Lino Guanciale piange Gigi Proietti: il primo a credere in me, un onore lavorare al tuo fianco
E’ un commosso Lino Guanciale, quello che ricorda Gigi Proietti, scomparso stamane all’età di 80 anni, proprio nel giorno del suo compleanno. Una coincidenza nient’affatto simpatica, di cui avremmo fatto volentieri a meno. Un’uscita di scena che non avrebbe dovuto avvenire in questa maniera e che ha lasciato tutti quanti attoniti.
Proietti è stato una colonna portante del teatro italiano, così come del cinema e della televisione. Un gigante tra i giganti. L’affetto che in queste ore si sta riversando sul web, sui giornali e in tutte le radio d’Italia, è qui a dimostrare quanto il pubblico tricolore lo amasse e quanto lo amerà per sempre.
“??????? ? ?????? ????? ?????? ??????, ? ???????? ?? ??????’????, ‘? ?????? ??’ ???? ??????̀??. È un pezzo di Roma che se ne va. Come se si dovesse rompere un pezzo di Colosseo. Romano di quella Roma che va da Rione Ponte a Trastevere, delle piccole botteghe, di Via Giulia e delle borgate che ti crescono, anche troppo presto”, ha scritto il nostro giornalista Riccardo Colella.
Gigi Proietti, figlio de Roma, per chi lo ha conosciuto è stato maestro e amico, mentore e padre artistico. Come per Guanciale, l’attore abruzzese che oggi lo piange. Tutto l’Abruzzo piange Gigi Proietti, storico direttore del Teatro Stabile. La Terra dei “forti e gentili“, per dirla con Ignazio Silone, che tanto ha dato all’attore romano. Ma che da lui ha ricevuto altrettanto affetto e impegno. La cultura è una missione e per essa, Proietti, ha dato sempre tutto sé stesso.
“Ciao, Gigi. Non posso credere di trovarmi qui a scrivere questo saluto, sono intontito dalla notizia e molto triste. Diciassette anni fa hai creduto in me, sei stato il primo a farlo dopo il mio diploma. Non potrò mai dimenticare la leggerezza e la tenerezza con cui hai iniziato a trasmettermi “il mestiere. Mi capita ancora oggi, sul palcoscenico, di capire delle cose che mi avevi detto o mostrato all’epoca di questa foto. Ti devo tanto… tutti ti siamo debitori, in qualche modo. È stato un onore e un privilegio aver iniziato la mia carriera con te. Grazie, Cavaliere Nero”.