L’intervista. King Tuff presenta “Smalltown Stardust” e mette a nudo emozioni e sentimenti
Lo scorso 27 gennaio è uscito “Smalltown Stardust” (Sub Pop Records/Audioglobe), nuovo album di King Tuff, il progetto di Kyle Thomas. L’album è stato co-prodotto e in gran parte co-scritto con Sasami ed è “un album sull’amore, sulla natura e sulla gioventù”, come spiega l’artista, ma anche un’ode ai momenti di ispirazione più cari e alle piccole città in cui si formano. È un disco spirituale, tenero e in definitiva gioioso. “Smalltown Stardust mostra” il desiderio di Thomas di entrare in contatto con la natura a livello spirituale.
Mentre gran parte di “Smalltown Stardust” invoca tracce e luoghi idealizzati del passato di Thomas, il processo di registrazione dell’album è stato un lavoro di squadra. Nella casa di Thomas a Los Angeles nel 2020 si era formata una sorta di micro-scena, con le compagne di casa Meg Duffy (Hand Habits) e Sasami Ashworth che registravano contemporaneamente i loro annunciati album (rispettivamente Fun House del 2021 e Squeeze del 2022).
Sono passati cinque anni dal tuo ultimo lavoro in studio (“The Other”), come hai impiegato questo tempo? Ti sei concentrato sulla scrittura di “Smalltown Stardust” che uscirà a gennaio, oppure ti sei cimentato in altri progetti?
Si, ho impiegato molto tempo per scrivere il disco ma, nel frattempo, ho anche composto diversi album con alcuni amici, “Fun House” con Hand Habits e “Squeeze” con Sasami. Ho anche registrato con Witch, la mia altra band, con la quale spero di uscire quest’anno.
Parliamo di “Smalltown Stardust”. Come lo descriveresti al pubblico che ci sta leggendo? Quali pensi siano i suoi punti di forza e in cosa si differenzia rispetto ai tuoi precedenti lavori?
È senz’altro più dolce e intimo rispetto alle mie precedenti registrazioni, maggiormente focalizzato sulle parti acustiche cantate e meno su quelle elettriche, è più curato sul lato folk e rivolto alla musica che ascolto in questa fase della mia vita. Penso che sia questo il punto di forza dei brani, compresi gli arrangiamenti e le armonie della voce. Credo che il sound registrato sia perfetto. Ne sono molto orgoglioso.
All’interno del disco troviamo atmosfere gioiose e dinamiche ma anche intime e profonde. Quanto c’è della tua personalità nei brani che compongono l’album?
C’è tutta la mia personalità, specialmente nei testi e in brani come “Love Letters to Plants” or “Bandits of blue sky”. Ma c’è anche molta dell’influenza che Sasami ha avuto su queste registrazioni.
Come si sviluppa il tuo processo di songwriting? Cosa influenza la tua composizione artistica?
Ogni canzone è differente. Di solito si parte con la musica e poi scrivo il resto mentre suono il piano o la chitarra, che sia elettrica o acustica. A volte l’intero brano viene fuori in diversi momenti, se non anni, come nel caso di “The Wheel”, che ho iniziato a comporre nel 2006 e che ho finito solo quindici anni dopo.
Non manchi di sottolineare il tuo grande amore verso la natura che ci circonda. Come, nel tuo piccolo, contribuisci a proteggerla ed a tutelarla? Credi che siamo entrati nell’era in cui il capitalismo e l’essere umano stiano compromettendo gli equilibri del nostro ecosistema?
Non c’è dubbi che gli esseri umani stiano distruggendo il pianeta. Ci siamo distaccati dalla natura e isolati dal mondo che ci circonda, penso che siamo senza speranza. Tutto quello che un artista può fare è ricordare alla gente, incluso me stesso, che viviamo in un mondo fantastico tutto da godere ed esplorare.
La musica, per te, è anche uno strumento di denuncia o di sensibilizzazione? Quale è il tuo primo obiettivo come artista?
La musica, per me, è sempre stata un’evasione. Più che altro sono molto orientato verso le canzoni d’amore, di fantasia o più particolari rispetto a quelle politiche. Il mio obiettivo come artista è sempre stato di provare a trovare una particolare ispirazione dentro di me, qualcosa di tangibile e fisicamente reale. La cosa bella della musica è che esiste nell’aria.
Grazie per il tempo che ci hai concesso, nel 2023 ti vedremo esibirti anche in Italia?
Lo spero, mi manca la vostra straordinaria cucina
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ENGLISH VERSION
Hello and welcome to The Walk of Fame magazine. It’s been five years since your last studio album (“The Other”). How have you spent this time? Have you focused on writing about “Smalltown Stardust” which will be released in January, or have you ventured into other projects?
Yes a lot of time was spent creating Smalltown Stardust, but I also made a few other albums with friends, Hand Habits “Fun House” and Sasami “Squeeze”. I also made a record with my other band Witch, which will hopefully be out later this year.
Let’s talk about “Smalltown Stardust”. How would you describe it to our readers? Which do you think are its strengths and how does it differ from your previous works?
It’s definitely a bit more mellow and tender than my other records, more focus on singing and acoustic instruments and less on loud guitars, folkier and prettier. It’s closer to the music I listen to in my day to day life. I think it’s strengths are the songs themselves and the arrangements, vocal harmonies, and I think the recording sounds pretty fucking good. I’m very proud of it.
Inside the album we find both joyful and dynamic but also intimate and profound atmospheres. How much personality of yours is there in the songs?
It’s all my personality. Definitely lyrically very me, especially a song like “Love Letters To Plants” or “Bandits Of Blue Sky”. But there’s also a lot of Sasami’s influence in the record as well.
How does your songwriting process develop? What influences your artistic composition?
Every song is different. Usually the instrument itself plays a big part, I write completely different things whether I’m playing piano or guitar, acoustic or electric. Sometimes the whole damn song just comes out and other times it takes years. Something like “The Wheel” which I first started writing in 2006 took 15 years to get it right!
You never forget to underline your great love for the nature that surrounds us. What’s your personal contribution to protect the environment? Do you believe that we have entered the era where Capitalism and human behaviour are compromising the balance of our ecosystem?
There’s no doubt that humans are destroying the planet. We have become so separated from nature and also so numb to the world around us that it feels quite hopeless. All I can do as an artist is remind people, including myself, that there is a magical world still out there to explore and enjoy.
Can music be considered an instrument of denunciation or awareness, according to you? What’s your first goal as an artist?
For me music has always been an escape. I’m much more drawn to love songs, fantasy songs, weird songs, than I am to political music. My goal as an artist has always been to try and turn the ideas and strange feelings inside me into something tangible in the physical realm. What’s cool about music is that it exists in the air, so it’s sort of like inventing little birds to see if they can fly.
Thanks for the time you gave us, will we see you perform in Italy too, in 2023?
I hope so! I miss your wonderful cuisine!