Doppia standing ovation per “Eduardo mio”: Lina Sastri racconta il Maestro Eduardo De Filippo
Roma, Teatro “ilParioli”. Il sipario in velluto rosso e frange dorate si apre con una lentezza disarmante che fa entrare in punta di piedi in un’atmosfera tenue. Luci blu e sei sedie in semicerchio. Questo basta per mettere in scena “Eduardo mio”, lo spettacolo ideato, scritto, diretto e interpretato dall’immensa Lina Sastri.
Un favoloso abito bianco, un bracciale di cornetti rossi e un microfono in mano. Entrando in scena, Lina Sastri toglie la maschera per essere così puramente se stessa nel racconto e nell’incontro con l’onnipresente anima di Eduardo De FIlippo, di cui riconosce gli occhi nel buio del palcoscenico. Perché Lina Sastri è lo spettacolo in sé.
“In questo spettacolo porto in scena un pezzo di cuore” – scrive una delle più grandi attrici e cantanti della tradizione partenopea. “Su Eduardo è stato scritto e detto tutto, io racconto di lui quello che so, quello che ho vissuto quando ho avuto la fortuna e il grande privilegio di conoscerlo, da giovanissima. Negli anni in me è emerso il ricordo vivo di lui, i silenzi, le pause, la voce, il rigore, la sensibilità, la grande lezione di teatro e di vita che mi ha donato […] Eduardo mio perché racconto il mio Eduardo, quello che appartiene ai miei ricordi e alla mia vita di artista e di donna. Con sincero affetto e umiltà di allieva…”
La Sastri racconta il suo Maestro affrontando i temi a lui più cari: la famiglia (“il bene primario che era sempre mancato ad Eduardo”), gli affetti sinceri, la semplicità e la bellezza dell’unione, la vita e la morte, la durezza della guerra e la ritrosia nell’ascoltare i racconti di chi ha vissuto l’orrore. In un excursus delle commedie più famose – da “Natale in casa Cupiello” a “Napoli milionaria”, da “Quei fantasmi”, “Sik Sik l’artefice magico” e “Sindaco del rione Sanità” a “Le voci di dentro” e “Gli esami non finiscono mai” – la Sastri diventa l’immensa Filumena Marturano, la dolce Bonaria, Ninuccia Cupiello, Titina De Filippo e lo stesso Eduardo.
Leggi anche: “The Lost Leonardo”, il docufilm che svela tutti (o quasi) i segreti del Salvator Mundi
Lina Sastri porta sul palco il suo Eduardo attraverso curiosi aneddoti della sua esperienza personale con il Maestro, uomo seduttivo ed elegante, schivo e complesso. Con la sua autenticità, l’attrice accompagna il pubblico nei personalissimi ricordi tra le prime esperienze di teatro, le letture dei testi, l’assegnazione dei ruoli, la cura nella regia, le chiacchiere di camerini ma anche i rimbrotti di un drammaturgo realistico e preciso (anche nella veridicità dei costumi) che si scioglievano nei complimenti sussurrati quasi di sfuggita. Un artista meticoloso ma soprattutto teneramente vero ed umano, che viene fuori anche dagli episodi raccontati dalla Sastri. Come quando, durante la messa in scena del finale di “Natale in casa Cupiello”, Lina, che veste i panni di Ninuccia riversa sul padre morente, ha un singulto dovuto al mantenimento della posizione scomoda. Ma Eduardo lo scambia per un momento di commozione vera e pur restando rigido e scostandosi un po’ dal microfono le sussurra “Non è o’ vero”.
Lo spettacolo è intervallato dalle emozionanti canzoni del repertorio partenopeo di cui la Sastri è una magistrale interprete: tra i tanti brani una versione straziante di “O’ surdato ‘nnamurato”, la spettacolarità della “Tammurriata nera”, “Malafemm’na”, “O sole mio” fino all’emozione in “Napul’ è”. Sul palco ci sono infatti i cinque musicisti dell’Orchestra Sinfonica del Teatro Verdi: Ciro Cascino al pianoforte e tastiera, Filippo D’Allio alla chitarra e mandolino, Gennaro Desiderio al violino, Gianluca Mirra alle percussioni e batteria e Gaetano Diodato al contrabbasso. Con la passionalità, l’energia e la straordinaria voce che la caratterizzano, Lina Sastri non solo canta ma vive i brani napoletani: come una fisarmonica, si solleva sulle punte e si raccoglie, inarca la schiena ed apre le spalle, ci fa sentire la musica attraverso i suoi respiri.
Leggi anche: Marina Abramović mette all’asta la sua performance per il popolo ucraino
L’eterna allieva omaggia Eduardo per il suo coraggio, per la capacità di saper cogliere la magia del teatro e giocare con essa ricordando l’esperimento della traduzione in napoletano dell’opera shakesperiana “La Tempesta”.
Con gli occhi sempre lucidi e una mano sul cuore, dopo ben 2 standing ovation, l’emozione arriva al culmine sul finale: sola davanti al sipario, canticchiando insieme alla voce registrata del suo Maestro, Lina Sastri lancia una rosa rossa verso Eduardo, in direzione del pubblico. Ma la rosa non cade e scivola nel suo vestito. E Lina, sorpresa e commossa, dice “oh forse vuole restare qui con me ancora per un po’”.
“Eduardo mio” sarà ancora in scena al Teatro “ilParioli” di Roma fino a domenica 27 marzo.