[L’intervista] Federico Perrotta nei panni di Oliver Hardy: “Con Claudio Insegno omaggiamo due paladini della risata”
Domenica 24 marzo alle ore 18:00 il Teatro Talia di Tagliacozzo ospiterà Federico Perrotta e Claudio Insegno nello spettacolo Stanlio & Ollio, amici fino all’ultima risata di Sabrina Pellegrino e Claudio Insegno.
Una produzione Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Uao Spettacoli, che con la regia di Claudio Insegno accompagnerà il pubblico in un omaggio a una delle coppie comiche più famose e note del mondo: Stanlio e Ollio, interpretati da Stan Laurel e Oliver Hardy.
Nella stagione composta da spettacoli di prosa, proiezioni cinematografiche e show musicali Meta Aps propone come nono appuntamento uno spettacolo in cui gli interpreti Claudio Insegno, Federico Perrotta, Valentina Olla, Sabrina Pellegrino, Giacomo Rasetti, Federica De Riggi e Franco Mannella renderanno omaggio in una versione teatrale a quelli che possono essere definiti “gli inventori della risata”, e che hanno abitato l’immaginario di innumerevoli generazioni prefigurandosi come la risata dopo la tragedia che irrompe nelle vite, che hanno trasmesso la necessità di leggerezza e del sorriso anche e nonostante le difficoltà. Un viaggio in cui il pubblico potrà assistere alla costruzione delle loro celebri gag, alle prove dei loro celebri film, ma anche a degli scorci della loro vita in famiglia.
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L’intervista a Federico Perrotta
In scena al Talia con Stanlio & Ollio, amici fino all’ultima risata: come nasce questo spettacolo?
Nasce dall’intuizione di mia moglie Valentina Olla, socia della nostra società di produzione ma anche attrice in scena – interpreta tutte le mogli di Stan Laurel. Eravamo sdraiati sul divano a vedere il film su Stanlio e Ollio. Io piangevo come un bambino, lei si gira e mi fa “Ma che ti piangi! Guarda che siete tu e Claudio Insegno”. Mi si è illuminato il mondo: aveva perfettamente ragione, abbiamo chiamato Claudio Insegno e il resto è storia.
Come si è preparato per interpretare un mostro sacro della risata?
Non è stato facile perché andavo a misurarmi con un’icona immutabile ma avevo la certezza di essere leggermente più smilzo. È una cosa che non mi è mai successa in vita mia: essere più magro del personaggio che interpreto (ride, n.d.r.) Però questo mi ha permesso di recuperare un pochino la sua agilità perché, a dispetto del fisico, sia Stan Laurel che Oliver Hardy erano profondamente reattivi, fisicamente agili. In questo spettacolo siamo al limite dello stunt-man, tra le cadute, gli schiaffi, le torte in faccia e l’elasticata delle bretelle. Se non sai fare bene queste cose, rischi di farti male in scena.
Per prima cosa abbiamo guardato tantissimo i filmati, poi abbiamo realizzato che in realtà ci volevamo allontanare dai personaggi di Stanlio e Olio. Con Claudio Insegno, che ha curato anche la regia, abbiamo lavorato sul discorso degli attori, che nella vita sicuramente avevano una personalità diversa da quella che facevano vedere in scena. Due attori che sanno di avere in mano il mondo del cinema ma che si trovano a dover fronteggiare crisi coniugali verissime, non quelle raccontate in comica, e difficoltà economiche – perché perdevano tutti i soldi l’uno in cause milionarie e l’altro invece giocando ai cavalli.
Una sorta di biopic, insomma …
Brava, l’hai detto! Noi abbiamo cercato di trovare un collegamento tra le scene più famose che hanno interpretato e la loro vita. Ci siamo resi conto che la vita di Stan Laurel e Oliver Hardy è profondamente più rocambolesca delle loro avventure. Ad esempio, Stan Laurel si è sposato sette volte, di cui tre con la stessa moglie nell’arco di vent’anni…
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Il pubblico ride delle stesse gag da oltre 100 anni: secondo lei qual è il segreto nella comicità di Stanlio & Ollio?
Secondo me non c’è “segreto” per loro, perché loro hanno inventato la comicità, soprattutto quella moderna! Abbiamo fatto questo esperimento sia con mia figlia, che ha quasi 10 anni, sia con altri bambini: se gli metto un filmato in bianco e nero, è difficile che loro guardino ma se gli fai vedere le gag di Stanlio & Ollio, alla fine rideranno pure loro perché la comicità delle torte in faccia, gli schiaffi, le pause, il double take funzionano anche con i bambini. Noi raccontiamo le loro gag e facciamo i loro sketch: questo mi fa pensare che non sia cambiato nulla. Fondamentalmente, l’unico segreto che potrebbero avere è l’aver capito che una cosa o fa ridere o non fa ridere.
