L’intervista. Anita Gambelli e gli amori, segreti e colpi di scena sull’isola di Rodi
Un’isola greca al centro di coincidenze molto strane. Storie d’amore e di amicizia tumultuose, misteriose e generazioni a confronto. Una protagonista, Silvia, alla ricerca di verità sempre più profonde. Questo è molto altro racchiude il nuovo romanzo “Saluti da Rodi” di Anita Gambelli.
Buonasera e benvenuta, oggi parleremo del suo ultimo libro “Saluti da Rodi” edito da PAV Edizioni. Le va di raccontarci qualche punto saliente della storia?
Certo. È una storia che nasce in una soffitta colma di oggetti impolverati, che si espande in mezzo al mare e torna su un promontorio dove la storia è cominciata. La protagonista è Silvia una ragazza poco più che trentenne che sta per sposarsi e durante i lavori di ristrutturazione di questa villa sul promontorio, che abiteranno dopo le nozze, lei rinviene degli oggetti all’interno di un vaso che si ruppe. Questi oggetti la portano ad un pensionato dove vive la ex padrona di quella casa. Una signora molto anziana. Le due non si sono mai incontrate prima ma da subito nasce un legame speciale. Da i racconti della signora esce fuori l’isola di Rodi.
Sull’isola questa donna non c’è mai stata ma diventa fin da subito una presenza ingombrante per la protagonista, tant’è vero che partirà e la raggiungerà. Lì farà conoscenza di un giovane greco. Silvia farà molte esperienze, farà degli errori, si metterà anche nei guai. Alla fine troverà tutte le risposte, anche quelle che non stava cercando.
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Leggo che lei è stata un’assistente Alpitour, una guida e un’addetta alle informazioni turistiche. Secondo lei la sua esperienza lavorativa ha giocato un ruolo importante in termini di stile narrativo?
Lo spirito della guida turistica vive ancora dentro di me. Ora svolgo tutt’altra professione da moltissimi anni. Le dirò che mi piace ancora organizzare le mie vacanze, mi documento prima di partire, faccio le ricerche sui luoghi. La curiosità mi porta ad inventare storie. Mi piacerebbe viaggiare di più ma, per ovvi motivi non si può, e allora leggo e scrivo.
Una curiosità: la scelta dell’isola di Rodi come ambientazione del romanzo, è stata casuale o ben studiata?
Io sono stata a Rodi diversi anni fa e mi ha colpito molto quest’isola tra le altre che ho visitato. Mi ha colpito molto per la differenza che c’è tra i due mari che la bagnano, l’Egeo e il Mediterraneo. Uno ventoso e l’altro calmo e pacifico. Questa peculiarità l’ho riproposta nel romanzo. Infatti, la protagonista vive esperienze che mai avrebbe vissuto in vita sua. Questo perché deve trovare qualcosa che è dentro di sé e che le serve per vivere.
Quindi è un romanzo di crescita?
Sì, esatto. È anche divertente, però, perché si ride abbastanza. Lo dico io perché all’ennesima lettura, nonostante la stanchezza dopo averlo riletto non so quante volte, c’erano ancora dei passi che mi facevano ridere.
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Quali sono i generi letterari in cui L’Anita Gambelli scrittrice trova ispirazione?
A me piace il rosa in alcune sue sfumature, infatti in questo romanzo c’è l’amore e l’amicizia. Mi piace, però, anche il giallo. Quello divertente, non cupo.
Le va di regalarci qualche anticipazione sui suoi progetti futuri?
Proprio perché mi sono appassionata al giallo divertente, ho messo nel cassetto elettronico (e lì deve rimanere per un po’ -ride-) un giallo che segue questo stile che mi piace molto. È ambientato nel passato dove ci sono due amiche molto diverse tra loro. Ma questa è un’altra storia, per ora ci dedichiamo a Silvia con Saluti da Rodi.