L’intervista. The Smiling Cat’s Cult: dalle Alpi piemontesi all’esordio discografico con “The Butterfly Defect”
Nati ai piedi delle Alpi piemontesi i The Smiling Cat’s Cult sono Roberto Tobia e Cristian Perini alle chitarre ed effetti, Nicolò Uglioni al basso e Fabio Olivero alla batteria. La band comincia, verso la fine degli anni ‘10, provando nelle sale prove della zona, spinta inizialmente verso un sound dedito al rock rumoroso (e rumoristico) novantiano, territorio caro a tutto il combo. “The Butterfly Defect” è il titolo dell’album d’esordio. Nei primi mesi del 2023 il progetto entra nel roster di Pastelle Music, agenzia svizzera che lavora nel settore cinematografico e videoludico.
Ciao, ragazzi, benvenuti su The Walk of Fame magazine. Come state? “The Butterfly Defect” è il vostro album d’esordio, vogliamo parlarne nel dettaglio? Quando avete iniziato a lavorarci e come è avvenuto il processo di songwriting?
Ciao, grazie a voi per lo spazio dedicatoci, tutto bene qui all’ombra delle Alpi. Il vero processo intorno a “The Butterfly Defect” cosi come composto nel disco nacque poco prima della pandemia per poi subire lo stop che purtroppo subì tutto il pianeta. Ma alla fine eccoci qui, con tutti i nostri suoni e il nostro lavoro.
Cosa è, esattamente, il “The Butterfly Defect”?
“The Butterfly Defect” è un ciclo vitale a ritroso nella propria esistenza, il desiderio di un organismo di tornare alla forma iniziale in un “guscio” protettivo e inviolabile, come riluttanza verso un presente sempre più pericoloso e insalubre. Come mostrato nel teaser di presentazione dell’album, il desiderio della farfalla di tornare crisalide (creatura simbolo di libertà ma anche poco longeva) ci sembrava il modo più adatto di mostrarlo.
Parliamo dei brani che compongono il disco, come nascono e da cosa traggono ispirazione?
Generalmente i pezzi nascono da lunghe (e divertenti) jam. Il principio di tutti i brani sta nell’idea iniziale che proviene da uno dei componenti. Una volta estrapolate le parti che troviamo interessanti costruiamo tutto il contorno e gli arrangiamenti. Nessuno di noi scrive parti a casa e le porta alle prove. Tutto nasce in real-time dentro lo studio, è il modo più naturale e divertente che conosciamo per comporre insieme.
Il vostro sound, post rock psichedelico, prende spunto dagli elementi che danno linfa vitale al nostro pianeta in quella che, a tutti gli effetti, è un’associazione di idee che da vita a un concept: quanto è importante, per voi, l’elemento atmosferico nella vostra musica?
Viviamo tutti ai piedi di una piccola valle alpina ancora abbastanza incontaminata (per ora), quindi il legame con l’ambiente e la natura è abbastanza scontato. Ed è la nostra fortuna, unito alla passione per gli strumenti musicali e il rifugiarsi in loro, e non per ultima, l’ammirazione verso il cosmo che sovrasta tutto questo.
Come l’attualità e ciò che accade nel mondo influenza anche la vostra visione artistica?
Non crediamo che la situazione mondiale influenzi particolarmente la nostra musica e i processi per produrla. Non siamo persone che si espongono molto in quel senso, ma non per questo ne siamo esenti, anzi. Chi può esserlo?
Il disco è autoprodotto, ma non senza l’aiuto di Dennis Gottardo e studio Mad House. Vogliamo parlare di questa collaborazione?
Denis e’ un caro amico e un tecnico del suono paziente e disponibile, proprietario di Mad House. Ormai non e’ solo lo studio dove proviamo, componiamo e registriamo, ma un posto pressochè intimo dove ha luogo il nostro convivio, dove non si parla solo di musica ma anche di molti aspetti, a volte anche delicati, delle nostre vite. “The Butterfly Defect” e’ nato da tutto questo insieme di cose all’interno di quelle mura e Denis ci ha dato una grande mano con tutta la sua attrezzatura, la conoscenza del suo lavoro. Siamo molto molto grati a lui e Mad House e tuttora continua ad essere “casa”.
Quali sono i vostri progetti futuri? Su cosa siete al lavoro e quali piani avete per promuovere “The Butterfly Defect?”
Dopo l’uscita di “The Butterfly Defect” ci siamo messi subito al lavoro su materiale nuovo e le cose stanno andando molto bene. Non ci interessa buttare fuori musica a tutto spiano o registrare ad oltranza, preferiamo lavorare bene e scegliere bene cosa secondo noi ha valore e cosa va scartato. Per la promozione stiamo contando sull’aspetto live e sembra che qualcosa di bello si stia muovendo. Abbiamo iniziato in estate con un bel festival sul Lago Maggiore, il Dudestock, e contiamo di muoverci all’interno di vari locali in inverno. Grazie ragazzi per l’attenzione e per queste righe! A presto!
Foto: Rosy Siniscropi