Le migliori canzoni internazionali sul dolore della perdita, da dedicare a chi non c’è più
Ascoltare una canzone è un’esperienza immersiva, che va ben oltre l’apprezzamento di una bella melodia o di una voce talentuosa: la musica agisce sottopelle, in quello strato non raggiunto dal razionale, toccando le corde più profonde del nostro sentire.
Così alcune canzoni diventano l’innesco per percepire emozioni forti, a volte contrastanti, come una sorta di vaso di Pandora. È il potere della musica, che cura ciò che a volte non abbiamo nemmeno il coraggio di affrontare.
Lo sperimentiamo soprattutto quando ci ritroviamo a dover gestire un dolore a cui nessuno è mai effettivamente preparato. Il lutto: il dolore della perdita, la rabbia, la difficoltà di lasciare andare, la mancanza di una persona tanto amata e la dolceamara consapevolezza di star andando avanti anche senza chi abbiamo perso.
Per caso o per scelta, l’ascolto di canzoni dedicate a chi non c’è più ha un potere terapeutico, che lentamente ci mette in pace con il dolore, facendoci sentire una sensazione di calore, di dolce e faticoso torpore che dal petto si espande e avvolge come in un abbraccio, rilassando i nervi e lasciandosi andare alle emozioni che più cerchiamo di controllare o talvolta evitare.
Poche note che liberano sentimenti malinconici o ci regalano un senso di consolazione, melodie capaci di farci finalmente tirare fuori la tristezza per avere la sensazione di un contatto con chi non c’è più.
Dedicare una canzone ad una persona scomparsa è un bel modo per dedicare un pensiero, un ricordo e un abbraccio virtuale, per riuscire a percepire la presenza di qualcuno. Mentre per chi resta è un tenero modo per tentare di riempire il senso di vuoto lasciato dall’assenza. Perché una canzone può lenire il dolore permettendoci di affrontare queste difficili emozioni, per riuscire a superarle.
Finché un giorno riusciremo ad ascoltare proprio quelle canzoni senza lacrime e l’impulso di evitarle per non cedere al dolore. Finché un giorno ci faranno solo sorridere amaramente, con un senso di consapevolezza e di pace, per poter semplicemente dire “quanto amo questa canzone“.
In alcuni casi basta una melodia a provocare tutto ciò, ma comprenderne le parole permette di far propria una canzone. Ecco allora una rassegna delle migliori canzoni internazionali dedicate alla morte di una persona cara. Scopriamone insieme il profondo significato.
“Tears in Heaven” – Eric Clapton
“Tears in Heaven” (letteralmente “Lacrime in Paradiso“) è la canzone che forse più rappresenta il potere curativo della musica per il superamento del dolore.
È stata scritta da Eric Clapton dopo la tragica morte del figlio Conor, precipitato a soli 4 anni da una finestra lasciata accidentalmente aperta al 53° piano di un palazzo di Manhattan, dove attendeva Clapton insieme a sua madre (Lory Del Santo) e una babysitter.
Eric Clapton dichiarò in un’intervista: “Ho scritto Tears in Heaven per non impazzire. La suonavo a me stesso in continuazione finché è diventata parte di me” e che “Non doveva neanche essere pubblicata“. Invece il brano entra nella storia della musica nella versione struggente e sublime nell’album “Unplugged” nel gennaio 1992 e, prima, nella colonna sonora del film “Rush” (1991). Un brano nato come un tentativo di cura, diventato il suo più grande successo conquistando tre Grammy Awards.
La traduzione del testo:
Riconosceresti il mio nome
se ti vedessi in paradiso?
Sarebbe lo stesso
se ti vedessi in paradiso?
Devo essere forte e tirare avanti,
Perché so che io non appartengo al paradiso.
Terresti la mia mano
se ti vedessi in paradiso?
Mi aiuteresti a stare in piedi
se ti vedessi in paradiso?
Troverò la mia strada attraverso la notte e il giorno,
Perché so che non posso stare qui in paradiso.
Il tempo può buttarti giù,
può piegarti le ginocchia.
Il tempo può spezzarti il cuore,
ti prego dammi la forza, ti prego dammi la forza
Oltre la porta c’è pace, sono sicuro,
E so che non ci saranno più lacrime in paradiso.
“Sometimes You Can’t Make It On Your Own” – U2
“Sometimes You Can’t Make It On Your Own“ (“A volte non puoi farcela per conto tuo“) è una dedica sincera, consapevole e addolorata, scritta dal frontman degli U2, quando ha capito che suo padre sarebbe presto deceduto, a causa di un cancro giunto allo stadio terminale.