Se fossero su TikTok farebbero ancora ridere?
Oggi i tempi sono cambiati a livello proprio di durata: prima uno sketch di situazione ci metteva magari 3/4 minuti per arrivare al fulcro, mentre oggi è tutto più sintetizzato, tutto più corto. Magari loro avrebbero faticato, però se pensiamo a Ficarra e Picone, che quando hanno cominciato a fare i loro sketch erano lentissimi, mentre oggi si sono adattati ai tempi della comicità con una serie che va ancora in onda su Canale 5.
Pensa che il teatro sia la forma migliore per rendere omaggio a uno show nato sullo schermo?
Il teatro ti permette di vivere delle emozioni che sono tutte uniche, caratteristiche ineguagliabili. È inconfrontabile allo streaming televisivo o cinematografico per l’imprevedibilità del caso: a teatro ogni serata non ha eguali, è unica e irripetibile. A teatro l’unica cosa certa è che non c’è certezza. E noi, che lo facciamo di mestiere, volevamo portare in giro per l’Italia un messaggio, un omaggio bellissimo a due paladini della risata.
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Secondo lei che momento vive il teatro? Qual è la sua funzione? La comicità a che punto si trova?
Il teatro, secondo me, sta vivendo un buon momento, anche se l’anno scorso è andato sicuramente meglio di questo: era un anno di ripresa. Noi – produttori, attori, sceneggiatori, autori di testo – dobbiamo tutti impegnarci a cercare di capire come trascinare un nuovo pubblico a teatro. Il pubblico vecchio, che è quello che di solito riempie le sale, ovviamente va a diminuire per una questione anagrafica, per una questione di opportunità, di spostamenti.
Per quanto riguarda invece la comicità, è un bellissimo momento: la comicità ha dei protagonisti straordinari. In primis, io adoro tutta la scuola napoletana, quindi Vincenzo Salemme e Biagio Izzo per me sono delle persone straordinarie. Sono andato a vedere Salemme in “Natale in casa Cupiello” e sono rimasto senza parole. Io tengo a vedere ciò che c’è di bello, ad applaudire i miei colleghi sperando che un giorno possano magari prendermi in considerazione: mi piacerebbe da morire lavorare con Salemme, mentre ho già lavorato con Biagio Izzo e sono estremamente contento di averlo fatto con grande professionalità. Poi ci sono i grandi comici d’attacco, come Enrico Brignano, altro artista col quale ho avuto il piacere di condividere il palco: un mostro di bravura. Spero di poter essere un giorno come loro.
Cosa porterà con sé di questa esperienza?
Il ricordo di un grandissimo impegno produttivo. Per me e mia moglie è stata una nuova esperienza, tra le tante che abbiamo fatto con Claudio Insegno che spesso ha curato la regia dei nostri spettacoli, un artista che noi apprezziamo tantissimo. Mi porterò gli applausi scroscianti, soprattutto quelli del pubblico siciliano: noi teatranti pensiamo sempre nei teatri del Sud si rida poco. In Campania hanno così tanti artisti napoletani e campani straordinari: ovviamente a loro fa ridere in primis ciò che fa parte della loro storia. In Calabria e in Sicilia sono parchi negli applausi perché tante volte c’è un pizzico di diffidenza e poi non vogliono neanche disturbare.
Ecco, a fine gennaio, siamo stati in Sicilia e ora ci torneremo di nuovo. Posso garantire che gli applausi siciliani ci hanno aperto l’anima perché ci aspettavamo applausi a scena aperta… a scena aperta in Sicilia!
Cosa c’è invece di Federico Perrotta nel suo Oliver Hardy?
La mia goffaggine e il fatto di giocare con questa dimensione fisica che di solito pone dei limiti, il non sentirmi spesso a mio agio col mio corpo. Oliver Hardy era dolcissimo: vorrei avere un po’ della sua dolcezza.
Dopo Tagliacozzo, dove potremo vederla ancora?
Il percorso di Stanlio & Ollio, amici fino all’ultima risata è ancora lungo: saremo in Emilia a Boretto (RE) il 4 aprile, a Pescina (AQ) il 14, poi di nuovo in Sicilia a Mazara del Vallo (TP) il 19 aprile e a Catania il 20 e 21. Poi dal 23 al 5 maggio saremo al Teatro Vittoria a Roma.