L’anarchico conservatore, il ministro Sangiuliano racconta Giuseppe Prezzolini
Nel 1908 fa nasceva ‘La Voce’, ritenuta la più importante rivista culturale del Novecento, dove hanno scritto Amendola, Salvemini, Croce, Einaudi, Gentile, Missiroli, Soffici, Palazzeschi, Papini, Ungaretti e tanti altri. Il libro Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore (edito da Mondadori) di Gennaro Sangiuliano è la prima biografia completa del fondatore della ‘Voce’. L’autore ha anche riportato alla luce i poco noti rapporti fra Prezzolini e Oriana Fallaci, e quelli con Antonio Gramsci.
Personaggio complesso, singolare e originalissimo, vissuto cento anni, dal 1882 al 1982, Giuseppe Prezzolini nasce nel 1882 e muore nel 1982. Non è stato solo longevo, ha attraversato da protagonista e da testimone una lunga stagione culturale e politica, italiana ed europea. Le avanguardie culturali del primo Novecento, il fascismo, le due guerre, la guerra fredda, gli anni Settanta.
Il volume racconta l’avventura intellettuale di questo protagonista del Novecento raccontando la sua vicenda umana. È la sfida di questa biografia che, ripercorrendo i cento anni di vita dell’intellettuale più originale e scomodo del Novecento italiano, consegna al lettore una straordinaria chiave di lettura per rileggere i più importanti fenomeni filosofici, letterari e politici del Secolo Breve.
Con Prezzolini nasce la figura dell’intellettuale moderno, che abbandona le cattedre per immergersi nelle contraddizioni della società di cui è allo stesso tempo testimone e protagonista. Le avanguardie culturali del primo Novecento, tra giornali, botte e amori; l’esperienza della ‘Voce’, la più importante rivista culturale del secolo scorso, la Grande Guerra, la nascita del fascismo, la Seconda guerra mondiale, il dopoguerra: Prezzolini ha marcato la vita culturale e politica italiana sfuggendo sempre alla tentazione delle ideologie e del conformismo.
L’attualità di Giuseppe Prezzolini è in tre caratteristiche che lo connotarono in tutto il lungo arco temporale della sua vita: l’essere politicamente scorretto, per vocazione e convinzione; l’essere coerente, fino all’autolesionismo; condire il tutto con un forte ironia. Per questo ancora oggi, ad oltre vent’anni dalla sua scomparsa, nei suoi scritti, nei pensieri e soprattutto nei giudizi taglianti si ritrovano verità assolutamente attuali.
Thomas Mann nelle Considerazioni di un impolitico nota come l’ironia sia il tratto distintivo dei grandi conservatori. Prezzolini ne fece l’arma più efficace per testimoniare un mondo di banalità e conformismi, sconfinando spesso nell’amarezza e nella rassegnazione. “In Italia nulla è stabile, fuorché il Provvisorio”, amava ripetere guardano al suo Paese.
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Quando nel 1974 l’editore Rusconi gli rese omaggio pubblicando un’Antologia de La Voce, non esitò a definirla il “mio monumento funebre”. Alla pomposa delegazione ufficiale del governo italiano giunta a Lugano per le celebrazioni dei cent’anni, dice chiaro: “Vi ringrazio ma fatemi domande, indiscrete, quelle concrete le conoscono tutti!”. A Pertini, che a nome di tutti gli italiani lo invitava a tornare a vivere in Italia, replicò divertito: “Stia tranquillo Presidente! In Italia ci vengo tutti i giovedì a comprare la verdura”. Alludendo alle brevi puntate che da Lugano faceva per far spese oltreconfine.