Un brano intimo e così autentico circa il rapporto a volte burrascoso con un papà che Bono vede nel riflesso dello specchio, che gli ha sempre detto di essere forte. Un padre che cercava di non trasmettere ai suoi cari la propria sofferenza e che per Bono Vox è “l’unica ragione per cui canto”.
Il cantante interpretò per la prima volta questo brano proprio al funerale del padre, nel 2001: l’intensità del brano travolge i sensi ed emoziona come pochi altri.
Tenace, credi di essere un duro
Stai dicendo a me e a tutti
Che sei abbastanza forte
Non devi sempre metterti a combattere
Non devi sempre avere ragione
Lasciami prendere qualche botta
Al posto tuo, stanotte
Ascoltami adesso
Ho bisogno di farti sapere
Che non devi fare tutto da solo
E quando guardo nello specchio ci sei tu
E quando non alzo il telefono sei tu
A volte non puoi farcela per conto tuo
Litighiamo tutto il tempo
Tu ed io, va bene
Siamo la stessa anima
Non ho bisogno, non ho bisogno di sentirti dire
Che se non fossimo così simili
Ti piacerei molto di più
Ascoltami adesso
Ho bisogno di farti sapere
Che non devi fare tutto da solo
E quando guardo nello specchio ci sei tu
E quando non alzo il telefono sei tu
A volte non puoi farcela per conto tuo
So che non parliamo molto
Sono stanco di tutto questo
Riesci a sentirmi quando canto?
Sei l’unica ragione per la quale canto
Sei l’unica ragione per la quale l’opera è in me
Dove siamo adesso?
Devo farti sapere che
Una struttura non necessariamente è una casa
Non lasciarmi qui da solo
E quando guardo nello specchio ci sei tu
e sei tu che rendi difficile lasciar perdere
A volte non puoi farcela per conto tuo
A volte non puoi farcela
La cosa migliore che puoi fare è mandare tutto a quel paese
A volte non puoi farcela per conto tuo
“Candle in the wind” – Elton John
“Candle in the wind” (“Candela nel vento“) è il brano con cui Elton John ha conquistato il cuore di oltre cinquanta milioni di persone.
La versione originale della canzone è stata scritta nel 1973 in onore di Marilyn Monroe (la canzone faceva spesso riferimento a Norma Jean, nome di battesimo della grande diva), come una riflessione sulla brevità di una giovane vita stroncata dal lato oscuro della fama.
Ma la canzone è diventata un vero e proprio cult nella più conosciuta e struggente versione che Elton Jhon interpretò al funerale di Lady Diana, sua cara amica. Sostituendo il nome di Marilyn con l’appellativo “England’s Rose” (“Rosa d’Inghilterra“) e facendo riferimento alla magnanimità della Principessa, il cantante ha commosso le oltre duemila persone presenti al funerale e i circa 2,5 milioni di utenti da casa, conquistando poi il titolo di brano più venduto dagli anni Cinquanta ad oggi.
Ecco la traduzione del testo della versione registrata come “Candle in the wind 97“.
Addio rosa d’Inghilterra
Che tu possa crescere sempre nei nostri cuori
Eri la grazia che si poneva
Dove le vite erano straziate
Tu esortavi il nostro Paese
E sussurravi ai sofferenti
Ora appartieni al cielo
E le stelle sillabano il tuo nome
E mi sembra che tu abbia vissuto la tua vita
Come una candela al vento
che non si è mai spenta nel tramonto
quando cominciava a piovere
E i tuoi passi si poseranno sempre qui
sulle colline più verdi di Inghilterra
la tua candela si è consumata molto prima
di quanto farà mai la tua leggenda
L’amorevolezza che abbiamo perso
Questi giorni vuoti senza il tuo sorriso
Questa torcia che noi porteremo sempre
Per la persona della nostra nazione più amata e onorata
E sebbene ci proviamo
La verità ci porta a piangere
Tutte le nostre parole non possono esprimere
La gioia che ci hai portato in questi anni
E mi sembra che tu abbia vissuto la tua vita
Come una candela al vento
Che non si è mai spenta nel tramonto
Quando cominciava a piovere
E i tuoi passi si poseranno sempre qui
Sulle colline più verdi di Inghilterra
La tua candela si è consumata molto prima
Di quanto farà mai la tua leggenda
Addio rosa d’Inghilterra
Che tu possa crescere sempre nei nostri cuori.
Eri la grazia che si poneva
Dove le vite erano straziate
Addio, rosa d’Inghilterra
Da un Paese perduto senza la tua anima
A cui mancheranno le ali della tua compassione
Più di quanto tu possa mai immaginare.
