock ‘n Roll
TK421
I’m a Believer
I Belong to You
Stillness of Heart
Believe
Fear
Low
Paralyzed
The Chamber
It Ain’t Over ‘Til It’s Over
Again
Always on the Run
American Woman
Fly Away
Human
Let Love Rule