E mi sembra che tu abbia vissuto la tua vita
Come una candela al vento
Che non si è mai spenta nel tramonto
quando cominciava a piovere
E i tuoi passi si poseranno sempre qui
sulle colline più verdi di Inghilterra
la tua candela si è consumata molto prima
di quanto farà mai la tua leggenda
“Fix you” – Coldplay
A quasi venti anni dalla sua uscita “Fix you” è ancora il miglior brano dei Coldplay e una delle dediche di amore più belle del mondo della musica contemporanea.
Il brano, scritto dal frontman Chris Martin per l’allora moglie Gwyneth Paltrow poco dopo la morte del padre di lei, ha la delicatezza di un abbraccio e la forza di una carezza. In ogni parola, in ogni nota, si percepisce il meraviglioso sostegno di un uomo che, impotente davanti al dolore della sua amata, cerca di rassicurarla con la sua cura, pur consapevole di non potersi sostituire alla persona persa. Ma con la certezza di esserci, per dare sostegno, per “rimettere in sesto” (letteralmente “fix“), per restare a fianco e sorreggere nel momento di dolore.
Quando provi a fare del tuo meglio ma non ci riesci
Quando prendi quel che vuoi ma non quello di cui hai bisogno
Quando ti senti così stanco ma non puoi dormire
Torna indietro
E le lacrime iniziano a scorrere sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi riavere
Quando ami qualcuno ma va tutto in fumo
Potrebbe andare peggio?
Le luci ti guideranno a casa
E infuocheranno le tue ossa
E io cercherò di consolarti
Lassù e quaggiù
Quando sei troppo innamorata per lasciar perdere
Ma se non provi non lo saprai mai
Che importanza hai
Le luci ti guideranno a casa
E infuocheranno le tue ossa
E io cercherò di consolarti
Le lacrime scorrono sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi riavere
Le lacrime scorrono sul tuo viso e sul mio…
Le lacrime scorrono sul tuo viso
Ti prometto che imparerò dai miei errori
Le lacrime scorrono sul tuo viso e sul mio…
Le luci ti guideranno a casa
E infuocheranno le tue ossa
E io cercherò di consolarti
“I’ll Be Missing You” – Puffy Daddy, Faith Evans & 112
“I’ll Be Missing You” (“Mi Mancherai“) è una canzone di Puff Daddy and the Family (featuring 112 e Faith Evans) che rende omaggio al rapper The Notorious B.I.G (aka Biggie Smalls), ucciso nel 1997 con 4 colpi di pistola. La canzone parla del profondo dolore di Puff Daddy e dal suo team dopo l’assassinio di Biggie, non solo un amico ma anche un artista molto stimato.
Nelle strofe il rapper esprime delusione e incredulità, riflettendo sui ricordi del passato e sui bei momenti condivisi nel mondo della musica. Il ritornello, eseguito con Faith Evans (moglie di The Notorious), esprime le potenti emozioni che accompagnano la mancanza di qualcuno; la sensazione di essere incompleti e il vuoto lasciato dalla loro assenza. Faith canta del giorno in cui Biggie è partito da questo mondo, riconoscendo il legame insostituibile che avevano e il dolore che le ha causato.
Nonostante il rapper sia stato querelato da Sting per aver ripreso un campionamento di “Every breath you take” (celebre brano inciso nel 1983 dai Police), il brano resta uno dei più amati dal pubblico.
Sì… questa qui… (dimmi perché)
È per tutti quelli
Che hanno perso qualcuno
Che hanno amato veramente (avanti, ascoltate)
Sembra ieri che noi spaccavamo durante lo spettacolo
io aggiungevo il testo, tu creavi il flow
cosi lontani dal girare per gli isolati per la grana
Notorious, loro devono sapere che
La vita non è sempre come sembra essere
Le parole non possono esprimere cosa significhi per me
Anche se tu te ne sei andato, siamo ancora una squadra
Attraverso la tua famiglia, io soddisferò I tuoi sogni
Nel futuro non vedo l’ora di vedere
Se aprirai i cancelli per me
A volte mi abbandono ai ricordi,
la notte in cui si presero il mio amico
Provo a dimenticare, ma la scena si ripete nella mia mente
Quando sono reali, i sentimenti sono difficili da nascondere
Non puoi immaginare il dolore che provo
Darei qualsiasi cosa per sentire metà del tuo respiro
So che tu stai ancora vivendo la tua vita dopo la morte
Ogni passo che faccio, ogni movimento che faccio
ogni singolo giorno, in qualunque momento io prego,
mi mancherai
pensando al giorno in cui sei passato a miglior vita
Che vita portata via, che legame spezzato
Mi mancherai
È molto difficile senza te intorno
So che dal paradiso stai sorridendo
Ci guardi mentre preghiamo per te
Ogni giorno preghiamo per te
Fino al giorno in cui ti rincontreremo di nuovo
Ti manterrò nel mio cuore, amico
I ricordi mi danno la forza di cui ho bisogno per andare avanti
La forza di cui ho bisogno per credere
I miei pensieri, Big, non riesco a definirli
Vorrei che il tempo ci riportasse indietro
Nella 6° strada, compravamo vestiti nuovi e scarpe
Ci prendevano per sciocchi
Facevamo successo sui palchi che ci ricevevano
Ancora non riesco a credere che tu te ne sia andato
Darei qualunque cosa per sentire metà del tuo respiro
So che stai ancora vivendo la tua vita dopo la morte
Ogni passo che faccio, ogni movimento che faccio (mi manchi)
ogni singolo giorno, in qualunque momento io prego,
mi mancherai (sì sì)
pensando al giorno in cui sei passato a miglior vita
Che vita portata via, che legame spezzato
Mi mancherai (qualcuno mi dica perchè)
In quel giorno, quando la vita sarà finita,
so che rivedrò la tua faccia
Ogni notte prego, ogni passo che faccio
ogni movimento che faccio, ogni singolo giorno
ogni notte prego…
Ogni giorno che passa è un giorno che mi avvicina a te
a rivederti di nuovo
ci manchi Big
e non ci fermeremo
perchè non possiamo fermarci… è giusto
ogni notte prego, ogni passo che faccio
ogni movimento che faccio
Ci manchi Big
Ogni passo che faccio, ogni movimento che faccio (mi manchi)
ogni singolo giorno, ogni volta che prego
mi mancherai (sì sì)
pensando al giorno in cui sei passato a miglior vita
Che vita portata via, che legame spezzato
Mi mancherai
Ogni passo che faccio, ogni movimento che faccio
ogni singolo giorno, ogni volta che io prego,
mi mancherai (mi mancherai)
pensando al giorno (pensando al giorno)
in cui sei passato a miglior vita
Che vita portata via, che legame spezzato
Mi mancherai
Ogni passo che faccio (in quel giorno)
ogni movimento che faccio (quando la vita sarà finita)
ogni singolo giorno, ogni volta che io prego, mi mancherai
(so che rivedrò la tua faccia)
“Wake me up when September ends” – Greenday
A differenza di quanto si potrebbe pensare per lo smodato reposting di questa canzone alla fine dell’estate e delle implicazioni politiche dovute al videoclip, anche questa canzone è dedicata alla perdita di un genitore: la canzone, pubblicata nel 2004 nell’album “American Idiot” dei Greenday, è stata scritta in realtà nel 1989, sette anni dopo la morte del padre del frontman, Billie Joe Armstrong.
Il cantante aveva appena dieci anni, quando nell’arco di un’estate un cancro ha stroncato la vita del papà, deceduto nel settembre 1982: il giorno del funerale – ha raccontato in seguito – si è chiuso in camera dopo la straziante cerimonia, chiedendo a sua madre di “svegliarlo quando settembre sarebbe finito“. Da qui il titolo della canzone: “Wake me up when September ends“.
La canzone ripercorre le difficoltà di affrontare il trauma della perdita a distanza di anni, ma spesso viene collegata (erroneamente, almeno in parte) ad un altro importante evento avvenuto in settembre, l’attacco alle Torri Gemelle. “Fraintendimento” dovuto al famoso videoclip, che vede una coppia separata dalla Guerra in Iraq.
L’estate è venuta e se ne è andata
L’innocenza non può mai durare
Svegliami quando Settembre finisce
Come mio padre è venuto per andarsene
Sette anni sono passati così velocemente
Svegliami quando Settembre finisce
Ecco che arriva di nuovo la pioggia
Che cade dalle stelle
Inzuppata di nuovo nel mio dolore
Facendoci diventare chi siamo
Mentre la mia memoria riposa
Ma non dimentica mai ciò che ho perso
Svegliami quando Settembre finisce
L’estate è venuta e se ne è andata
L’innocente non può mai durare
Svegliami quando Settembre finisce
Le campane riecheggiano di nuovo
Come facevamo quando la primavera iniziava
Svegliami quando Settembre finisce
Ecco che arriva di nuovo la pioggia
Che cade dalle stelle
Inzuppata di nuovo nel mio dolore
Facendoci diventare chi siamo
Mentre la mia memoria riposa
Ma non dimentica mai ciò che ho perso
Svegliami quando Settembre finisce
L’estate è venuta e se ne è andata
L’innocente non può mai durare
Svegliami quando Settembre finisce
Come mio padre è venuto per andarsene
Vent’anni sono passati così velocemente
Svegliami quando Settembre finisce (x3)